Gli affreschi romani conservati al Metropolitan Museum di New York sono una testimonianza del livello raggiunto dagli artisti romani nella tecnica dell’affresco. E questo sia in termini di tecnica di disegno quanto di capacità di rendere la prospettiva.
Gli affreschi romani del Metropolitan Museum
Il MET dispone infatti non solo di alcuni grandi affreschi di figure umane ma anche, nella loro intierezza, degli affreschi posti sulle pareti di due stanze da letto (cubiculum nocturnus).

La prima proviene dalla villa di Fannius Sinistor a Boscoreale ed è databile al 40-50 a.C. ovvero ancora in età repubblicana. Il secondo da quella di Agrippa Postumus a Boscotrecase. Questa volta siamo in età augustea.
Con l’usuale competenza, i curatori del Metropolitan Museum hanno ricostruito gli ambienti consentendo così di viverli nella loro completezza. In pratica, si può passeggiare all’interno di due stanze da letto riccamente affrescate del primo secolo avanti Cristo.
La pittura romana e la prospettiva
Gli affreschi provenienti dalla villa di Agrippa Postumus sono più dedicati ai paesaggi, ma il discorso varrebbe ugualmente. Quelli della villa di Fannius Sinistor sono invece più complessi in termini compositivi e meglio si prestano a percepire di primo acchito la significativa padronanza della prospettiva da parte degli artisti romani.
Ciò è vero, ad esempio, nella rappresentazione dell’alto edificio terrazzato (vedi immagine). La prospettiva, anche se non ancora scientificamente resa come avverrà nel Rinascimento a partire da Piero della Francesca, è però presente continuativamente negli affreschi del cubiculum.
La parete di fondo del cubiculum rivela, accanto alla finestra, un vaso di vetro con della frutta. Quasi un trompe l’oeil dove l’artista rende la trasparenza del vetro e la piena rotondità dei frutti.
Arte romana: la ritrattistica
La capacità di disegno degli artisti romani emerge anche nei ritratti con la resa naturalistica delle figure nei ritratti. Anche qui è evidente la ricerca della prospettiva e l’accurata raffigurazione dei visi, dei volumi, dei panneggi delle tuniche.
Una capacità di espressione artistica che la caduta dell’Impero Romano farà dimenticare e che sarà possibile recuperare solo secoli dopo.
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