A metà strada tra Venezia e Ravenna, ad un centinaio di chilometri da Rimini, l’Abbazia di Pomposa è un must se siete sulle tracce della Scuola Giottesca di Rimini.
La grande sala del Refettorio ospita infatti, su uno dei lati corti, un affresco secondo a nessuno. Si compone di tre scene: al centro la Deesis (Cristo benedicente tra i santi), a sinistra L’Ultima Cena, a destra La Cena dell’Abate Guido.
Giotto lavorò a Rimini nei primissimi anni del ‘300 e questo stimolò la nascita di un movimento artistico che si rifaceva al suo stile. Ancora oggi Rimini custodisce sia il Crocifisso dipinto da Giotto (custodito nel Tempio Malatestiano) che, presso il Museo Civico, alcune sale imperdibili dedicate alla Scuola Giottesca Riminese tra le quali quella che ospita il grande Giudizio Universale.
Il Refettorio dell’Abbazia di Pomposa custodisce senz’altro momenti alti di quegli anni. Lo splendido volto del Cristo nella Deesis. La luce lo accarezza dalla sinistra e illumina la trasparenza dell’incarnato ed i lunghi capelli biondi. Ne modella il viso che, pur perfettamente frontale, trae proprio dalla luce radente la sua profondità. La mano benedicente del Cristo è poi un pezzo di bravura.
Non da meno, nella Cena dell’Abate Guido, i tre monaci sulla sinistra. Innanzitutto il primo a sinistra, posto di tre quarti, un ritratto di grande delicatezza.
Gli affreschi potrebbero essere dovuti a Giovanni Baronzio o a Pietro da Rimini.
Lungo la strada Romea che, attraversando la foce del Po’, punta verso sud. Passata Chioggia, sulla via di Comacchio, in vista della splendida Ravenna, fermatevi all’Abbazia di Pomposa, per il suo refettorio che non dimenticherete facilmente ma anche per i molti altri tesori che essa custodisce.
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