Il San Girolamo Scrivente di Caravaggio alla Galleria Borghese è un quadro da meditazione, com’è naturale che sia quando ad essere ritratto è questo santo.
In un’oscurità tutta caravaggesca, con un fascio di luce che illumina da sinistra la scena, San Girolamo è intento alla sua opera. Che si tratti della Bibbia o dei Vangeli non è dato sapere, ma il santo è, concentratissimo, alle prese con tre grandi tomi che riempiono il piccolo tavolino.

In mano la penna bianca, anch’essa assai cara al Merisi. E’ la stessa penna di San Matteo a San Luigi dei Francesi. La medesima del San Girolamo Scrivente di Malta. Una decisa pennellata bianca che da luce alla mano del santo. Se la guarderete con attenzione (magari con un binocolino o lo zoom della macchina fotografica) vedrete che Caravaggio vi ha dipinto intorno come i resti delle piume del volatile da cui era stata presa in prestito…
Caravaggio San Girolamo e la natura morta
La luce, dicevano, arriva da sinistra. Illumina il libro dalle pagine bianche, il teschio sopra esso, il panno bianco (casualmente) posto all’angolo del tavolo. Poi arriva sul santo e si riflette sulla pelle tesa della sua testa. E così questa si pone in perfetta assonanza cromatica con il teschio.
C’è chi ha parlato di natura morta, ed in effetti gli elementi ci sono. Si tratta degli oggetti sul tavolo: i libri, il teschio, il panno bianco. San Girolamo, immobile, lo sguardo abbassato sulle carte, non ci dona la sua espressione. Così diventa quasi una statua, un’icona, una parte di questa particolare natura morta.
La luce colpisce la sua barba ed i radi capelli e qui il pennello del Caravaggio è immenso. Guardate in trasparenza il lato sinistro del capo. E poi ci sono le mani, la destra i primis. Anch’essa va vista da vicino per coglierne la perfezione.
Caravaggio fu anche un maestro della natura morta in senso stretto, un grandissimo dei suoi anni. La Galleria Borghese custodisce, a tal proposito, due tele particolari che Caravaggio probabilmente conobbe bene. Per saperne di più, leggete Il Maestro di Hartford e Caravaggio: dialogo segreto…
Caravaggio San Girolamo Borghese
Il San Girolamo del Caravaggio della Galleria Borghese è datato al 1605. Siamo cioè al termine del lunghi e fecondi anni romani.
Nel 1606 Caravaggio, fuggirà infatti precipitosamente da Roma con una condanna alla decapitazione sulla… testa.
Secondo Giovan Pietro Bellori, storico dell’arte vissuto nel XVII secolo, l’opera fu eseguita su committenza diretta del cardinale Scipione Borghese (1577-1633) nipote di papa Paolo V. Il cardinal nepote era un avido collezionista del Merisi come dimostrano le tele del maestro ancora oggi presenti nella Galleria Borghese (vedi sotto i link agli articoli). Essa entrò così a far parte della sua collezione dove è sempre rimasta.
I San Girolamo di Caravaggio
Va detto, per completezza, che sono giunti fino a noi tre tele del Caravaggio dedicate a San Girolamo.
Quella di cui abbiamo detto. Il San Girolamo Penitente dei marchesi Giustiniani oggi nel monastero di Montserrat in Spagna ed, infine, il San Girolamo Scrivente dipinto a Malta e lì conservato nella concattedrale di San Giovanni. Una tela particolare perché il modello potrebbe essere il Gran Maestro dell’Ordine di Malta Alof de Wignacourt a cui il Merisi dedicò un ritratto oggi al Louvre.
Per quanto attiene invece i Caravaggio custoditi alla Galleria Borghese, intorno a voi troverete:
- Ragazzo con canestro di frutta
- Bacco coronato d’edera (Bacchino Malato)
- Madonna dei Palafrenieri
- David con la testa di Golia
Approfondire Caravaggio a Roma
Per approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovate l’elenco completo dei suoi dipinti ed i link ai relativi articoli di ArtePiù Caravaggio: tutte le opere
Se siete a Roma e volete ammirare tutte le sue opere nella Città Eterna, leggete Caravaggio a Roma: un percorso ragionato
Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5 – Villa Borghese – Roma
T. 06 67233751 – 06 8413979
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