Benozzo Gozzoli dipinse la Madonna della Cintola per la Chiesa di San Fortunato a Montefalco intorno al 1450. E’ una tempera su tavola di 133×164 cm.. Venne donata a papa Pio IX nel 1848 in occasione della concessione al borgo umbro del titolo di città ed è oggi custodita ai Musei Vaticani.
Nel 2015 la Madonna della Cintola è tornata temporaneamente a Montefalco per essere esposta nella Chiesa di San Francesco che custodisce il più importante ciclo di affreschi dipinti dallo stesso Gozzoli e dedicati a San Francesco.
Madonna della Cintola e Storie di San Francesco: intervista con Antonio Paolucci
Così, per la prima volta, si sono incontrati due capi d’opera del Gozzoli: la Madonna della Cintola di San Fortunato accanto alle storie di San Francesco e la bellezza del Creato.
Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, in quell’occasione accompagnò la Madonna della Cintola a Montefalco. Nel video qui di seguito ci racconta, in modo ineguagliabile le due opere.
Benozzo Gozzoli Madonna della Cintola: la storia
Benozzo Gozzoli dipinse la Madonna della Cintola nel 1450 per l’altare maggiore della Chiesa di San Fortunato.
Il giovane Benozzo dipinse a tempera e oro su tavola la Vergine Assunta al cielo nell’atto di donare la cintola a San Tommaso, come prova della sua assunzione al cielo. La dipinse secondo i dettami del gusto rinascimentale fiorentino, non più divisa in pannelli e ornata da pinnacoli, ma costituita da un’unica tavola quadrata tra due pilastri corinzi, conclusa da una cornice, e completata in basso da una predella continua, dove le Storie della Vergine sono separate da pilastrini dipinti.

Benozzo, per la prima volta artista autonomo, dimostrò a Montefalco le sue capacità di decoratore sia nella Pala della Madonna della Cintola, sia nella decorazione ad affresco della Chiesa di San Fortunato, quest’ultima purtroppo in gran parte perduta
La pala, custodita nella Pinacoteca Vaticana, fu donata a Pio IX dalla comunità di Montefalco nel 1848, in occasione della concessione al borgo umbro del titolo di città. Adesso torna a Montefalco grazie ad un progetto esemplare sotto diversi aspetti.
La Madonna della Cintola
Nella tavola centrale della Pala di Montefalco, la Madonna, ispirata alle Vergini dell’Angelico, appare seduta su un trono di nubi, mentre sale al cielo in una mandorla di luce dorata costituita da serafini delicatamente tratteggiati e incisi sull’oro del fondo con tocchi leggeri, delicate lumeggiature in oro e velature di colore rosso. Nella nube che funge da seggio per Maria occhieggiano due testine rosse. Potrebbero essere interpretate sia come cherubini che come troni, dal momento che ogni artista era abbastanza libero nell’interpretazione dell’invisibile.
Una schiera di giovani angeli biondi, gli spiriti custodi, dalle vesti eleganti e multicolori e dalle acconciature raffinate, attornia la Vergine. Due intenti a suonare il tamburello e il liuto, gli altri uniti nel coro celestiale che inneggia alla gloria di Maria. Sulle loro vesti, tra arabeschi e lettere cufiche, si leggono le invocazioni proprie della Madonna negli inni e nelle Sacre Scritture.
Sull’orlo dorato del mantello della Vergine sono incise le invocazioni: [AV]E REGINA MADRE SANTA e AVE REGINA C[I]ELO. Nella veste dell’angelo abbigliato di azzurro a sinistra della Madonna si leggono sulla spalla le parole REG[I]NA [COELI] e sul fianco [S]A[N]CTA V[I]R[GO].
L’angelo abbigliato in verde chiaro, posto in alto dietro alla Madonna, reca su una spalla la scritta in oro: AVE MARIA con cui ha inizio la preghiera mariana per eccellenza, la salutazione angelica.
L’Apostolo Tommaso
Nella tavola la Madonna, mentre sale al cielo, si volge dolcemente verso l’apostolo Tommaso per offrirgli la sua cintura. Tommaso, che già aveva dubitato della resurrezione di Cristo, riceve il dono a testimonianza dell’evento miracoloso dell’assunzione al cielo di Maria in anima e corpo.
Il giovane Santo è raffigurato di profilo, con i capelli biondi e ricciuti alla moda, inginocchiato accanto al sarcofago. Indossa un mantello rosa foderato di verde che si solleva per l’impeto e l’emozione dell’incontro con Maria. Sul bordo del mantello corre un’iscrizione in caratteri cufici ornamentali non leggibile. La cintura è verde e intessuta d’oro: si tratta di una reliquia, quella della sacra cintura di Maria che Benozzo ha probabilmente visto esposta nel Duomo di Prato dove da sempre è custodita.
In posizione simmetrica rispetto alla figura di San Tommaso, è raffigurato un rigoglioso albero che si riconosce come un leccio. Negli scritti agiografici su San Fortunato si narra come alla sua morte i devoti raccolsero il suo bastone che miracolosamente prese vita germogliando e mettendo le radici. Intorno al convento di San Fortunato tuttora si estende uno splendido bosco di lecci. L’albero, quindi, raffigura l’attributo del Santo e richiama il bosco locale.
Le due colonne che incorniciano a destra e a sinistra la tavola sono ornate con figure di santi. Nella predella sono dipinti episodi della vita della Vergine, ovvero da sinistra a destra: Nascita della Vergine, Sposalizio, Annunciazione, Natività di Cristo, Circoncisione di Gesù, Morte della Vergine.
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Benozzo Gozzoli Madonna della Cintola Musei Vaticani
Complesso museale di San Francesco, Montefalco (Pg)
19 luglio – 30 dicembre 2015
a cura di Antonio Paolucci
Info: Sistema Museo 199 151 123 Museo di Montefalco T. 0742 379598 montefalco@sistemamuseo.it www.museodimontefalco.it
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