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Alessandro Algardi: Incontro di Attila e San Leone Magno

L’incontro di San Leone Magno con Attila di Alessandro Algardi, nel transetto di sinistra della Basilica di San Pietro, è una superba testimonianza della scultura barocca.

In realtà, sebbene ci troviamo nel mondo della scultura, cioè che abbiamo davanti è in realtà un altorilievo con i due protagonisti sono quasi scolpiti a tutto tondo.

San Leone Magno e Attila: lo storico incontro

Siamo nel 452 quando San Leone Magno incontra a Governolo sul fiume Mincio, in Lombardia, Attila, re degli Unni, per convincerlo a rinunciare al proposito di invadere l’Italia. Egli è stato inviato dall’imperatore Valentiniano III figlio di Galla Placidia e del suo seguito fanno parte il console Gennadio Avieno e il prefetto Trigezio.

Attila, che aveva già invaso l’Italia settentrionale, effettivamente si ritirò. Probabilmente per motivi relativi all’effettiva possibilità di sostenere una campagna militare così complessa ma non è da escludere il versamento di tributi.

Ciò che però la leggenda narra è che quando papa Leone si presentò con in mano la Croce di fronte al re unno, ambedue videro San Pietro e San Paolo apparire minacciosi e questa visione scosse Attila.

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Alessandro Algardi – Incontro di Attila e San Leone Magno

Per vedere l’immagine in HD (11 MB), clicca QUI.

Alessandro Algardi: Incontro di Attila e San Leone Magno

Ovviamente non sapremo mai precisamente cosa si dissero San Leone Magno e Attila, ma Alessandro Algardi rappresenta esattamente la scena descritta un attimo fa.

Alessandro Algardi – Attila

Innocenzo X Pamphilj (1574-1655), pontefice dal 15 settembre 1644, era salito al Soglio Pontificio dopo la morte di Urbano VII Barberini. Se quest’ultimo fu il grande commettente di Gian Lorenzo Bernini, papa Pamphilj non era altrettanto legato al grande scultore barocco. Viceversa, siamo ancora nel momento di significativi interventi all’interno della basilica la cui costruzione, nell’attuale forma, era iniziata nel 1506.

In questo contesto nasce la commissione della grande pala d’altare in marmo di Carrara ad Alessandro Algardi. E’ il 24 gennaio 1646 quando la Congregazione della Reverenda Fabbrica di S. Pietro gli affida l’opera.

Siamo alle soglie dell’Anno Santo del 1650. Probabilmente, nell’intenzione di Innocenzio X vi era l’idea di inaugurare l’altare dedicato a San Leone Magno in fondo al transetto di sinistra (dove si trova ancora oggi) nell’anno giubilare.

Infatti, entro il giugno del 1646 Algardi avrebbe dovuto presentare il bozzetto. In effetti, sono giunti a noi diversi bozzetti tra i quali uno custodito presso il Museo del Bargello a Firenze, autografo di Algardi, in terracotta di 80×56.5 cm. E’ probabilmente questo quello dal quale partì lo scultore.

La pala intermedia

Come si sa, però, il rispetto dei tempi e l’arte non vanno necessariamente d’accordo. Così, nel 1650 venne posizionato sull’altare di San Leone la pala in stucco delle medesime dimensioni (858×494 cm) di quella definitiva.

Posso immaginare che Alessandro Algardi, ottenuta l’approvazione del primo bozzetto, avesse poi realizzato un’opera a dimensione in un materiale più facilmente plasmabile. Con quel modello gli sarebbe poi stato più semplice realizzare l’opera in marmo. La pala in terracotta venne donata agli Oratoriani di San Filippo Neri ed ancora oggi si trova nell’Oratorio di San Filippo Neri nel Palazzo Vallicelliano accanto alla Chiesa Nuova.

Incontro di San Leone Magno e Attila: la pala finale di Alessandro Algardi

alessandro algardi incontro attila san leone magnoLa pala in marmo su completata nel 1653. Fu lo stesso Algardi ad occuparsi quasi completamente di scolpirla in marmo. Ad aiutarlo in primis il carrarino Domenico Guidi (1625-1701) del quale potete ammirare sul Ponte di Castel Sant’Angelo la scultura dell’Angelo con la lancia.

Il monumentale altorilievo è opera straordinaria. Le figure di San Leone Magno e Attila fuoriescono quasi a tutto tondo e sono colte in una suntuosa solennità di gesti. Ambedue guardano a San Pietro e Paolo che piombano dall’alto a spade sguainate. San Leone Magno guarda severo Attila e gli indica gli apostoli con la mano sinistra levata. Con la destra gli fa segno di fermarsi. Attila, a sua volta con la destra, si protegge il volto dalla visione dei santi.

Alle spalle dei due i rispettivi cortei. Quello di Papa Leone formato da vescovi e sacerdoti. Quello di Attila da soldati in armature romane come del resto il re unno. Tra i sue personaggi, in basso, uno scudiero regge le armi di Attila.

Di grande pregio la figura all’estrema sinistra della pala, accovacciata e nascosta dietro al pontefice. Non sono in condizione di identificare il personaggio ma la ricerca continua…

Il Rilievo del Bargello

Poiché abbiamo il bozzetto originale, è senz’altro utile valutarne le differenze. Lo facciamo riportando direttamente il testo del Catalogo Generale die Beni Cuiturali:

Il rilievo del Bargello presenta delle varianti rispetto alla soluzione definitiva: alcune figure saranno eliminate, mentre il chierico che osserva l’incontro, nel marmo regge una croce. Sono ancora visibili le due parti laterali che nell’opera definitiva avrebbero dovuto essere rimosse, avendo l’Algardi calcolato male le dimensioni dell’altare.

Come rileva la Montagu il modellato è sommario e vivacemente mosso: è magistrale il passaggio dallo stiacciato all’altorilievo di alcune figure, il pontefice, alcuni dignitari e Attila, che si staccano a tutto tondo dal fondo.

Il rilievo giunse al Bargello su donazione, nel 1953, di C.E. Murray che lo aveva acquistato presso il Monte di Pietà di Siena”.

Incontro di Attila e San Leone Magno Alessandro Algardi – Approfondimenti

Per quanto riguarda l’opera, potete consultare la Scheda del Catalogo Zeri dove troverete i riferimenti a versioni e bozzetti. A quest’ultimo proposito cliccate QUI per la scheda relativa al bozzetto del Bargello.

Per una biografia di Alessandro Algardi, vi rimando a quella pubblicata da Antonia Nava Cellini, storica dell’arte e moglie del grande restauratore Pico Cellini, nel Dizionario Biografico Treccani.

Infine, riguardo la Basilica di San Pietro, potete anche leggere:

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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