Anselm Kiefer biennale venezia 2022
Mostre

Anselm Kiefer: un motivo in più per visitare Palazzo Ducale

Anselm Kiefer per alcuni mesi durante la Biennale di Venezia 2022 sarà ospite nelle sale dello Scrutinio e della Quarantia Civil Nova, di Palazzo Ducale. Uno spazio pubblico che diventa testimone di contemporaneità.

La fondazione dei Musei Civici di Venezia ha invitato l’artista tedesco, con l’obiettivo di valorizzare la collezione permanente, aggiungendo una forma d’arte differente rispetto al contesto. Kiefer ha creato i dipinti site-specific per il luogo in cui veniva eletto il Doge. Tale collocazione sta a sottolineare come la direzione del Palazzo, abbia fortemente voluto questo grande artista-intellettuale con il suo simbolismo e i suoi colori che sono mescole materiche.

Emo, Kiefer e l’annientamento dell’opera

La riflessione sull’unicità di Venezia avviene attraverso le sue imponenti e a tratti superbe opere, in cui raggiunge echi mistici, filosofici e mitologici. La mostra prende il nome dalle parole di Andrea Emo (1901-1983) filosofo veneto con il quale Kiefer si imbatte, trovando un comune metodo di lavoro: “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce”, l’artista parte da queste parole e riprende il pensiero del filosofo del nulla, poiché entrambi approdano all’idea di “annientamento dell’opera”.

Secondo la loro visione non esiste nulla di eterno, e non esiste il capolavoro che dura millenni; rispetto a tale opinabile riflessione, lo stesso Kiefer volontariamente mette in atto il disfacimento dei suoi capolavori, lasciando spesso i suoi quadri esposti a condizioni atmosferiche o distruggendoli. Venezia è per l’artista neoespressionista, la storia umana che ha dominato per secoli, e che attraverso il ferro, i chiodi, la fuliggine, le corde, le scarpe o le scale rivive e si rilegge in chiave moderna.

biennale venezia 2022 Anselm Kiefer

Kiefer alla Biennale di Venezia non lascia indifferenti

In sincronia con la cinquantanovesima Biennale d’arte, il centro del sistema museale veneziano, dimostra l’apertura a ribaltare gli schemi. Con Anselm Kiefer l’arte del presente incontra e conversa con l’illustre passato. In un contenitore di così alto prestigio, i monumentali pannelli si avvicinano e non timidamente dialogano con i sottostanti Tintoretto, Palma il Giovane o Andrea Vicentino in una mostra che ha avuto il suo concepimento nel 2019 e che fin da subito è stata progettata per la collettività.

Palazzo Ducale torna ad essere parte attiva della comunità culturale, rapportandosi alle emblematiche tele dell’artista e ricordando i 1600 anni dalla Fondazione di Venezia. Con l’aiuto di Kiefer c’è un nuovo approccio al ricordo e un diverso modo di ripercorrere la memoria. I ricchi impasti che forse un giorno l’artista distruggerà, non lasciano indifferenti e sono una tappa in più da non perdere nella Serenissima Repubblica di Venezia dei nostri giorni.

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Flaminia Sigismondi

Dopo la maturità classica, nel 2008 si laurea con il massimo dei voti in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia. Nello stesso anno pubblica un testo di carattere storico artistico, riguardante il cinquecentesco Santuario della Madonna della Bianca (con il Patrocinio del comune di Campello sul Clitunno ). Ancora per lo stesso comune, collabora al progetto della candidatura del Sito Seriale UNESCO “Italia Langobardorum”, e contemporaneamente cura l’allestimento dell’ottocentesco Museo della Civiltà Contadina. Dal 2011 è curatrice museale per il MUMA MUSEO di Assisi, Museo Etnografico, Antropologico, che attraverso istallazioni multimediali, oggetti in teca, e arte tribale, racconta l’Amazzonia, il popolo degli Indios Ticuna che la abita e la salvaguardia dal 1909 di questa popolazione, da parte dell’Ordine Francescano Cappuccino. Nel 2019 collabora con i Musei Vaticani, per la Mostra “Mater Amazonia, the deep breath of the word” , esposizione temporanea, rivolta alla cultura Indios e alla loro Arte. Nel 2020 per il MUMA Museo, cura la mostra e il catalogo “Mulher e Musa”, un percorso attraverso le fragili ed eterne sculture dell’ artista contemporanea Tonina Cecchetti, poste in un dialogo di tipo antropologico con le opere della collezione permanente. Lavora con l’arte e per l’arte, con lo scopo di presentare, divulgare e analizzare le produzioni e la creatività degli artisti passati e presenti.

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