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Affreschi della Cappella dell’Annunciazione: piccoli tesori romani

La Cappella Castellani Rustici o Cappella dell’Annunciazione a San Francesco a Ripa è forse più nota per ospitare un’Annunciazione di Francesco Salviati ma anche eleganti affreschi dovuti a Giovan Battista Ricci e Cristoforo Greppi.

Giovan Battista Ricci: biografia breve

Giovan Battista Ricci (Novara 1537 – Roma 1627) ebbe più fortuna nella Città Eterna che in patria. Giunto a Roma intorno al 1580 fu infatti pienamente coinvolto in numerosi progetti artistici dei tanti che contraddistinsero l’Urbe in quei decenni. Dipinse in Vaticano ed alla Scala Santa nonché in diverse chiese romane. Merita citare la famosa Cappella Cerasi (quella di Caravaggio) in Santa Maria del Popolo. Furono però anche significativi gli interventi nel palazzi dell’aristocrazia romana.

Insomma, un artista prolifico. Certamente non un innovatore ma un professionista capace di soddisfare con soluzioni eleganti le richieste di una clientela raffinata.

Cappella Castellani Rustici a San Francesco a Ripa

san francesco a ripa cappella annunciazione affreschi giovan battista ricciQuesto è esattamente il caso della cappella Castellani Rustici o Cappella dell’Annunciazione a San Francesco a Ripa (la seconda sinistra). Sulla sua vicenda un articolo di Patrizia Tosini (The Burlington Magazine, 2003) ha consentito di fare compiutamente luce.

Nel contempo, la Cappella dell’Annunciazione ci racconta anche una storia di committenza borghese nella Roma dei papi tra ‘500 e ‘600 che si incrocia con quello di due importanti confraternite dell’epoca. Protagonisti Mariano Castellani che come la moglie Bernardina de’ Rustici scelsero questa cappella come loro eterna dimora.

Mariano, che nel 1524 era Guardiano della Confraternita del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, nel suo testamento del 1526 destinò cento ducati per il restauro e la decorazione della cappella nominando sua erede ed esecutore testamentario la moglie.

Bernardina – che passò a miglior vita nel 1544 – fu con tutta probabilità la committente (nel 1534) dell’Annunciazione di Francesco Salviati che ancora orna l’altare della cappella.

Senza entrare nei dettagli, sia il testamento di Mariano che quello di Bernardina chiamano in gioco le due confraternite romane del Santissimo Salvatore e del Gonfalone. Ad esse destinarono lasciti per la celebrazione della ricorrenza delle loro morti ma soprattutto donarono la tenuta di Pian Due Torri. Quest’ultima, posta lungo il Tevere nell’attuale quartiere portuense, nel 1565 dopo la morte senza prole dell’erede universale di Bernardina, tal Lentulo de Lentuli, passa alle due confraternite.

Gli affreschi della Cappella dell’Annunciazione a San Francesco a Ripa

Così, nel 1614, le confraternite posero una lapide nella cappella in ricordo della generosità di Bernardina ma, soprattutto, si misero san francesco a ripa cappella annunciazione affreschi giovan battista ricciall’opera per ornare adeguatamente la medesima che già conteneva l’Annunciazione del Salviati.

Una delibera del 9 gennaio 1622 attesta come le queste decidano “…che si riatti la cappella della Nunziata a S. Francesco a Ripa; che si spendano scudi 120 per le pitture e meno che si potrà nelli stucchi”.

Un disegno preparatorio della volta (un progetto direi) di Giovan Battista Ricci conservato presso l’Archivio di Stato di Roma ci dà prova di come il maestro corrispondesse con i suoi committenti per definire i contenuti e le forme degli affreschi.

Una richiesta di pagamento – datata 21 settembre 1622 – da parte del Ricci per la metà della somma pattuita ci da prova che i lavori procedevano speditamente. Tanto più che il 10 settembre di quello stesso anno Gregorio XV aveva concesso l’indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero visitato la cappella nel giorno dell’Annunciazione. Una lapide sulla parete di sinistra ricorda questo evento.

Il ruolo di Cristoforo Greppi

san francesco a ripa cappella annunciazione affreschi giovan battista ricciGiovan Battista Ricci coinvolse nell’opera il collega comasco Cristoforo Greppi. Di quest’ultimo abbiamo solo poche tracce. Greppi nel 1600 lavorò con Prospero Orsi e Francesco Nappi a Palazzo Mattei, luogo caro anche al Caravaggio. A partire dai 1605 lavorò in diversi cantieri nei palazzi vaticani. Sappiamo anche dai pagamenti che nel 1626 realizzo gli affreschi della volta della Cappella Albertoni pochi passi più in là della cappella Castellani Rustici.

Per quanto ci riguarda direttamente, è probabile che i due artisti abbiano collaborato nella realizzazione degli affreschi mentre la loro ideazione sia da attribuirsi al Ricci.

La cappella è dominata dalla figura di Dio Padre benedicente circondato da angeli. Di maggiori dimensioni sono due musicanti e due oranti ed un grazioso coro di angioletti ai suoi piedi verso la parte esterna della cappella.

Nei quattro pennacchi immediatamente sotto la volta sono rappresentati gli Evangelisti.

Storie della Vergine, angeli, evangelisti, sibille e profeti

Poste ad un livello immediatamente sottostante a questi, in sei semilune, sono rappresentate le sibille. In senso orario, dalla parete di sinistra: la Sibilla Libica e la Sibilla Ellespontica. Al di sopra dell’Annunciazione la Sibilla Lamia e quella Frigia. Nella parete di destra la Sibilla Cumana.

Nelle pareti laterali, tra le sibille, sono rappresentate due Storie della Vergine: a sinistra la Nascita, a destra la Visitazione.

Infine, in un registro più basso (all’altezza dell’Annunciazione) in ogni parete laterale sono rappresentati due profeti. Nella parete di sinistra Davide e Isaia mentre al centro è posizionata la lapide che ricorda l’indulgenza plenaria concessa da Gregorio XV. Nella parete destra Geremia e Salomone con al centro la già citata lapide in memoria della generosità di Bernardina Rustici.

Che dire: una cappella signorile in uno stile visibilmente ispirato a modelli cinquecenteschi, soprattutto le pareti laterali. Da quel che ne sappiamo, le confraternite furono soddisfatte dell’opera e l’Annunciazione del Salviati si trovò così dotata di un più che adeguato contesto.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.