La Primavera di Galileo Chini è un’opera affascinante. La sala che il Museo Boncompagni dedica ai quattro grandi pannelli (l’opera intera ne comprende diciotto) di proprietà della Galleria d’Arte Moderna di Roma è un luogo di inaspettata seduzione.
Lo è per la cascate di colori in forme geometriche o di fiori che avvolgono misteriose figure femminili. Lo è per la sensazione di tempo sospeso che le tele di Galileo Chini regalano.
La Primavera di Galileo Chini
Un’opera, La Primavera di Galileo Chini, nata per uno scopo preciso: decorare alla Biennale di Venezia del 1914 la sala che ospitava le opere dello scultore croato Ivan Mestrovic (1883-1962). Fu dipinta in un solo mese ed in un momento certamente particolare.
Galileo Chini, inaspettato ambasciatore dell’arte italiana nell’Estremo Oriente, era appena rientrato in Italia da Bangkok. Qui aveva decorato la Sala del Trono del re del Siam Vajiravudh o Rama VI.
Forse, i colori di quei luoghi lontani, le fantasie delle loro sete, ispirarono a Galileo Chini, protagonista del Liberty in Italia, le cromie dei pannelli della Primavera. Ma anche altre suggestioni si rincorrono nelle tele: i fiori di Klimt (guardate il suo Bacio) e l’oro. L’oro che è certamente di Klimt e, mille anni prima, dei mosaici di Bisanzio ma anche della pittura sacra toscana tra alto medioevo e gotico.
Anche le dimensioni concorrono al fascino dell’opera. Alte quattro metri, le tele sviluppano una riflessione sulla stagione più romantica dell’anno attraverso quattro momenti. La primavera classica; L’incantesimo dell’amore e La Primavera della vita; La Primavera delle selve; La Primavera che perennemente si rinnova.
Una curiosità. Per Chini quella del 1914 non era la prima Biennale di Venezia. Nel 1901 vi aveva partecipato con una tela, nel 1903 dipinse la volta della Sala della Toscana, nel 1907 affresca la Sala dell’Arte del Sogno, nel 1909 affresca la Sala della Cupola. Sono proprio queste opere ad attirare l’attenzione della corte siamese ed a generare la commissione per la sala del trono. Peraltro, Galileo Chini continuò a partecipare alla Biennale di Venezia fino al 1934.
Approfondimenti
Per approfondire la figura e l’opera di Galileo Chini, potete visitare il sito del suo archivio storico cliccando QUI
Per approfondire il Liberty in Italia, guarda la Videointervista con Antonio Paolucci:
Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti e la Moda
La Primavera è certamente un capo d’opera del liberty italiano e il luogo che lo ospita non potrebbe essere più adatto. Certamente non ne dimenticherete la visita. Se volete sapere un po’ di più di cosa vi troverete, leggete Museo Boncompagni: moda e liberty a Roma
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