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Caravaggio: Ritratto di Fillide Melandroni

Caravaggio dipinse il Ritratto di Fillide Melandroni probabilmente nei primissimi anni del ‘600 considerando l’apparente età della donna ritratta. Fillide era infatti nata a Siena nel 1581 per morire trentasettenne a Roma nel 1618.

Caravaggio: Ritratto di Fillide Melandroni

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Caravaggio Ritratto di Fillide Melandroni

Fillide nel suo testamento indica come la tela vada restituita al suo proprietario, il poeta Giulio Strozzi, già amante della donna. Probabilmente, dunque, anche committente dell’opera.

In realtà, il Ritratto di Fillide passò poi nella collezione romana del banchiere genovese Vincenzo Giustiniani. Non sappiamo come la tela entrò nel possesso del Giustiniani, già mecenate e collezionista di Caravaggio, che potrebbe però averlo acquistato da Giulio Strozzi.

Per certo, sappiamo purtroppo che nel 1812 i discendenti di Vincenzo Giustiniani, in difficoltà finanziarie, vendettero una parte cospicua della loro collezione. Così, nel 1815, il re di Prussia acquisto da loro alcuni dipinti tra cui il ritratto della Melandroni. Esso venne collocato nel Kaiser Friedrich Museum di Berlino ma nel 1945 la tela andò distrutta in un incendio.

Il Ritratto di giovane donna del cardinale Barberini

In realtà, la collezione dei principi Barberini comprendeva un ritratto assai simile a quello di Fillide. Si tratta del Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) (olio su tela, cm 80×65) menzionato per la prima volta tra le opere del cardinale Antonio Barberini nel 1644. E’ poi riportato nel suo inventario dei beni redatto post mortem (1672) come «Ritratto di una donna con il ciuffo di palmi 3 incirca, con cornice indorata intagliata, mano di Caravaggio».

Il quadro era valutato 80 scudi: un prezzo decisamente elevato per una tela di dimensioni contenute, certamente assegnatole in virtù del suo presunto autore. Dalla collezione di Antonio l’opera rimase nella famiglia Barberini, passando di mano in mano; ora è in una collezione privata.

Caravaggio e il Ritratto di Giovane Donna

Al di là del fatto che il cardinale Barberini ritenesse di aver acquistato una tela di mano del Merisi, il dipinto in questione è senz’altro avvicinabile al Ritratto di

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Ritratto di Giovane Donna – già Barberini

Fillide Melandroni del quale sono giunte a noi varie fotografie.

Il confronto tra il Ritratto di giovane donna (La ragazza col ciuffo) e il Ritratto di Fillide, evidenzia una grande somiglianza tra le due effigiate, tanto da far pensare che possa trattarsi della medesima persona.

Va evidenziato come nel testamento di Fillide Melandroni figurino molti vestiti e diverse paia di orecchini dalla foggia identica a quella dei pendenti indossati sia nel Ritratto di Fillide che in quello di cui stiamo trattando.

Fillide Melandroni e Caravaggio

Il rapporto tra Fillide Melandroni e Caravaggio fu certamente assai forte e, probabilmente, burrascoso. Fillide, infatti, che probabilmente esercitava l’arte della cortigiana, era stata amante di Giulio Strozzi ma anche di Ranuccio Tomassoni, ucciso da Caravaggio nel 1606 in una rissa scoppiata durante il gioco della pallacorda. Si dice che il problema fosse un debito ma non possiamo più drammaticamente escludere la gelosia dei due uomini nei confronti di Fillide.

Di certo sappiamo che Fillide fu una modella assai cara al Merisi. Infatti, vi è ampio consenso che Fillide sia la Santa Caterina del Museo Thyssen, Madrid, la Maddalena della Marta e Maddalena conservato al Detroit Institute of Arts e Giuditta, nella Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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