L’Uno nell’Altro è il titolo del murales che Ale Senso ha realizzato per la facciata della Camera di Commercio di Rieti. Un’allusione alle due anfore contenuta una nell’altra rappresentate nell’opera ma anche alla continuità della storia e della tradizione.
Un concetto simile a quello espresso ne Il Pendolo, l’altra opera che l’artista bergamasca ha realizzato poco più in là all’angolo del medesimo palazzo. Infatti, le due opere si inseriscono nel progetto “Trame, Tracce di Memoria – Linguaggi contemporanei tra passato, presente e futuro” (finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) che ha come obiettivo di connettere le pitture murarie del passato e del futuro rievocando la storia e i simboli della comunità reatina.
Non diversa è l’origine de Al Suono delle Trombe, murales di Ozmo, al secolo Gionata Gesi, che ricopre, proprio lì di fronte, una delle pareti esterne del Tribunale di Rieti. Un titolo che riecheggia il Giudizio Universale, ovvero il suntuoso affresco realizzato a metà del XVI secolo dai fratelli Torresani per l’Oratorio di San Pietro Martire circa un chilometro più in la lungo le mura del centro storico.
Ale Senso – L’Uno nell’Altro
![ale senso murales rieti](https://artepiu.info/wp-content/uploads/2021/08/Ale-Senso-Uno-nell-altro-2-240x300.jpg)
Ma torniamo all’opera di Alessandra Odoni, in arte Ale Senso, appunto. Due robuste braccia (un riferimento all’operare produttivo dell’uomo) reggono due anfore, poste l’una nell’altra. Quella più esterna è romana, quella più interna sabina.
Dunque l’idea che una civiltà possa crescere muovendo dalla e integrando in sé la precedente: un approccio che Roma quasi sempre applicò con le popolazioni italiche.
Lo sfondo, nella parte superiore, è composto di fronde per ricordare l’importanza della natura e dell’agricoltura per le comunità reatina. Nella parte inferiore si vede invece un ingranaggio: un richiamo questa volta all’industria ed al passaggio ed alla coesistenza tra agricoltura e industria.
Se sei interessato ad approfondire il Giudizio Universale dei fratelli Torresani, clicca qui per il VIDEO.