Tra amici e rivali: Caravaggio a Roma è la mostra, intima ma preziosa, che l’Art Institute di Chicago dedica a Michelangelo Merisi (1571-1610) detto Caravaggio dalla città di origine della sua famiglia.
Una mostra intima perché composta da cinque tele ma preziosa per la qualità delle stesse.
Tra amici e rivali: Caravaggio a Roma, le opere in mostra
Le due tele del Caravaggio sono I Bari (1594, 91.5×128.2 cm) oggi presso il Kimbell Art Museum di Fort Worth, Texas e Marta converte Maria Maddalena (1597, 100×134.5 cm) oggi presso il Detroit Institute of Arts, (dono della Kresge Foundation e di Mrs. Edsel B. Ford).
Ad esse si affiancano L’Estasi di San Francesco (1601) di Giovanni Baglione, la Resurrezione (1619) di Francesco Boneri, più noto come Cecco del Caravaggio, e Marte punisce Amore (1613) di Bartolomeo Manfredi. Queste tre opere sono invece nella collezione dell’Art Institute of Chicago.

Le due tele del Caravaggio appartengono ai suoi primi anni romani. Soprattutto I Bari si inserisce nel novero di quei dipinti di figure in formato orizzontale frequenti in quegli anni. Per la loro dimensione erano detti sopraporta, proprio per la possibilità di collocarli agevolmente in questa posizione.
Tele di figure che raccontano momenti di vita e che danno modo al giovane Caravaggio di mettere in mostra le sue capacità di rappresentare le figure con grande padronanza del colore. I Bari sono un’opera di puro virtuosismo. Vi consiglio di guardarla attentamente in HD. I polsini bianchi di merletto della camicia e le pieghe della manica viola. Il corpetto verde arabescato del baro ed il suo guanto bucato. Le piume, gli incarnati così diversi da loro: una splendida dimostrazione di stile. Idealmente, a I Bari si possono accostare I Musici e Buona Ventura, tutte tele realizzate da Caravaggio per il cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte, suo primo mecenate.
Se volete vedere l’immagine in HD (7MB), cliccate Caravaggio I Bari
Caravaggio Marta converte Maria Maddalena
Marta converte Maria Maddalena è di un paio d’anni successivo. Siamo nel 1597 e la committente è la principessa Olimpia Aldobrandini. La modella potrebbe essere la medesima della Santa Caterina di Alessandria del Caravaggio ovvero Fillide Melandroni alla quale il Merisi dedicò un ritratto oggi perduto.
Caravaggio fa qui sfoggio di grande capacità di dipingere i tessuti, compresa la manica rossa alla veneziana di Maria Maddalena. Splendidi i polsi della sua camicia. Poi c’è lo specchio convesso con i suoi riflessi ed il chiaroscuro con cui Caravaggio inizia a disegnare le sue figure. Sono passati solo due anni da I Bari ma l’arte del Merisi è in continuo divenire.

Anche in questo caso, se volete vedere l’immagine in HD (7MB) cliccate Caravaggio Marta converte Maria
Amici e Rivali a confronto

In realtà nella mostra di Chicago Among Friends and Rivals: Caravaggio in Rome, gli amici battono per due a uno i rivali. Bartolomeo Manfredi (1582-1622), lombardo, era un amico sincero e un allievo direi devoto. Tant’è che sebbene siamo portati a ritenere che Caravaggio non avesse una bottega, il suo biografo Giulio Mancini (1559-1530) afferma che fossero quattro i seguaci stretti del Merisi: Cecco da Caravaggio, Spadarino, Jusepe de Ribera e, appunto, Bartolomeo Manfredi. Giulio Mancini, medico di Francesco Maria Del Monte e quindi, all’occorrenza, anche del suo protetto Caravaggio conosceva quest’ultimo e i suoi amici molto bene. Inoltre, era a sua volta un importante collezionista.
Per chiudere in bellezza, Joachim von Sandrart (1606-1688), dal 1633 curatore della collezione dei Giustiniani che pullulava di tele del Caravaggio, coniò per Manfredi l’espressione Manfrediana Methodus che individuava lo stile delle sue tele che, soprattutto per le scene di genere, seguivano attentamente il Merisi.
Se Bartolomeo Manfredi fu un amico, Francesco Boneri, più noto come Cecco del Caravaggio (1580-1630) fu legatissimo al suo maestro. Ne fu allievo, probabile tuttofare ma anche modello, se ritiene, per il superbo Amore Vincitore. Se guardate la Resurrezione in mostra e pensate alle grandi tele verticali di Caravaggio, vedrete che sono scandite come dallo stesso ritmo.
Poi c’è Giovanni Baglione (1573-1643) che non fu un avversario ma un nemico. Odiava Caravaggio perché ne comprendeva anche troppo bene la superiorità. E Caravaggio, a sua volta, lo punzecchiava. Così nel 1603 quando il poveretto presento la sua Resurrezione, Caravaggio con altri facinorosi (Orazio Gentileschi tra questi) scrissero tre poemetti assolutamente oltragiosi al suo indirizzo e la cosa fini in tribunale. Caravaggio venne condannato per diffamazione e Baglione passò la sua vita a scriverne male. Ben magra soddisfazione.
Bartolomeo Manfredi Marte punisce Amore
Parliamo un attimo di un pezzo forte. L’Art Institute di Chicago possiede il Marte punisce Amore di Bartolomeo Manfredi che ha un posto particolare nella cronologia delle opere del Caravaggio.
Infatti Caravaggio nel 1594 dipinge una tela che Giulio Mancini ricorda come lo Sdegno di Amore. Questa era stata promessa dall’artista al Mancini stesso ma era poi stata avocata a se dal cardinale Del Monte lasciando assai deluso il Mancini.
Non sappiamo se Giulio Mancini sia poi riuscito a far dipingere per se una copia della tela di Caravaggio. Sappiamo però che nel 1613 chiese a Bartolomeo Manfredi di dipingere per lui un’opera sullo stesso tema liberamente ispirata a quella del Merisi. Dico liberamente perché in realtà noi non siamo certi di quale fosse l’iconografia della tela del Caravaggio sebbene Maurizio Marini abbia identificato in una collezione fiorentina una copia che potrebbe essere quella giusta.
Se volete approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovate il link all’elenco di tutte le sue opere e, per ciascuna, il link agli articoli di ArtePiu, Clicca Caravaggio: tutte le opere
Tra amici e rivali: Caravaggio a Roma
Among Friends and Rivals: Caravaggio in Rome
Chicago Art Institute
111 South Michigan Avenue – Chicago