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Caravaggio a Napoli in mostra a Capodimonte

La mostra Caravaggio a Napoli al Museo di Capodimonte racconta la straordinaria forza innovativa di Michelangelo Merisi nella pittura europea a cavallo tra ‘500 e ‘600. A Napoli questo fatto è particolarmente evidente: Caravaggio (1571-1610) infatti influenza in modo indelebile gli artisti che incontra. In sovrappiù, genera una produzione di copie delle sue opere che amplifica ulteriormente la capacità di porsi come modello.

Mostra Caravaggio a Napoli

La permanenza di Michelangelo Merisi ai piedi del Vesuvio fu, peraltro, assai breve rispetto agli effetti che generò. Diciotto mesi in tutto in due momenti. Il primo tra 1606 e 1607, il secondo tra 1609 e 1610. Una fase particolarmente drammatica della vita dell’artista: in fuga dopo la condanna a morte a Roma, perseguitato dal suo stesso carattere che lo condurrà alla sua fine tragica nel luglio del 1610.

caravaggio flagellazione cristo capodimonteIn una mostra raccolta (28 opere in tutto) il Museo di Capodimonte ripercorre quei mesi e, soprattutto, i rapporti tra Caravaggio e i maestri napoletani di quegli anni. Questo il viaggio artistico costruito dai due curatori Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger.

Le opere di Caravaggio

Le tele del Merisi sono sei: la Flagellazione di Capodimonte e la Flagellazione di Rouen (custodita presso il Musée des Beaux-Arts di Rouen). La Salomé della National Gallery di Londra e quella del Palacio Real di Madrid; il San Giovanni Battista della collezione Borghese; il Martirio di Sant’Orsola. Tutte opere dipinte durante la stagione napoletana.

C’è poco da dire: diverse tra esse rientrano tra i grandi capolavori di Caravaggio. Sono le imperdibili tele della Flagellazione custodita a Capodimonte e della Flagellazione del museo di Rouen. Poi c’è la Salomè del Palacio Real di Madrid. Queste sole opere valgono il viaggio a Napoli.

Sempre nel capoluogo partenopeo, poi, ci sono le Sette Opere di Misericordia che Caravaggio dipinse per il Pio Monte della Misericordia dove si trova ancora oggi. Dopo aver visto la mostra, recarvi al Pio Monte è d’obbligo (magari dopo aver assaporato qualche specialità napoletana…).

Caravaggio e i Caravaggeschi

La presenza di Caravaggio nel capoluogo partenopeo ebbe un impatto indelebile sulla pittura napoletana. Sia gli artisti più giovani, come Battistello Caracciolo, che quelli già attivi a Napoli, come Fabrizio Santafede, non poterono restare immuni al realismo caravaggesco e tentarono di adeguarsi alla novità, creando opere inconfondibilmente suggestionate dal Caravaggio. Un influsso che toccò anche i colleghi della successiva generazione, quali Jusepe de Ribera o Massimo Stanzione.

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Caravaggio – Salomè, London National Gallery

Così, la mostra Caravaggio a Napoli, mette a confronto le sei opere del Merisi citate con 22 quadri di artisti napoletani. Questi ne registrarono immediatamente la novità venendone travolti. E’ interessante notare come non solo come ne ripresero l’estetica ma spesso anche i temi in modo puntuale. A parte c’è il discorso sulle copie. Caravaggio fu artista molto copiato, soprattutto al Sud. Copie autorizzate, s’intende, non falsi. Ma proprio questo desiderio di poter amare Caravaggio nella propria dimora affidandosi ad una copia di qualità dimostra quanto fosse apprezzata la grande rivoluzione caravaggesca.

La Flagellazione tra Capodimonte e Rouen

Il primo dialogo in mostra è tra la Flagellazione, conservata a Capodimonte, che Caravaggio realizzò per la chiesa partenopea di San Domenico e la Flagellazione del Musée des Beaux-Arts di Rouen, appena restaurata. Il raffronto si arricchisce dell’esposizione di una copia del dipinto di Rouen. Quest’ultima fu in realtà ritenuta autentica dallo storico dell’arte inglese Sir Denis Mahon con l’avvallo di Roberto Longhi. In realtà, a vederle accanto, si capisce chiaramente il perché di questo primo giudizio.

caravaggio flagellazione di rouen
Caravaggio – Flagellazione di Rouen

Se volete vedere la Flagellazione di Capodimonte in HD cliccate QUI.

Nella sala delle due Flagellazione, oltre alla copia, vi è quella dipinta da Fabrizio Santafede (Napoli, 1555-1626) e conservata a Palazzo Abatellis a Palermo (potete vederla nella photogallery). Testimonianza di come un pittore manierista si fosse convertito al caravaggismo. Completano il ciclo il Cristo alla Colonna di Battistello Caracciolo (Museo di Capodimonte) e quello di Jusepe de Ribera (Complesso dei Girolamini).

