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Il Cinquecento a Ferrara: Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso

La mostra Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso a Palazzo dei Diamanti costituisce la seconda tappa dell’indagine artistica intitolata Rinascimento a Ferrara 1471-1598: da Borso ad Alfonso II d’Este. Vale a dire la stagione compresa tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dagli Este al controllo dello Stato Pontificio.

Ferrara: gli artisti del primo Cinquecento

Naturale prosecuzione di Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa (2023), l’esposizione ripercorre le vicende artistiche del primo Cinquecento a Ferrara, dagli anni del passaggio di consegne da Ercole I d’Este al figlio Alfonso I (1505) fino alla morte di quest’ultimo (1534). Alfonso I fu committente raffinato capace di rinnovare gli spazi privati della corte come quelli pubblici della città.

La scomparsa della generazione di Cosmè Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti aveva lasciato Ferrara alle prese con la sfida di un ricambio di alto livello. Nel 1496 la scelta di ingaggiare Boccaccio Boccaccino (1467-1525) indica la volontà di adottare un linguaggio più moderno e morbido. All’inizio del ‘500 si sviluppa così una nuova scuola, meno endemica e più aperta agli scambi con altri centri. Essa ha come protagonisti Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e Giovanni Luteri detto Dosso.

Mentre Garofalo e Dosso sono noti al pubblico, e il loro percorso è stato approfondito in maniera organica in diverse occasioni espositive, per Mazzolino e Ortolano si tratta di un debutto assoluto.

ludovico mazzolino adorazione dei magi
Ludovico Mazzolino – Adorazione dei Magi

Ludovico Mazzolino

I due maestri percorrono strade piuttosto diverse. Ludovico Mazzolino (Ferrara, c.1480–1528), formatosi sui modelli di Ercole de’ Roberti e del primo Lorenzo Costa, orienta il suo linguaggio in senso anticlassico, guardando alla pittura e alle incisioni tedesche, da Martin Schongauer ad Albrecht Dürer.

Nonostante dimostri di conoscere Boccaccino e la pittura veneziana, nonché Raffaello e la cultura antica, la sua arte è animata da accenti visionari e da una vitalità rumorosa che lo pone tra gli eccentrici attivi nell’Italia settentrionale. Mazzolino si specializza in quadri destinati al collezionismo privato con scene gremite di personaggi dai tratti fisionomici caricati, insofferenti agli ideali di equilibrio predicati da Perugino.

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Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano – Adorazione dei Magi (1527)

Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano

L’estro di Mazzolino spicca ancor di più se confrontato con Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano (Ferrara c.1487 – post 1527), caratterizzato invece da un naturalismo convinto. Dopo l’esordio influenzato dai modi dolci di Boccaccino, Costa e Francesco Francia, Ortolano si orienta dapprima verso la cultura veneziana di Giorgione per poi avvicinarsi alle novità proposte da Raffaello.

Accanto alle grandi pale d’altare eseguite nel terzo decennio connotata secondo Roberto Longhi da un “classicismo […] naturalizzato per via del lume illusionistico” produce quadri destinati alla devozione privata. Qui l’ispirazione raffaellesca si accende di suggestioni venete, evidenti soprattutto nella resa del paesaggio. Incantata la spontaneità con cui Ortolano si approccia alla realtà: una luce chiara isola i personaggi e indugia silenziosa sugli oggetti. Nella (apparente) semplicità delle composizioni si avverte il senso dell’arcano.

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Benvenuto Tisi detto Garofalo – Sacra Famiglia, 1525

Benvenuto Tisi detto Garofalo

Tra i riferimenti di Ortolano figura certamente Benvenuto Tisi detto Garofalo (Ferrara, 1481 – 1559). Formatosi presso Domenico Panetti e Boccaccino, dimostra fin da giovane una grande intelligenza figurativa che gli consente di misurarsi tempestivamente con tutte le novità che andavano affiorando nei maggiori centri della penisola. Durante il primo decennio del Cinquecento si accosta alla pittura veneziana e a Giorgione, per poi spostare il baricentro dei propri interessi verso l’Italia centrale.

Nel corso della sua lunga carriera, Garofalo è il principale interprete e divulgatore ferrarese dello stile di Raffaello. Di questo grande maestro comprende la portata e ne segue lo svolgimento con diligenza. Le sue pale d’altare, dalla maniera pacata ed elegante, popolano le chiese cittadine. I preziosi dipinti da cavalletto sono presenti in gran numero nelle collezioni private.

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Dosso Dossi – Circe

Giovanni Luteri detto Dosso

Ludovico Mazzolino – Adorazione del Bambino con San Giovannino (1526), Collezione Grimaldi Fava

Parallelamente a Garofalo si muove Giovanni Luteri detto Dosso (Tramuschio?, c.1487 – Ferrara 1542), uno degli artisti di punta della corte di Ferrara sotto i governi di Alfonso I e di Ercole II. Nato nel piccolo ducato di Mirandola, esordisce a Mantova. Nel 1513 si trasferisce a Ferrara dove lavora, insieme a Garofalo, al celebre polittico Costabili nella chiesa di Sant’Andrea (oggi nella Pinacoteca Nazionale).

Durante la giovinezza la sua pittura risente dell’influenza di Giorgione e Tiziano, dai quali trae la profondità di colore e una luce tutta veneziana. All’epoca della sua prima opera, la spettacolare Madonna col Bambino in gloria e santi per il duomo di Modena (1518-21), è già avvenuto un contatto con Michelangelo e la cultura romana.

Da qui in poi Dosso sviluppa uno stile personale, colto e divertito, grazie anche a una particolare sintonia con Alfonso I. Se Garofalo monopolizza le commissioni ecclesiastiche, Dosso è padrone del campo delle imprese ducali, in cui affronta temi allegorici e mitologici, desunti spesso dall’Ariosto.

La scena della pittura cittadina non sarebbe infine completa senza le opere di Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Lazzaro Grimaldi, Niccolò Pisano, il Maestro dei dodici Apostoli. Grazie al contributo di questi maestri, presenti assieme ad altri (Fra Bartolomeo, Romanino, Amico Aspertini, Albrecht Dürer) nel percorso espositivo, che ha la sua naturale estensione nelle sale della Pinacoteca Nazionale a Palazzo dei Diamanti, la mostra accompagna il visitatore attraverso una stagione ricca, dove antico e moderno, sacro e profano, storia e fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese.

IL CINQUECENTO A FERRARA
Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso

12 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025

a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli
con la direzione di Pietro Di Natale

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

 

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