Günther Förg alla biennale di Venezia
Mostre, Storia dell'arte

Alla Biennale di Venezia si realizza il sogno di Günther Förg

Con la mostra Förg in Venice si realizza il desiderio dell’artista di esporre durante la Biennale Arte di Venezia. Un sogno rimasto incompiuto quando era in vita.

Förg in Venice: la mostra

Günther Förg - Biennale arte venezia 2019Förg in Venice, ospitata a Palazzo Contarini Polignac a Venezia durante la Biennale Arte 2019, presenta 30 opere del percorso multidisciplinare di Günther Förg – dai dipinti alle meno note sculture – per riflettere sui metodi intuitivi e di ampio respiro di questo artista intellettuale e poliedrico.

A Palazzo Contarini Polignac l’artista è presentato sotto una nuova prospettiva, in un’ambientazione veneziana dove gli arredi e le decorazioni giocano un ruolo chiave nel contestualizzare l’arte. La mostra offre una panoramica approfondita dei temi estetici e concettuali affrontati da Förg, non solo dal punto di vista della produzione artistica ma anche in relazione al contesto in cui le opere sono esposte.

L’artista riteneva che lo spazio, l’ubicazione e il posizionamento di una sua opera fossero intrinseci all’opera stessa. Durante la sua carriera, Förg dipinse sulle pareti delle gallerie, usò porte e finestre come elementi integranti, e arrivò a usare la vernice di alcune sue opere per creare un gioco di riflessi che desse vita a considerazioni inaspettate.

Per lo stesso motivo, l’artista installò più volte le sue opere all’interno di contesti storici, spesso attraverso interventi tanto delicati quanto minimalisti. Questa mostra porterà avanti tale tradizione, preservando l’atmosfera del Palazzo ma anche indagando lo spirito creativo di Gunther Forg.

Lungo le sale laterali del palazzo sono infine in mostra dipinti astratti di Förg degli anni Ottantae Novanta. Nella sua interezza, l’offerta espositiva dà prova dell’ampia portata della carriera di Förg e della sua tendenza alla sperimentazione. Vengono così raggruppati i vari filoni e le influenze concettuali che hanno interessato la sua produzione – dall’agile esecuzione, complessità tonale e composizione stratificata, alla libera gestione delle discipline formali e delle strutture geometriche.

Le opere in mostra

Lungo tutto il palazzo, singoli quadri, arazzi ed elementi decorativi sono sostituiti con le opere dell’artista. Al piano terra, un dipinto minimalista di grandi dimensioni raffigurante una finestra, “Untitled” (2004), affiancato da alcuni schizzi preparatori dell’opera, prende il posto di uno stemma dando l’impressione che ci sia una finestra dove in realtà non c’è. Nonostante la loro forte geometria, le finestre di Förg sono provocatorie poiché offrono una cornice dentro cui guardare ma senza fornire alcuna visuale. Al contrario, dirigono e limitano lo sguardo, mettendo in discussione l’atto visivo e l’estetica in sé.
Nel salone del palazzo, quattro dipinti in stile Spot Painting realizzati tra il 2007 e il 2009 sono presentati di fronte a quattro arazzi. In queste opere astratte e gestuali, i segmenti orizzontali delle pennellate verticali richiamano i raffinati scarabocchi di Cy Twombly, ma con differenze sia a livello cromatico – con un diverso uso del bianco e del grigio chiaro che sembrano richiamare la base di una tavolozza – sia per quanto concerne l’impiego di pennelli puliti.Gunther Forg

Questi Spot Painting danno l’idea di essere stati prodotti velocemente, ma sono in realtà frutto tanto di una rapida intuizione quanto di un’attenta riflessione dell’artista. Insieme, i quattro dipinti daranno prova della ponderata e incessante sperimentazione di abbinamenti cromatici, applicazioni di pittura, composizioni e ritmi dell’artista, il tutto all’interno di una sola serie di quadri.

Collocate di fronte agli arazzi figurativi del palazzo, che si potranno ancora intravedere, queste opere di Spot Painting evocheranno – attraverso le pennellate fluttuanti sulle superfici piane – una sorta di potere autonomo dell’astrazione modernista, sottolineando il rapporto stesso dell’artista con questa forma artistica, tanto coinvolto quanto distaccato.
Nella maestosa sala degli specchi, una serie di sculture di Förg, realizzate nel 1990, sono installate vicino alle finestre. Queste sculture figurative, tra cui maschere di bronzo su piedistalli in compensato grezzo, esplorano le possibilità e i limiti della materia.

Le superfici corpose, lavorate rapidamente, fanno pensare alla distruzione: deliberatamente imperfette, dimostrano che Förg preferiva esplorare un’idea anziché realizzare un ideale di piacere e perfezione estetica. Le superfici palpabili recano i segni delle impronte digitali di Förg, di agenti esterni casuali e danni fisici che spingono il bronzo e la sua lavorazione lontani dalle associazioni gerarchiche, classiche e monumentali di tale materiale.

Gunther Forg e la fotografia

L’Italia e l’architettura italiana hanno giocato un ruolo centrale nello sviluppo della carriera di Förg. Il suo primo viaggio in Italia, nel 1982, stimolò la realizzazione di una serie di fotografie sugli edifici di importanza culturale e politica, dai monumenti italiani alle costruzioni in stile Bauhaus a Tel Aviv.

Attraverso la fotografia, Gunther Forg riuscì a esplorare la relazione tra arte, architettura e interventi spaziali. Un tema ricorrente in tutta la sua produzione che la mostra di Venezia mette in risalto. Alcuni lavori di Förg furono esposti già alla 45a Biennale di Venezia nel 1993 all’interno della mostra Il Viaggio verso Citera, ma Förg in Venice realizzerà il desiderio dell’artista di esporre durante la Biennale Arte con una personale, un sogno rimasto incompiuto quando era in vita.

Günther Förg

Nato nel 1952 a Füssen in Germania, Günther Förg è uno dei più significativi artisti tedeschi della generazione del dopoguerra, noto per il suo stile sperimentale e provocatorio. Attraverso la sua innovativa produzione interdisciplinare che ha sfidato i limiti delle discipline artistiche, Förg ha esplorato un linguaggio di astrazione ed espressionismo, appropriandosi di metafore prese in prestito da architettura e arte moderna.Günther Förg Biennale Arte Venezia 2019

Negli anni Ottanta iniziò a sperimentare con fotografia, pittura e scultura e tenne la sua prima personale alla Galleria Rüdiger Schöttle di Monaco. Nel 1992 fu invitato a prendere parte alla Documenta IX a Kassel. Dal 1992 insegnò all’Università di Arte e Design di Karlsruhe. Nel 1996 ricevette il prestigioso premio Wolfgang Hahn.

Due anni più tardi divenne professore dell’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, dove insegnò fino alla sua morte nel 2013, all’età di 61 anni.

La sua arte è nota per i suoi riferimenti ai maestri modernisti come Barnett Newman, Clyfford Still, Philip Guston, Mark Rothko e Edvard Munch.

La mostra sarà visitabile dall’11 maggio al 23 agosto 2019.

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Alessia Gerli

Alessia Gerli ha studiato grafica all'IED di Roma ha esordito occupandosi di editoria nella rivista che ha raccontato la musica negli anni 80 e 90, Ciao 2001. In oltre vent'anni di attività si ė occupata di grafica pubblicitaria a tutto tondo, disegnando loghi e campagne. Appassionata calligrafa e amante dell'arte in tutte le sue diverse espressioni, da sempre ricerca la contaminazione tra questi mondi come fonte di ispirazione per i suoi progetti grafici.

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