Gli Affreschi dell’ Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, realizzati per mano di Luca Signorelli e Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, rappresentano le Storie della Vita di San Benedetto. Custoditi nel Chiostro Grande dell’abbazia, sono il programma pittorico più ampio realizzato sulla vita del santo.
Affreschi dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
A volere il ciclo fu Domenico Airoldi (Lecco 1450 circa – 1516) per più mandati Abate Generale dell’ordine e, per quanto ci riguarda, più volte nel periodo tra il 1497 e il 1511. Fu dunque lui a chiamare a Monte Oliveto prima Luca Signorelli e poi Giovanni Antonio Bazzi per affrescare la Vita di San Benedetto.
Gli affreschi sono articolati in 36 scene. Ogni scena reca al di sotto di essa l’indicazione di cosa rappresenti semplificando molto il percorso da seguire. In termini pratici, si parte dal lato Est con la scena Come Benedetto lascia la casa paterna e recasi a studio a Roma e si procede in senso orario percorrendo i quattro lati del chiostro.
Quelle dei lati Est, Sud e Nord sono del Sodoma (1477-1549). Delle dieci scene del lato Ovest, otto sono di Luca Signorelli (1445-1523) mentre la prima (Benedetto manda Mauro in Francia e Placido in Sicilia) è di Bartolomeo Neroni detto il Riccio (1505-1571), allievo e genero del Sodoma, e l’ultima (Come Benedetto predice la distruzione di Montecassino) è del Sodoma stesso.
Nel complesso, il Sodoma eseguì 26 Storie di San Benedetto, cui furono aggiunti la scena di San Benedetto che dà la Regola ai monaci olivetani e due riquadri col Cristo portacroce e Cristo alla colonna nel passaggio tra il chiostro e l’andito detto il De Profundis, ovvero l’antico luogo di sepoltura dei monaci. Sono inoltre del Sodoma le grottesche e le decorazioni monocrome.
Monte Oliveto: gli inizi del Sodoma a Siena
Dunque, le Storie della Vita di San Benedetto nell’abbazia di Monte Oliveto si pongono nella fase iniziale dell’attività artistica del Sodoma a Siena. Egli vi era giunto dalla natia Vercelli probabilmente proprio all’inizio del nuovo secolo. La sua prima opera senese sono infatti gli affreschi del monastero di Sant’Anna in Camprena vicino Pienza del 1503-04.
Giovanni Antonio Bazzi proveniva dalla bottega vercellese di Giovanni Martino Spanzotti ma quest’ultimo era culturalmente legato a Milano. Anche il Sodoma, prima di approdare a Siena, aveva soggiornato nella città ambrosiana, dunque in un periodo in cui vi era presente Leonardo da Vinci.
Certamente il Sodoma fu influenzato dal grande Leonardo ed alcuni tratti degli affreschi dell’ Abbazia di Monte Oliveto lo rivelano. Una per tutte Come Florenzo manda male femmine al monastero, ultima scena del lato sud. Qui un gruppo di donne (guidate da un lezioso barboncino) tenta la fermezza spirituale dei monaci.
Racconta a tal proposito Giorgio Vasari nelle Vite: “In ultimo fece costui (il Sodoma), per far dispetto al generale et ai monaci, quando Fiorenzo prete e nimico di San Benedetto condusse intorno al monasterio di quel sant’uomo molte meretrici a ballare e cantare, per tentare la bontà di que’ padri, nella quale storia il Soddoma, che era così nel dipignere come nell’altre sue azzioni disonesto, fece un ballo di femine ignude disonesto e brutto affatto; e perché non gli sarebbe stato lasciato fare, mentre lo lavorò non volle mai che niuno de’ monaci vedesse. Scoperta dunque che fu questa storia, la voleva il generale gettar per ogni modo a terra e levarla via, ma il Mattaccio, dopo molte ciance, vedendo quel padre in collora, rivestì tutte le femine ignude di quell’opera che è delle migliori che vi siano”.
