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Camerino delle Duchesse: trionfo di grottesche a Ferrara

Studioli o camerini o come dir si voglia: spesso i palazzi patrizi ospitavano una piccola stanza raffinatamente ornata e di esclusivo utilizzo del padrone di casa. E’ questo il caso dello Studiolo del Duca d’Urbino e del Camerino delle Duchesse nel Palazzo Ducale di Ferrara.

Perché realizzare uno Studiolo o un Camerino?

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Camerino delle Duchesse – I Sacrificatori

Molto prosaicamente, negli ambienti naturalmente freddi dei grandi palazzi, uno studiolo o un camerino si prestavano ad essere scaldati con facilità proprio per le loro piccole dimensioni. Non a caso, sia nello Studiolo del Duca d’Urbino che nel Camerino delle Duchesse le pareti sono rivestite di legno, materiale che garantiva una maggiore coibentazione.

Le ridotte dimensioni, poi, se da un lato ben si prestavano ad un’attività di studio o di incontri riservati, consentivano dall’altro di realizzare decorazioni particolarmente preziose… senza spendere una fortuna o, almeno, limitando i danni.

Dunque, questo tipo di ambienti risultavano adatti a stupire l’ospite mostrando tutta la propria raffinatezza e cultura mentre nel contempo garantivano condizioni abitatiteve particolarmente confortevoli per l’epoca.

Il Camerino delle Duchesse a Ferrara: il trionfo delle grottesche

Ma veniamo a noi, ovvero al Camerino delle Duchesse nel Palazzo Ducale di Ferrara. La sua realizzazione risale a metà del XVI secolo, per la precisione tra il 1555 ed il 1560 ed è dovuto a Sebastiano Filippi, detto il Bastianino (Ferrara 1528–1602), a suo padre Camillo e a suo fratello Cesare. All’epoca, affacciava su un loggiato (oggi non più esistente) che guardava verso il duomo.

Come abbiamo detto, la caratteristica delle sue decorazioni è di essere realizzate su pannelli di legno dal fondo dorato. Quello che più colpisce, però, è l’immediato richiamo alla pittura della

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Camerino delle Duchesse – Le Cariatidi

Roma antica. Infatti, le decorazioni realizzate dal Bastianino e dalla sua famiglia si rifanno al genere delle grottesche, le quali altro non sono se non l’imitazione e la rielaborazione degli affreschi della Domus Aurea di Nerone sul colle Esquilino scoperta intorno al 1480.

In sintesi, si tratta di rappresentazioni di fantasia dove convivono decorazioni naturalistiche, strutture architettoniche, esseri misteriosi, animali esotici. Solitamente su fondo chiaro o bianco, le grottesche del Camerino delle Duchesse si distinguono per il loro fondo oro ma anche per l’uso esteso del rosso (pompeiano) colore tipico dei fondali degli affreschi romani.

Insomma, quale sia l’origine dell’ispirazione alla base di questa raffinata opera non richiede particolari studi. Va viceversa detto che lo spirito d’iniziativa del Bastianino va ben oltre il modello romano per spingersi verso un eclettismo ardito come testimonia, uno per tutti, il pannello dei Sacrificatori.

Ercole II e le duchessine Eleonora e Lucrezia

E’ giunto adesso il momento di svelare il perché del nome. In realtà è semplice: Ercole II d’Este (1508-1559), duca di Ferrara, ebbe tra gli due figlie, Eleonora e Lucrezia e fu per loro che il camerino venne costruito.

Si vuole che le duchessine lo utilizzassero per abbigliarsi ma nulla vieta di pensare che fosse in ogni caso un luogo dove potersi ritirare in modo appartato. Magari per parlare di poesia con un altro ferrarese famoso, Torquato Tasso al quale le legò una grande amicizia. Per loro egli scrisse la poesia O figlie di Renata essendo la loro madre Renata di Francia, figlia di Luigi XII.

Ambedue vissero quasi tutta la loro vita a Ferrara e Lucrezia (che portava il nome della nonna paterna, Lucrezia Borgia) ebbe un ruolo centrale nella trattativa che portò la casata d’Este, con problemi di discendenza maschile, cedere il governo di Ferrara al papa salvando però Modena e Reggio Emilia.

Il Camerino delle Duchesse: le scene

Procedendo in senso orario e partendo dal lato corto contenente lo specchio dorato, troverete le seguenti scene: l’Abbondanza, le Cariatidi (pannello di analogo argomento sulla parete opposta), i Sacrificatori (pannello di analogo argomento sulla parete opposta), Apollo (sopra la finestra) e, a sinistra dello specchio, Minerva.

Sul soffitto l’affresco l’Aurora e il Carro del Sole, risalente probabilmente al ‘700.

 

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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