Dal 30 Marzo Reggio Emilia celebra Antonio Fontanesi a duecento anni dalla nascita con una mostra al Palazzo dei Musei. In mostra si potranno ammirare le sue opere più famose.
Fontanesi sperimentatore della pittura
L’artista reggiano è certamente un indiscusso protagonista della pittura dell’Ottocento italiano. Interprete straordinario delle novità del paesaggio romantico, spesso inquieto nella vita e innovativo sperimentatore nella pittura.
Nonostante sia uno dei pittori più originali e rappresentativi della pittura italiana dell’Ottocento, è rimasto a lungo sconosciuto. Anche la critica lo ha spesso ignorato ma fu un meraviglioso paesaggista. Nei suoi quadri la luce e le ombre giocano un ruolo molto importante. Si alternano macchie scure accanto ad intensi punti di luce e sono ottimamente rappresentati i cambiamenti climatici.
La sua pittura rappresenta emozionanti paesaggi, dove l’uomo è un tutt’uno con la natura che lo circonda.
Antonio Fontanesi mostra Reggio Emilia
La mostra – curata da Virginia Bertone, Elisabetta Farioli, Claudio Spadoni – segue il percorso artistico di Fontanesi attraverso le sue più importanti opere. L’intento è anche quello di contribuire a far conoscere questo artista che studiò la pittura di Corot di Turner e Constable e che ha enormemente influenzato famosi artisti venuti dopo di lui.
In mostra l’esposizione dei più importanti dipinti di Antonio Fontanesi provenienti da importanti musei e collezioni italiane sarà posta a confronto con la produzione degli artisti che la critica ha collegato con la sua produzione.
Saranno documentati i rapporti con la cultura simbolista e divisionista attraverso opere di Vittore Grubicy, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli. Ma anche la sua ripresa negli anni venti ad opera di Carlo Carrà, Felice Casorati, Arturo Tosi. L’ultima sezione sarà dedicata alle interessanti interpretazioni critiche degli anni cinquanta di Roberto Longhi e poi di Francesco Arcangeli. Quest’ultimo infatti, nell’individuare una continuità tra la concezione moderna dell’arte e la grande tradizione ottocentesca, inserisce Fontanesi nell’evoluzione di un naturalismo che nel dopoguerra arriva a Ennio Morlotti, Mattia Moreni, Pompilio Mandelli spingendosi fino alle ricerche materiche di Alberto Burri.
30 Marzo 2019 – 14 Luglio 2019
Reggio Emilia, Palazzo dei Musei