Vasari e Sodoma: un rapporto difficile
Come si capisce dal passo appena citato Vasari non aveva una grande opinione di Giovanni Antonio Bazzi. Tutt’altro. Fu proprio il Vasari a insistere sul fatto che il soprannome Sodoma si riferisse ai costumi sessuali del Bazzi. Viceversa, quest’ultimo potrebbe aver ricevuto il suo soprannome semplicemente in funzione di una frase che lui, vercellese, ripeteva evidentemente spesso nel suo dialetto: su’nduma! ovvero orsù, andiamo!.
Resta che il Vasari (1511-1574), non poteva sopportare il Sodoma e giudica in modo alquanto negativo gli affreschi delle Storie della Vita di San Benedetto. Non a caso afferma: “Ma tornando all’opera, avendovi fatte alcune storie tirate via di pratica senza diligenza e dolendosene il generale (Domenico Airoldi), disse il Mattaccio che lavorava a capricci e che il suo pennello ballava secondo il suono de’ danari e che, se voleva spender più, gli bastava l’animo di far molto meglio…”.
Sodoma e gli affreschi del chiostro di Monte Oliveto Maggiore
Alle volte l’inimicizia può accecare anche un grande come Giorgio Vasari. E’ altresì evidente che le decine di scene dipinte dal Bazzi abbiano momenti più o meno felici. Questo può essere dato da diversi motivi, compreso l’impiego di aiuti di bottega. Forse, come dice Vasari, anche da problemi di una remunerazione adeguata del suo impegno. Ciò non toglie che, nel complesso si sia davanti ad un’opera di qualità importante con passaggi assolutamente di livello.
Quelli del Sodoma non erano anni semplici. La concorrenza era drammatica. Sulla piazza, per così dire, c’erano tutti: da Michelangelo a Raffaello, nonché Leonardo. Alcuni di loro, si pensi al Sanzio, avevano botteghe con allievi divenuti a loro volta maestri di primo piano.
Dunque, è molto facile proporre confronti ingenerosi. Giovanni Antonio Bazzi era un pittore subito sotto i grandi maestri citati tanto da essere chiamato a lavorare nelle Stanze Vaticane o alla Villa Farnesina (Le Nozze di Alessandro e Rossane) dai Chigi a cui fu sempre legato.
Dunque gli affreschi del chiostro di Monte Oliveto Maggiore rivelano grande attenzione nei paesaggi e nelle prospettive. I primi sono spesso curati con attenzione ai dettagli minuti, in una modalità ancora quattrocentesca. Le prospettive sono spesso assai ricercate ed esaltate ponendo, ad esempio, paesaggi lontani al termine di architetture fortemente tridimensionali (vedi Come Benedetto compie la edificazione di dodici monasteri, ultima scena del Lato Est).
E se Luca Signorelli da il meglio di se nelle due scene Come Benedetto discopre la finzione di Totila e Come Benedetto riconosce e accoglie Totila (al termine del lato Ovest), Sodoma non è da meno in quella subito a seguire Come Benedetto predice la distruzione di Montecassino.
Storie della Vita di San Benedetto: particolari da non perdere
Ci sono scene o particolari all’interno degli affreschi dell’ Abbazia Monte Oliveto da non perdere. Provo ad evidenziarne qualcuna. Il numero tra parentesi identifica la scena dove la n. 1 è la prima del lato Est
Come Benedetto lascia la casa paterna e recasi a studio a Roma (1): al di là del possente destriero che emerge immediatamente, guardate i due asinelli sullo sfondo. In tutto dovrebbero avere otto gambe ma io ne conto solo sei…
Come Benedetto risalda lo capistero che si era rotto (3): il personaggio al centro, elegantemente abbigliato e con due tassi ammaestrati accanto è il Sodoma. In altre parole, si tratta del suo autoritratto. Il fatto lo racconta anche il Vasari, ecco qua: “Mentre dunque che il Mattaccio faceva queste storie, essendo andato a vestirsi lì monaco, un gentiluomo milanese che aveva una cappa gialla con fornimenti di cordoni neri, come si usava in quel tempo, vestito che colui fu da monaco, il generale donò la detta cappa al Mattaccio et egli con essa indosso si ritrasse dallo specchio in una di quelle storie dove S. Benedetto, quasi ancor fanciullo, miracolosamente racconcia e reintegra il capisterio o vero vassoio della sua balia, ch’ella avea rotto; et a’ piè del ritratto vi fece il corbo, una bertuccia et altri suoi animali”.
