La Bibbia di Vivien, anche nota come Prima Bibbia di Carlo il Calvo, non può che lasciare stupiti e ammirati. Le sue otto grandi tavole dipinte a tutta pagina non sono solo entusiasmanti ma, forse soprattutto, fuori dal tempo.
Ad esse si aggiungono le raffinate iniziali miniate con l’aggiunta spesso dell’oro, esempi di rara eleganza e misura, ed il carattere minuscolo carolino di ammirevole ordine e regolarità.
Bibbia di Vivien: la storia
Per una volta, cosa non scontata trattandosi di un documento così antico, le date sono chiare. Lo dobbiamo ad un personaggio particolare ed al dono che volle fare ad un re.
Il personaggio è Vivien, conte di Tours ed abate laico della Basilica di San Martin di Tours, nella cui cripta è sepolto il santo a cui la basilica è dedicata. Questi poteva contare sui raffinati maestri di uno degli scriptorium più importanti di sempre: quello di Tours, appunto.
Fu così che nell’845 donò a Carlo il Calvo (833-877) quella che prese il nome di Bibbia di Vivien opera, appunto dello scriptorium di Tours. Carlo il Calvo, nipote di Carlo Magno e figlio di Ludovico il Pio fu re di Aquitania, poi della parte ovest della Francia dall’843 e infine, nell’875, venne incoronato imperatore da papa Giovanni VIII.
Vivien Conte di Tours, che morì combattendo per Carlo il Calvo nella battaglia di Jengland contro i Brettoni nell’851, gliela donò dunque proprio nella fase nella quale la sua contea entrava a far parte del regno di Carlo.
La Prima Bibbia di Carlo il Calvo
Proprio in funzione dell’importanza di Carlo, la Bibbia di Vivien è anche nota come Prima Bibbia di Carlo il Calvo. Esiste infatti una Seconda Bibbia di Carlo il Calvo realizzata su commissione dell’imperatore negli anni immediatamente precedenti la sua morte.
Come abbiamo detto Prima Bibbia di Carlo il Calvo è caratterizzata dalle otto pagine dipinte a tutta grandezza. Date le dimensioni della bibbia stessa (495 x 375 mm circa) si tratta di immagini non piccole. Queste sono strutturate o su tre registri (f. 3v, 10v, 386v) o su due registri (f. 215v; 415v) o in un’unica immagine. Le otto pagine rappresentano:
- Episodi della Vita di san Girolamo (f. 3v);
- Genesi (f. 10v);
- Esodo (f. 27v);
- Re Davide e i Salmi (f. 215v);
- Cristo in maestà con profeti, evangelisti e tetramorfo f. 329v;
- Conversione di San Paolo f 386v;
- Apocalisse f 415v;
- Vivien dona la Bibbia a Carlo il Calvo f. 423r.
Guardando all’antico, pensando al futuro
Come spesso accade in questi capolavori degli scriptorium altomedievali, il respiro dell’arte classica è assolutamente presente. Guardando queste emozionanti pagine, personalmente, mi vengono alla mente le scene a mosaico nella navata centrale di Santa Maria Maggiore.
Sono immagini caratterizzate da una forte volontà e capacità narrativa. Rappresentazioni tutt’altro che statiche. In alcune vi è una significativa capacità di rappresentare la prospettiva, dote che agli artisti romani certo non mancava. Ma se in alcuni casi, ad esempio la Conversione di San Paolo, l’accostamento con i mosaici di Santa Maria Maggiore tiene, in altri casi è evidente che il legame è diverso.
Il racconto di Re Davide cantore dei Salmi non ci stupirebbe se lo trovassimo sulle pareti di una casa di Pompei.
Viceversa il cristo in maestà tra gli Evangelisti e i Profeti è protagonista del proprio tempo. Guarderei quasi agli Evangelisti dei Vangeli di Ebbone che, in realtà, sono forse un unicum ma la cui data di realizzazione, circa venti anni prima, li rende un possibile riferimento.
Infine da ammirare a se è la scena di Vivien che dona la Bibbia a Carlo il Calvo. Lo è per la composizione e la disposizione delle figure, per la loro varietà, per la ricchezza dei colori e dei tessuti.
Dunque, ancora una volta, un prezioso manoscritto capace di costituire un ponte artistico tra i secoli capace di costituire anche un riferimento per opere.
Per sfogliarla nella versione digitalizzata della Biblioteca Nazionale di Francia, cliccate QUI
Approfondimenti: antichi testi sacri miniati
Se volete approfondire l’argomento, potete leggere:
- Virgilio Romano (metà VI secolo)
- Sacramentario di Gellone (VIII secolo)
- Vangeli di Ebbone (inizio IX secolo)
- Il Salterio di Parigi (X secolo, forse copia di testo più antico)
- Bibbia del Pantheon (XII secolo)
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