Di opere di Battistello Caraccioloin mostra ne troverete di verse. Egli fu non solo ispirato da Caravaggio ma i due ebbero anche rapporti di lavoro in comune come testimoniano le ricerche d’archivio.

Le Salomè di Madrid e Londra

La seconda sala è dedicata alle Salomè del Palacio Real di Madrid e della National Gallery di Londra. La prima è opera particolarmente felice. Caravaggio gioca le sue carte migliori: una Salomè di bellezza assoluta dal fastoso drappeggio rosso. Una vecchia tra le migliori del suo genere. Una scena racchiusa, raccolta, intorno alle testa del Battista ed all’elsa della spada che si perde nel fondo nero.

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Caravaggio – Salomè con la testa del Battista (Madrid, Palacio Real)

A testimonianza della traccia profonda lasciata da Caravaggio nella pittura napoletana sono esposte le interpretazioni di Battistello Caracciolo (Museo de Bellas Artes, Siviglia) e di Massimo Stanzione (collezione privata) per la prima volta a Napoli. La trovate in photogallery ma potete vederla in HD cliccando Stanzione Salomè con la testa del Battista.

Luis Finson, Abraham Vinck e Caravaggio a Napoli

Louis Finson (Bruges 1580 – Amsterdam 1617) fu tra i primi amici seguaci e copisti di Caravaggio a Napoli. Caravaggio lavorò nella sua bottega e in quella del fiammingo Abraham Vinck, che le fonti ricordano “amicissimo del Caravaggio”.

I due lo accolsero appena giunto in città, fornendogli probabilmente anche gli strumenti con cui lavorare. Essi entrarono in possesso di opere del pittore che portarono ad Amsterdam, esportando così il linguaggio del Merisi nel cuore dell’Europa.

La mostra Caravaggio a Napoli espone, accanto al Martirio di San Sebastiano e la Maddalena in estasi di Finson, le tele di Battistello Caracciolo (Crocifissione), Massimo Stanzione (Martirio di Sant’Agata) e Hendrik De Somer (Martirio San Sebastiano) della collezione del Museo di Capodimonte, che indubbiamente ebbero come modello comune la Crocifissione di Sant’Andrea di Caravaggio oggi a Cleveland.

Troverete diverse di queste tele in photogallery. Se volete ammirarle in HD, potete cliccare: Stanzione Martirio Sant’Agata HD; Sellito San Francesco riceve le stimmate.

San Giovanni Battista della Galleria Borghese

Questo San Giovanni Battista fu una delle opere che Caravaggio aveva con se nell’ultimo viaggio alla volta di Roma. Era un regalo per il cardinale Scipione Borghese come ringraziamento per aver interceduto nella concessione della grazia per l’assassinio del Tomassoni. Potete ammirarlo in (quasi) HD cliccando Caravaggio San Giovanni Borghese HD.

Ad esso è affiancato il San Giovanni Battista (collezione privata) di Antonio D’Enrico, forse più noto come Tanzio da Varallo (1582-1633). Questi, nativo della Valsesia, giunse a Roma nel 1600 per poi risiedere a Napoli e in Abruzzo fino al 1615 e qui incontrò l’arte del Caravaggio. Trovate la tela in photogallery, per vederla in HD cliccate: Tanzio da Varallo San Giovanni HD.

Il Martirio di Sant’Orsola

Chiude il percorso espositivo, l’ultimo dipinto realizzato dal Merisi in città, il Martirio di Sant’Orsola, oggi a Napoli presso le Gallerie d’Italia a Palazzo Zevallos Stigliano. Lo affianca un’interpretazione di Caravaggio Martirio Sant'Orsola NapoliGiovanni Bernardino Azzolino, autore di numerose repliche della tela.

Alle tarde soluzioni della Sant’Orsola rimandano inoltre il Battesimo di Cristo di Caracciolo (Monumento Nazionale dei Girolamini, Napoli) e il Martirio di San Sebastiano di Filippo Vitale, di collezione privata, autore di cui in questi ultimi anni è stata ricostruita la fase giovanile.
Poco prima della Sant’Orsola Caravaggio aveva dipinto tre tele per la cappella Fenaroli in Sant’Anna dei Lombardi, oggi perdute. Una rara testimonianza visiva di una di esse è probabilmente il San Francesco di Carlo Sellitto pittore di origine lucana e giunto a Napoli nel primo decennio del Seicento, dove inizia a modellare in modo rapido e deciso il proprio linguaggio sulle novità introdotte da Caravaggio.

Leggi anche: Caravaggio a Napoli. Un tour della città cercando il maestro

Se vuoi approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovi l’elenco delle sue opere ed i link ai relativi articoli di ArtePiù. Clicca Caravaggio: tutte le opere

Caravaggio a Napoli

12 aprile – 14 luglio 2019
Museo di Capodimonte – Napoli
Informazioni 081 7499130 Biglietteria 848 800 288

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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