Giovanni Antonio Bazzi aveva la passione di circondarsi di animali i più vari, anche pittoreschi. Peraltro possedeva anche cavalli che correvano il Palio dove non mancarono le vittorie.
Come Benedetto compie la edificazione di dodici monasteri (11): è uno degli affreschi in cui il Sodoma maggiormente lavora sulla prospettiva. Numerosi i personaggi intenti nelle varie attività di costruzione. Bella l’idea di aver inserito il personaggio intento a lavorare sulle assi alla volta del porticato praticamente inserendo un livello che si confonde con il riquadro dell’affresco stesso. Per quanto riguarda il monte che scorgete nello sfondo a sinistra, leggete qui sotto.
Come Benedetto riceve li due giovanetti romani Mauro e Placido (12). Queste scene dal taglio orizzontale dense di figure sia del Sodoma che di Luca Signorelli sono tra le più riuscite del ciclo. Da apprezzare le figure e i cavalli ma anche gli scorci prospettici ed i panorami che vorrebbero rappresentare Roma antica. Notate la figura del guerriero di colore accanto al cavallo bianco. Ve n’è un’altra simile nella scena 30 Benedetto predice la distruzione di Montecassino. Sodoma si ricorderà di inserire questo particolare esotico anche tra le dame di compagnia nel suo affresco a Villa Farnesina Nozze di Alessandro Magno e Rossane.
Come Benedetto pregato dai monaci produce l’acqua dalla cima di un monte (14) Il paesaggio con il monte scosceso un po’ antichizzante è certamente felice. Dovrebbe trattarsi proprio di Monte Oliveto dove i monaci, per ricordare le origini legate all’eremitaggio del loro ordine, avevano costruito delle cappelle che esistono ancora oggi.
Come Benedetto fa tornare nel manico uno roncone che era caduto nel fondo di un lago (15). Parlando dei paesaggi, notate gli uomini nudi che si tuffano nel lago… evidentemente all’epoca non si usava il costume!
Come Florenzo manda male femmine al monastero (19). Di questa scena abbiamo detto. E’ forse la più bella. Leonardesche le figure femminili.
Luca Signorelli: gli affreschi di Monte Oliveto
Come Benedetto dice alli monaci dove e quando avevano mangiato fuori dal monastero (25). Il pennello questa volta è quello di Luca Signorelli. L’ancella sulla destra e notevole.
San Benedetto e Totila (27 e 28). Sempre Luca Signorelli. Importanti le due grandi scene orizzontali in primo piano con i soldati di Totila ritratti in costumi in realtà medievali. Bello l’accampamento di Totila sullo sfondo della scena 28.
Come Benedetto predice la distruzione di Montecassino (30). San Benedetto è sulla destra in secondo piano insieme a Teoprobo. I cavalli sono particolarmente ben riusciti così come il cavaliere in armatura colto nell’istante di montare in sella.
Come Benedetto ottiene farina in abbondanza e ne ristora i monaci (31). Il gatto e il cane in primo piano si contendono un pesce. L’ultimo monaco cerca di rubare la pagnottina al suo vicino che se ne accorge e gli dà un colpo sulla mano.
Come Benedetto scomunica due religiose e le assolve poi che furono morte (33). Importanti le figure in primo piano. La dama di spalle con il velo e l’uomo seduto di profilo primo sulla panca.
