Fino al 2030 – grazie all’accordo tra Regione Lombardia e Ministero dei Beni Culturali – il polittico di Antonello da Messina La Vergine tra San Giovanni e San Benedetto o anche La Vergine con i Dottori della Chiesa sarà visibile riunito agli Uffizi almeno nelle sue tre pale centrali.
Infatti, alle due opere già presenti nel museo fiorentino, la Madonna col Bambino e il San Giovanni Evangelista, si è unita la una terza – il San Benedetto – proveniente dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. In cambio un’opera degli Uffizi, la Madonna col Bambino e un angelo del pittore bresciano Vincenzo Foppa, sarà esposta per lo stesso periodo di tempo nella Pinacoteca del Castello Sforzesco.
Il polittico di Antonello da Messina: la storia
Grazie all’impegno dell’allora Ministro per i beni culturali, Antonio Paolucci, nel 1996 lo Stato acquisì la Madonna col Bambino e il San Giovanni Evangelista, opere di Antonello da Messina.
L’acquisto delle due tavole, come anche dello Stemma Martelli di Donatello oggi al Museo Nazionale del Bargello, ottemperava alla volontà testamentaria di Ugo Bardini, figlio del famoso antiquario Stefano Bardini, che aveva nominato erede universale lo Stato italiano affinché venissero acquistate una o due opere d’arte da destinare agli Uffizi o al Bargello, di valore pari a quello dell’eredità.
L’opera di Antonello da Messina era tuttavia “mutila”, poiché le due tavole giunte agli Uffizi altro non erano se non le parti d’un trittico (forse addirittura un polittico) che includeva anche il San Benedetto di proprietà della Regione Lombardia e esposto a Milano.
Le tre tavole, parti di una pala d’altare che comprendeva forse altri pannelli laterali e cimase, costituiscono la più importante delle acquisizioni recenti nel catalogo di Antonello da Messina, sebbene di esse si conosca, in modo piuttosto lacunoso, solo gli ultimi quarant’anni di storia.
Attraverso la casa d’aste Finarte a Milano, nel 1995 il pannello con San Benedetto venne acquistato dalla Regione Lombardia ed esposto nel Museo del Castello Sforzesco, mentre gli scomparti con la Madonna in trono col Bambino e San Giovanni evangelista furono comprati dal Ministero per i beni culturali per la Galleria degli Uffizi nel 1996 tramite l’antiquario Giancarlo Gallino di Torino.
I due pannelli sono pervenuti agli Uffizi nel 2002, al termine delle indagini diagnostiche e della revisione del restauro cui furono sottoposti presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma.
L’opera
L’opera sembra poter essere datata al 1470-75, quindi nella piena maturità del maestro.
La ricomposizione del trittico permette di leggere meglio l’ampiezza dello spazio continuo entro il quale stanno le figure, i cui corpi proiettano ombre in diagonale che sconfinano nei pannelli adiacenti. Il San Benedetto, impropriamente identificato talvolta con un santo domenicano, è raffigurato in vesti vescovili e il pastorale con la terminazione in forma di drago che allude al veleno offertogli col vino da alcuni monaci insofferenti alla sua regola. Nel dipinto si apprezza, ancor più che nella superficie pittorica impoverita dei pannelli degli Uffizi, la sapiente stesura di Antonello da Messina, attento alla resa delle luci sui ricami metallici nel piviale del santo e alla trasparenza dell’iride degli occhi.
Il trittico di Antonello è semplicemente splendido. La mano felicissima del maestro di Messina ci ha regalato un volto della Vergine di una bellezza e soavità che può essere solo, giustamente sovrannaturale. Al contrario, assolutamente umano è il volto di San Benedetto dotato però a sua volta di una caratterizzazione magistrale.
Antonello da Messina Uffizi: il mistero delle cimase
Un polittico è tipicamente contraddistinto dal disporre di un certo numero di cimase. Se il tema originario del polittico fosse effettivamente relativo ai Dottori della Chiesa come qualcuno suppone, allora le tre cimase di Antonello da Messina conservate alla Galleria Regionale di Sicilia di Palermo in Palazzo Abatellis, farebbero perfettamente all’uopo.
Si tratta di San Gregorio Magno, San Girolamo e Sant’Agostino. Per dimensioni e stile hanno tutta l’aria di essere state concepite congiuntamente e l’argomento, dal punto di vista iconografico, combacerebbe.
Che dire? non resta che sperare in future scoperte di carte ancora celate in qualche archivio.
La collaborazione tra Uffizi e Regione Lombardia
“Per segnalare il valore culturale d’uno scambio – ha scritto il Direttore degli Uffizi, Antonio Natali , nel testo che illustra il significato di questa operazione – che rende possibile l’esibizione agli Uffizi del trittico d’Antonello nella sua interezza, è stata ordinata nel Museo Bagatti Valsecchi, per volontà di Vittorio Sgarbi e con la collaborazione di Lucia Pini, una piccola ma preziosa mostra, alla cui curatela ha lavorato con me Tommaso Mozzati. In quella rassegna, chiusa pochi giorni fa e inaugurata il 18
giugno 2015 nell’ambito dell’Esposizione Universale, figuravano il trittico medesimo e la soave e sensitiva Madonna col Bambino di Vincenzo Foppa, offerta dalla Galleria degli Uffizi alla Regione Lombardia in cambio del pannello con San Benedetto. Una tvoletta, quella di Foppa, ch’è di così casta e fine vena poetica e di così alte virtù espressive da costituire l’adeguata ricompensa al sacrificio sopportato dalla Regione Lombardia e dal Castello Sforzesco, nelle cui stanze il San Benedetto era stato dalla Regione stessa temporaneamente sistemato per offrirlo al godimento pubblico”.
Aggiunge Cristina Cappellini, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia: “L’opera (il San Benedetto, ndr), considerata nella sua unitarietà riveste un valore unico per la storia dell’arte del nostro Paese ed è in questa prospettiva che, conclusa con grande successo di pubblico la mostra milanese, il trittico sarà esposto presso la Galleria degli Uffizi di Firenze per 15 anni. Grazie ad un’operazione di alto valore culturale, che ha visto ancora una volta la sinergia tra istituzioni per la valorizzazione del patrimonio, il Castello Sforzesco di Milano accoglierà per lo stesso periodo di tempo l’opera Madonna con Bambino e un angelo di Vincenzo Foppa, prestata dalla Galleria degli Uffizi. Lo scambio di capolavori permetterà così, da un lato, di continuare a fruire della magnifica unitarietà del trittico finalmente ricomposto e, dall’altro, di integrare e impreziosire il percorso della pittura lombarda”.
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