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Il San Francesco di Cremona: autoritratto mistico di Caravaggio?

Il San Francesco in Meditazione di Caravaggio oggi al Museo Civico Ala Ponzone di Cremona è, probabilmente, delle quattro tele di Michelangelo Merisi dedicate al Santo, la più coinvolgente. A seconda della datazione che si voglia dare all’opera, infatti, questa potrebbe essere addirittura una sorta di autoritratto mistico di Caravaggio che si dipinge – anche se non con le sue sembianze – in un momento di profonda riflessione e contrizione.

Caravaggio il San Francesco di Cremona: storia e datazione

caravaggio san francesco cremona museo civico ala ponzoneAllora proviamo ad andare per ordine e raccogliere qualche elemento utile.

Partiamo dal cremonese monsignor Benedetto Ala, governatore di Roma dal 5 giugno 1604 al 5 maggio 1610. Dunque, proveniente dalla diocesi che comprendeva (e comprende ancora) il paese di origine della famiglia di Michelangelo Merisi, cioè Caravaggio.

Con Benedetto Ala, giunto a Roma nel 1592, cioè nel medesimo periodo di Caravaggio, il pittore era in rapporti. Lo conferma una testimonianza resa dal Merisi in seguito all’arresto del 1605 per esser stato sorpreso armato senza la necessaria autorizzazione.

E’ del tutto probabile che proprio al monsignore appartenesse il San Francesco di Caravaggio in questione, forse per commissione diretta. Del resto, sulla cornice originale che lo correda ancora oggi, fa bella mostra di se il leone con una sola ala simbolo della famiglia.

E’ ancora probabile che la tela sia stata per un certo periodo di proprietà di un convento francescano (sempre a Cremona?) come dimostrerebbe l’iscrizione sul retro Con. S.ti Fran ci, cioè Conventus Sancti Francisci.

L’opera di Caravaggio potrebbe essere tornata in possesso della famiglia Ala grazie al marchese Daniele (padre di quel Filippo, deceduto nel 1885, a cui si deve la successiva donazione nel 1836 del quadro al Museo Civico di Cremona) il quale potrebbe averlo acquistato nei primi decenni dell’800 al momento della soppressione degli enti ecclesiastici.

La domanda adesso è: quando è stato dipinto il San Francesco di Cremona? Esistono due ipotesi, piuttosto vicine in termini temporali, ma molto diverse se messe in relazione ai momenti della vita di Caravaggio.

1603 o 1606: Roma, Paliano o Napoli?

La prima è quella formulata dallo storico dell’arte e grande studioso di Caravaggio Maurizio Marini. Secondo il Marini ci troveremmo nel 1603 quando – secondo gli atti del processo per diffamazione intentato da caravaggio san francesco cremona museo civico ala ponzoneGiovanni Baglione a Orazio Gentileschi e Caravaggio – il Gentileschi avrebbe prestato a Caravaggio una “veste da Cappuccino” che sarebbe quella vestita dal modello ritratto nell’opera. Lo stesso Marni, ne ravvede però, i punti di contatto con opere dell’estremo periodo romano quali l’Ecce Homo oggi a Genova o il San Giovanni della Galleria Corsini.

La seconda possibilità, basata sulle caratteristiche artistiche della tela, è invece che essa sia stata dipinta qualche anno dopo, successivamente all’uccisione di Ranuccio Tommasoni (28 maggio 1606) e, dunque, durante la sua permanenza nei feudi della famiglia Colonna nei pressi di Roma.

In altre parole, sarebbe stato realizzato nello stesso momento della Cena di Emmaus della Pinacoteca di Brera con la quale mostra generali affinità. Oppure, qualche mese dopo a Napoli.

Se ciò fosse, allora, si tratterebbe dunque di un autoritratto dell’anima del Caravaggio. Scrive in proposito Mina Gregori: “..in questo caso (Caravaggio)…sembra identificare se stesso con il santo assorto e concentrato nella meditazione, quasi abbia voluto trasferirvi il proprio senso di colpa ed il proprio desiderio di penitenza ed espiazione”.

Caravaggio San Francesco in Meditazione Cremona: l’opera

San Francesco è in ginocchio nel buio, alle sue spalle il tronco di un albero d’olivo. Il corpo pende verso destra e la testa è reclinata sulle mani giunte, vero centro del quadro. L’espressione è assorta in un’infinita malinconia. A terra i segni della Fede. Il teschio a ricordare la caducità della vita umana, il Crocifisso che allude alle stimmate di San Francesco ed il Vangelo.

La tavolozza è magnificamente povera e l’opera costruita con sapiente semplicità. La luce, come sempre, è la padrona del campo: colpisce San Francesco dalla sinistra e ne illumina le mani ed il viso concentrando completamente lo sguardo dell’osservatore.

Dice Maurizio Marini: “La gamma cromatica, essenziale, è basata sui bruni, ocra, gialli di Napoli, con sfondo di ulivi terrosi, e stesure rapide, a tratti riassunte ma esclusive (vedi l’estremo sintetismo delle pennellate luminose che costruiscono la trama del saio e la corteccia del tronco e il robusto inserto di natura morta – cranio, libro, crocifisso – in più integro stato conservativo)”.

Museo Ala Ponzone: il piacere di una perfetta ambientazione

Le tele di Caravaggio sono spesso difficili da godere. Le sale gremite, il posizionamento disperante (vedi in alcune chiese dove ci vorrebbe il binocolo), le luci altalenanti (portatevi una bella scorta di monete!) richiederebbero un thermos di camomilla.

Poi, per carità, ci sono posizionamenti perfetti. Questo è il caso del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona. Il San Francesco di Caravaggio – restaurato del 2016 da Mariarita Signorini – gode di una saletta tutta per lui con di fronte due eleganti (e comode) poltroncine di design. L’illuminazione è impeccabile e l’appassionato si può avvicinare alla tela quanto necessario.

In più, quando, con il nostro Art Director, ci siamo recati a Cremona eravamo i soli ospiti del museo. Abbiamo goduto di questo memorabile Caravaggio proprio come faceva monsignor Ala, e non è poco!

Museo Civico Ala Ponzone

Via Dati Ugolani 4, Cremona
Tel. 0372 407770
museo.alaponzone@comune.cremona.it
http://musei.comune.cremona.it

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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