Come Benedetto perdona al monaco che volendo fuggire del monastero trova uno serpente nella via (35). Ben riuscito il gruppo dei monaci sulla sinistra con San Benedetto.
Come Benedetto scioglie uno contadino che era legato solo a guardarlo (36). Il volto del contadino è la degna conclusione del ciclo di affreschi.
Le Storie di San Benedetto: elenco degli affreschi
L’elenco completo degli affreschi dell’ Abbazia di Monte Oliveto è il seguente. Le immagini di ciascuno si trovano nella photogallery a fine articolo:
- Sodoma – Come Benedetto lascia la casa paterna e recasi a studio a Roma
- Sodoma – Come Benedetto abbandona la scuola di Roma
- Sodoma – Come Benedetto risalda lo capistero che si era rotto
- Sodoma – Come Romano monaco da lo abito eremitico a Benedetto
- Sodoma – Come lo dimonio rompe la campanella
- Sodoma – Come uno prete ispirato da Dio porta da mangiare a Benedetto nel giorno di Pasqua
- Sodoma – Come Benedetto ammaestra nella santa dottrina i contadini che lo visitavano
- Sodoma – Come Benedetto tentato d’impurità supera la tentazione
- Sodoma – Come Benedetto ai prieghi di alcuni eremiti consente di essere loro capo
- Sodoma – Come Benedetto spezza col segno della croce uno bicchiere avvelenato
- Sodoma – Come Benedetto compie la edificazione di dodici monasteri
- Sodoma – Come Benedetto riceve li due giovanetti romani Mauro e Placido
- Sodoma – Come Benedetto libera uno monaco indemoniato percuotendolo
- Sodoma – Come Benedetto pregato dai monaci produce l’acqua dalla cima di un monte
- Sodoma – Come Benedetto fa tornare nel manico uno roncone che era caduto nel fondo di un lago
- Sodoma – Come Mauro mandato a salvare Placido cammina sopra l’acqua
- Sodoma – Come Benedetto converte in serpe un fiasco di vino nascostogli da un garzone
- Sodoma – Come Florenzo tenta di avvelenare Benedetto
- Sodoma – Come Florenzo manda male femmine al monastero
- Riccio – Come Benedetto manda Mauro in Francia e Placido in Sicilia
- Signorelli – Come Dio punisce Florenzo
- Signorelli – Come Benedetto evangelizza gli abitanti di Montecassino
- Signorelli – Come Benedetto caccia lo nimico di sopra alla pietra
- Signorelli – Come Benedetto resuscita lo monacello cui era caduto lo muro addosso
- Signorelli – Come Benedetto dice alli monaci dove e quando avevano mangiato fuori dal monastero
- Signorelli – Come Benedetto rimprovera di violato digiuno lo fratello di Valeriano monaco
- Signorelli – Come Benedetto discopre la finzione di Totila
- Signorelli – Come Benedetto riconosce e accoglie Totila
- Signorelli – Come Benedetto resuscita un fanciullo (in gran parte perso per apertura di una porta)
- Sodoma – Come Benedetto predice la distruzione di Montecassino
- Sodoma – Come Benedetto ottiene farina in abbondanza e ne ristora i monaci
- Sodoma – Come Benedetto appare a due monaci lontani e loro disegna la costruzione di uno monastero
- Sodoma – Come Benedetto scomunica due religiose e le assolve poi che furono morte
- Sodoma – Come Benedetto fa portare il corpo di Cristo sopra al corpo del monaco che la terra non voleva ricevere
- Sodoma – Come Benedetto perdona al monaco che volendo fuggire del monastero trova uno serpente nella via
- Sodoma – Come Benedetto scioglie uno contadino che era legato solo a guardarlo
Inoltre, sono sempre di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma altri quattro affreschi presenti nel Chiostro Grande dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, ovvero:
- San Benedetto che dà la Regola ai monaci olivetati
- Cristo Portacroce
- Cristo alla colonna
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore
Monte Oliveto Maggiore, Asciano (Siena)
Tel. 0577 707611
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