Caravaggio a Napoli ha lasciato tre opere. Custodite in tre luoghi diversi, possono divenire un piccolo tour della città per visitarne il centro storico. Andiamo a vederle insieme.
Caravaggio a Napoli
Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610) visse a Napoli per circa due anni nell’ultimo periodo della sua esistenza.
Com’è noto, quello napoletano fu un periodo drammatico per la vita di Caravaggio. Egli infatti giunse a Napoli fuggendo da Roma dopo aver ferito a morte tal Ranuccio Tommasoni per una lite scaturita da una partita di pallacorda. Era il 26 maggio 1606. Condannato alla decapitazione, riuscì a fuggire da Roma grazie all’aiuto di Filippo I Colonna. Questi prima lo nascose nei suoi feudi presso la Città Eterna, poi lo aiutò a riparare a Napoli verso la fine dello stesso anno. Qui lo pose sotto la protezione di una aristocratica famiglia partenopea imparentata con il Colonna, i Carafa Colonna.
Caravaggio rimase a Napoli per circa un anno. Nel 1607 lascò la città per Malta. Infatti, se fosse riuscito ad entrare nell’ordine dei Cavalieri di Malta, ciò gli sarebbe valso l’immunità dal precedente omicidio. Anche qui, però, il carattere lo rovinò. Egli infatti fu prima ammesso e poi espulso dell’ordine per un litigio con un cavaliere di rango superiore. Incarcerato, riuscì a fuggire e a rifugiarsi a Siracusa. Di qui, giunse nuovamente a Napoli verso la fine dell’estate del 1609.
A Napoli risiedette presso la marchesa Costanza Colonna, dipingendo le sue ultime opere, fino al luglio dell’anno successivo. Poi partì alla volta di Roma. Qui papa Paolo V sembrava intenzionato a concedergli la grazia. Ma il viaggio ed un’infezione probabilmente trascurata gli furono fatali e così Caravaggio si spense a Porto Ercole il 18 luglio del 1610.
I tre Caravaggio sotto il Vesuvio
A Napoli Caravaggio dipinse parecchio. Per quanto ci è dato saperne, almeno una ventina di tele. Poi, nel corso dei secoli, queste opere hanno preso strade diverse ed oggi sono suddivise tra grandi musei: dal Metropolitan di New York alla National Gallery di Londra, al Louvre di Parigi.
A Napoli, però, restano tre dipinti del Caravaggio. Ad ognuno di essi abbiamo dedicato un articolo specifico di approfondimento che potrete leggere cliccando sui link che troverete nel testo dell’articolo.
Dislocate in punti diversi della città, andarle ad ammirare può divenire un interessante percorso di una giornata all’interno di Napoli.
La Flagellazione di Cristo a Capodimonte
La Flagellazione di Cristo – dipinta nel 1607 per la chiesa di San Domenico Maggiore – è custodita oggi nel Museo di Capodimonte.
La Reggia di Capodimonte (come indica il nome) occupa una posizione elevata rispetto al centro storico ed è circondata da un parco di oltre 130 ettari. Inoltre, il museo in essa ospitato, custodisce diverse collezioni ma anche un’ampia testimonianza di tutti quei maestri napoletani che trovarono in Caravaggio ispirazione. Jusepe de Ribera e Luca Giordano in primis.
Quindi, propenderei per visitare Capodimonte la mattina onde gustarne anche il parco e il panorama.
Le Sette Opere della Misericordia al Pio Monte
Il Pio Monte della Misericordia commissionò a Caravaggio le Sette Opere della Misericordia sempre nel 1607, dunque durante il primo periodo napoletano del maestro. Tra le tre tele del Caravaggio ancora a Napoli, questa è la più complessa come impianto e scenografia. Presenta momenti di pittura sublime e merita di essere ammirata e studiata a lungo nei suoi particolari.
Il Pio Monte della Misericordia, che ancora oggi la conserva nella sua chiesa, si trova in Via dei Tribunali, ovvero sul decumano maggiore di Napoli. L’opera del Caravaggio può essere osservata in tutta comodità con un adeguato supporto informativo.
Siamo nel cuore del centro storico di Napoli e dunque – a seconda dei vostri interessi – potete costruire un’ampia passeggiata turistico-culturale iniziando dal Duomo di Napoli che disterà forse cento metri. Poi, sempre a piedi, potete raggiungere meta successiva.
Il Martirio di Sant’Orsola a Palazzo Zevallos
Il Martirio di Sant’Orsola è in assoluto l’ultima opera dipinta da Michelangelo Merisi. Commissionata al maestro da Marcantonio Doria e realizzata a Napoli, ha poi vissuto un paio di secoli a Genova, città natale dei Doria. Il caso volle che poi, a metà ‘800, tornasse sotto il Vesuvio.
Uno dei personaggi in essa rappresentati è, in realtà, l’ultimo autoritratto di Caravaggio che morirà di lì a due mesi.
Dal Pio Monte della Misericordia, una bella passeggiata nel centro storico vi condurrà a Via Toledo (185) dove si trova Palazzo Zevallos. Quest’ultimo è, in realtà, una galleria d’arte voluta da Banca Intesa. Dunque, il Martirio di Sant’Orsola è visibile in un’ampia fascia oraria perfettamente esposto.
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