Il Davide e Golia di Caravaggio del Prado di Madrid è una tela che nasconde un intrigante mistero. Inoltre si presta ad altrettanto interessanti considerazioni sia sulla scena in se che sul modello scelto per Davide. Leggiamola insieme.
Caravaggio Davide e Golia Prado: un po’ di storia
Iniziamo con il dire che abbiamo notevoli difficoltà a ricostruire i passaggi di proprietà di quest’opera. Le fonti spagnole, infatti, ci aiutano solo per gli ultimi secoli e dunque abbiamo un buco di circa duecento anni.
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Maurizio Marini – nel suo Caravaggio Pictor Praestantissimus – rileva un’interessante passaggio nel testamento di Galeotto Uffreducci (1566-1643).
Questo prelato originario di Fano era uomo di una certa rilevanza. Dice infatti di lui l’Istoria della nobiltà fanese: “..entrò giovinetto cameriere del vescovo di Brescia Morosini, che fu nunzio in Francia e cardinale. Servì il nipote Capello bailo di Costantinopoli, e in Roma il cardinal Borghese, che fu Paolo V, non sino alla fine”. Aggiungo che fu canonico di Santa Maria Maggiore ed amico del cardinale Francesco del Monte grande mecenate del Merisi.
Dunque, se aggiungiamo che il nipote di Paolo V era il cardinale Scipione Borghese, accanito collezionista di Caravaggio, il nostro Galeotto Uffreducci poteva essere nella posizione di possederne una tela.
Così, quando nel suo testamento determina di lasciare “all’Ill.mo Monsig.r Rospigliosi lasci() un David del Caravaggio”, potremmo essere sulla pista giusta. In ogni caso, il primo inventario spagnolo che ne parla (relativo alle opere presenti nel Palazzo del Buen Retiro di Madrid) risale al 1794. Dunque, abbiamo due secoli d’incertezza.
L’opera e il modello: chi era il David di Caravaggio?
Ancora una volta il Caravaggio affronta l’argomento con un taglio originale. Non aulico ma anzi raccolto, quasi umile. Pone la testa di Davide e quella di Golia lungo lo stesso asse. Poi rappresenta Davide chino nell’atto di raccogliere la testa di Golia per mostrarla al suo popolo. Ne nasce una costruzione come conchiusa nei limiti di un immaginario ovale.
Chi era il modello di Caravaggio? Il suo viso è in penombra, ne riconosciamo però bene nella semioscurità i lineamenti. Sembra il medesimo del Narciso oggi a Palazzo Barberini. Forse, anche il medesimo del Sacrificio di Isacco della Galleria degli Uffizi che potrebbe essere Francesco Boneri (1580-1630), ovvero Cecco del Caravaggio.
La tela di Davide e Golia è datata dal Prado all’anno 1600. Si collocherebbe così tra il Narciso di Palazzo Barberini e il Sacrificio di Isacco degli Uffizi. Circa due anni prima Narciso, due dopo Isacco.
Il segreto del Davide e Golia del Prado: il viso di Caravaggio
L’analisi ai raggi X ha rivelato una testa di Golia diversa da quella che vediamo. L’attuale sarebbe cioè frutto di una correzione effettuata o dal medesimo Merisi o per richiesta del committente.
Quella originale, ben più drammatica – gli occhi strabuzzati che guardano a destra, la bocca aperta nello spasimo – ha delle sembianze note: quelle del Caravaggio.
Sappiamo che negli ultimi anni della sua vita, Caravaggio si sia ritratto più volte nelle sua opere alludendo anche ad una sua possibile fine violenta. Ma qui siamo molto prima in termini cronologici.
Comunque sia, oggi, la testa di Golia ufficiale è un’altra.
Copie, dimensioni e… spade
Del Davide e Golia del Prado esistono almeno due copie. Una di queste si trova in collezione privata a New York ed è coeva dell’originale. Maurizio Marini la riteneva addirittura autografa del Merisi sebbene aiutato da un altro pennello: forse da Prospero Orsi.
C’è un fatto interessante riguardo le dimensioni. La tela di New York è 129×101 cm. Quella del Prado 110,4×91.3 cm. Quest’ultima potrebbe aver subito dei tagli ancora in epoca antica. Ciò che è interessante è che nella versione di New York, oltre il piede destro di David, verso lo spettatore, sono presenti tre sassi e, soprattutto, l’elsa di una spada.
Di quest’ultima se ne intravede appena un accenno nella tela del Prado. Ma di che spada si tratta? Ce lo svela Maurizio Marini: “… è una spada a due mani, di foggia italiana, della seconda metà del ‘500, sgusciata al centro, con fornimento a rami piegati verso la punta, tipica da combattimento e da torneo”.
Se vuoi approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovi l’elenco delle sue opere ed i link ai relativi articoli di ArtePiù. Clicca Caravaggio: tutte le opere
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