Le opere di Caravaggio giunte sino a noi includono alcuni ritratti. Cinque in tutto. Tra di essi, l’ultimo ad essere dipinto è quello che ritrae, secondo i più recenti studi, Antonio Martelli, uomo d’arme e cavaliere di Malta.
Antonio Martelli: la vita
Antonio Martelli (Firenze 1534-1618) discendeva da un’antica famiglia della Val di Sieve giunta a Firenze nel ‘300. Nel secolo successivo le loro sorti furono legate al sostegno dato ai Medici fin dai tempi di Cosimo il Vecchio. Nominati conti palatini dall’imperatore di Bisanzio Giovanni VII Paleologo per intercessione di Cosimo, nel 1570 arrivarono addirittura ad imparentarsi con i Medici. Infatti, nel 1570 Cosimo I, granduca di Toscana, alla morte della prima moglie Eleonora di Toledo, sposa la sua amante Camilla Martelli.
Antonio, dal 1558 cavaliere di Malta, visse appieno questo momento che, peraltro, aveva visto anche degli attriti tra Martelli e Medici prima del matrimonio di Camilla.
Proprio i rapporti con i Medici condizionarono la sua carriera di uomo d’arme e di governo. Combatté a Malta per la difesa dell’isola nel famoso assedio del 1565. Percorse poi una carriera nell’Ordine. Il suo primo incarico fu quello di commendatore di Città di Castello, poi di Bitonto e Ruvo per poi divenire priore dell’Ordine di Malta a Messina. Quest’ultima era una piazza molto importante per la difesa di Malta, data la sua posizione.
Sappiamo poi che risiedette a Malta dal 1601 al 1609 quando divenne Governatore di Livorno. Concluse poi la sua carriera con la nomina, nel 1617, a Generale dell’Artiglieria di Toscana.
Il periodo tra Messina e Malta è quello che ci interessa più da vicino.
Il ritratto del Caravaggio arriva a Firenze
Infatti, nel 1607 Caravaggio lascia Napoli (dove si era rifugiato dopo l’assassinio del Tommasoni grazie ai Colonna) e, sempre grazie ai Colonna, raggiunge Malta. Qui il Merisi viene ammesso all’Ordine e trascorre sull’isola buona parte del 1608. Come sappiamo dipinge parecchio e, tra l’altro, uno (o due) ritratti del Gran Maestro dell’Ordine Alof de Wignacourt.
Sappiamo anche che Caravaggio e Antonio Martelli si conoscevano bene o, forse, erano addirittura amici. E’ proprio in questa fase che Caravaggio dovrebbe averne dipinto il ritratto.
Poi, a seguito di un litigio con un cavaliere di rango superiore, il pittore è arrestato ma il 6 ottobre riesce a fuggire ed a rifugiarsi in Sicilia. Prima a Siracusa e poi a Messina. Chissà se il Martelli l’abbia in qualche modo aiutato in ciò.
Il viaggio che portò il ritratto di Antonio Martelli da Malta a Firenze resta alquanto dubbio. Un’ipotesi accreditata è che l’opera sia passata per la famiglia fiorentina dei dell’Antella.
Infatti, Caravaggio aveva dipinto a Malta per Francesco dell’Antella l’Amorino Dormiente oggi a Palazzo Pitti. L’ipotesi è che fu proprio Francesco dell’Antella (cavaliere di Malta e maggiordomo maggiore di Cosimo II) a ricevere in regalo il ritratto dal già citato Gran Maestro de Wignacourt ed a portarlo poi a Firenze intorno al 1612.
Caravaggio, ritratto di Antonio Martelli: l’opera
Il ritratto è all’impiedi, la mano regge l’elsa della spada. Lo sguardo cerca qualcosa verso sinistra, l’espressione è come assorta, malinconica.
La luce colpisce la figura da sinistra (per chi guarda) come una sciabolata. Illumina una metà del viso e lascia l’altra totalmente nel buio, come lo sfondo dell’opera.
Su tutto irrompe il bianco del collo della camicia e la formidabile croce disegnata sulla casacca: la vera firma di Caravaggio.
Palazzo Pitti custodisce, oltre al Ritratto di Antonio Martelli e all’Amorino Dormiente altre due tele legate a Caravaggio:
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