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Da Caravaggio a Bernini alle Scuderie del Quirinale

La mostra Da Caravaggio a Bernini alle Scuderie del Quirinale racconta l’evolversi dell’arte italiana nel ‘600 attraverso le opere delle Collezioni Reali di Spagna. Ricostruisce così anche il percorso che portò al formarsi delle collezioni stesse e i reciproci influssi tra arte italiana e spagnola.


Clicca per la videointervista Matteo Lafranconi: da Caravaggio a Bernini

Da Caravaggio a Bernini – Scuderie del Quirinale

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610) e Gian Lorenzo Bernini (1598–1680) ben rappresentano il punto di inizio e l’esito finale dell’arte italian del ‘600. Diversissimi, ma accomunati dall’essere entrambi riferimenti sia per il proprio tempo che per molti anni dopo la loro morte. Quest’ultima colse il primo neanche quarantenne mentre consentì al secondo di superare gli ottanta. Animo inquieto il primo, maestro poliedrico alla corte papale per oltre mezzo secolo il secondo. In ogni caso, due pilastri a cui si deve in misura significativa l’evoluzione dell’arte della loro epoca ed è così che va letto il titolo della mostra.

caravaggio salomè con la testa del battista
Caravaggio – Salomè con la testa del Battista

Infatti, la mostra delle Scuderie del Quirinale, in realtà, al di là del suo titolo, ha un focus diverso. Dei due grandi maestri la mostra un capolavoro per ciascuno. Salomè con la testa del Battista, nel caso di Caravaggio. Un crocifisso magistrale nel caso del Bernini. Attorno a queste due opere ruota invece – ed è il vero focus della mostra – una selezione delle opere italiane del ‘600 appartenenti alle Collezioni Reali di Spagna e prestate per l’occasione.

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Le Collezioni Reali di Spagna e il modello italiano

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Josè de Ribera – San Girolamo Penitente

Per tutto il secolo, la monarchia spagnola acquisì opere italiane. Commissioni dirette agli artisti da parte di ambasciatori e vicerè spagnoli o doni dalle corti italiane. Del resto, fortissimi erano i rapporti con lo Stato Pontificio. Diretta invece la presenza spagnola attraverso il Regno di Napoli ed il Ducato di Milano. Così, il collezionismo spagnolo, favorì l’influenza dell’arte italiana su quella iberica. Ma anche la presenza di artisti spagnoli direttamente in Italia.

Al di là, dunque, di Caravaggio e Bernini, la mostra ci permette di ammirare un cero numero di opere di grande pregio. Il San Girolamo Penitente di Josè de Ribera, maestro spagnolo ma operante a Napoli. Il bellissimo I Quattro Padri della Chiesa Latina di Louis Cousin, fiammingo di nascita ma romano per molti anni. Il Cristo Morto dipinto a Roma dal francese Charles Le Brun. La Deposizione di Giovan Francesco Romanelli.

La mostra delle Scuderie del Quirinale, propone poi un Velasquez di eccezione. L’opera venne, in realtà, dipinta in Spagna ma Diego Velázquez (1599-1660) la realizzò di ritorno dal suo primo viaggio in Italia (1629-1631). Un’occasione nella quel ebbe modo di lasciarsi influenzare dalla pittura italiana di quegli anni e dal Caravaggio di cui studiò le opere.

Il Crocifisso di Bernini

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Certamente vi rapirà la grande presenza del Crocifisso che il Bernini realizzo per Filippo IV. Un’opera che, per così dire, detiene diversi primati. Infatti, è l’unica opera del Bernini ad aver lasciato l’Italia prima della morte del maestro. Inoltre, è l’unica figura umana completa in metallo di Bernini sopravvissuta fino ad oggi e realizzata come opera a se stante e non parte di un complesso più articolato.

Accanto al Crocifisso di Bernini, però, non trascurate quello di Georg Petel (1601-1635). Tedesco ma legato all’Italia. Amico di Rubens e di Van Dyck che frequentò a Roma insieme a Frans Duquesnoy, realizzo questo crocifisso proprio nella Città Eterna. E’ un virtuosismo in avorio di bellezza assoluta: merita tutta la vostra attenzione.

Se sei interessato ad approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito il link all’elenco delle sue opere e agli articoli ad esse dedicate da ArtePiù. Clicca Caravaggio: tutte le opere

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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