L’Apparizione della Trinità a San Girolamo con le Sante Paola e Eustochio di Andrea del Castagno (1419-1457), dipinta per la Basilica della Santissima Annunziata a Firenze, lascia assolutamente colpiti per la particolarissima prospettiva scelta dall’artista nel rappresentare la Trinità.

Nell’apice dell’affresco (staccato), che oggi ha la forma di una pala d’altare terminante in una volta, troviamo infatti il Padre posto al di sopra del Cristo Crocifisso ma ambedue posizionati in modo da formare un angolo di 90° rispetto agli occhi di chi guardi l’opera. Una soluzione sorprendente che lascia attonito lo spettatore.
A riprova di quanto detto, basti citare il passo delle Vite del Vasari: “….nella cappella intitolata a S. Girolamo, dipinse quel Santo secco e raso, con buon disegno e molta fatica, e sopra vi fece una Trinità, con un Crucifisso che scorta, tanto ben fatto, che Andrea merita per ciò esser molto lodato, avendo condotto gli scorti con molto miglior e più moderna maniera, che gl’altri inanzi a lui fatto non avevano”.
Siamo tra il 1453 ed il 1455 quando un ricco mercante fiorentino di cui quasi nulla sappiamo, Girolamo di Francesco Corboli, commissiona ad Andrea di Bartolo di Simone (Castagno 1419 – Firenze 1457) l’opera in questione dedicata al santo di cui porta il nome.
L’affresco – staccato nel 1967 a seguito dell’alluvione di Firenze – viene eseguito in una fase di ristrutturazione generale della Basilica della Santissima Annunziata a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 del XV secolo. A dirigerla è Michelozzo (1396 – 1472) architetto caro a Cosimo de’ Medici, allievo di Lorenzo Ghiberti e collaboratore di Donatello.
Andrea del Castagno ornò in quell’occasione ben tre cappelle. Quelle di San Girolamo e di San Giuliano e quella concessa in patronato ad Orlando de’ Medici.
Andrea del Castagno Apparizione della Trinità a San Girolamo: storia breve
Si è osservato giustamente che proprio la presenza di Donatello (1386-1466), tornato a lavorare a Firenze in quegli anni, aleggi nell’affresco di Andrea del Castagno.
Ha scritto in proposito lo storico dell’arte Aldo Galli:
“Il confronto con Donatello gioca un ruolo chiave nell’elaborazione stilistica di Andrea del Castagno, innervando il suo disegno d’una forza plastica che si traduce in energica tensione di pose e psicologie, nonché in tormentato, potentissimo scavo di panneggi.
La magrezza ascetica del San Girolamo, bonzo sdentato e malrasato, proteso nella visione della Trinità mentre il leone – studiato dal vero – gli si struscia sulle gambe, è commentata e quasi riequilibrata dalle masse stupende dei mantelli delle due sante (le discepole Paola ed Eustochio, madre e figlia), uno giallo scuro l’altro di un rosso vinaccia, che lievitano d’una materia fredda e luminosa, percorsa da riverberi metallici.
Sopra, l’apparizione strepitosa della Trinità fende lo spazio in uno scorcio estremo, così ardito da avere imbarazzato lo stesso Andrea , che preferì dissimulare le gambe del Crocifisso sovrapponendovi, a secco, due cherubini”.
One Comment