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Caravaggio San Girolamo Penitente di Montserrat

Il San Girolamo in Meditazione (o Penitente) di Caravaggio, oggi a Montserrat, vicino Barcellona, nel Monastero di Santa Maria,  è legato ad una più ampia produzione da parte del Merisi di tele dedicate a San Girolamo e San Giovanni Battista.

Infatti, al San Girolamo di Montserrat (1605) seguono il San Giovanni Battista – Galleria Corsini e il San Girolamo Scrivente – Galleria Borghese, entrambi del 1606, e ormai nel 1608 il San Girolamo Scrivente della Cattedrale di Malta.

Se da un lato le stele sono diverse tra loro per molti aspetti hanno però degli interessanti punti in comune.

Caravaggio San Girolamo in Meditazione di Montserrat

Caravaggio dipinge questa tela per il cardinal Benedetto Giustiniani, fratello del marchese Vincenzo e amico del cardinale Francesco Maria del Monte, primo mecenate di Caravaggio. Tutti e tre questi personaggi potevano vantare un numero importante di tele di Caravaggio nelle rispettive collezioni ma ognuno di loro orientava il Merisi secondo le sue personali inclinazioni e convinzioni.

Benedetto Giustiniani è tra i tre probabilmente quello più attento alle indicazioni della Controriforma in tema di arte ed al valore di San Girolamo, da un lato asceta, eremita e fondatore di monasteri ma anche segretario di papa Damasio ed estensore della versione della Bibbia nota come Vulgata, per l’affermazione dei valori primigeni della cristianità.

Ecco dunque che il San Girolamo che Caravaggio dipinge per Benedetto Giustiniani è probabilmente il più severe, scarno, austero tra le quattro tele citate. Dice la storica dell’arte Silvia Danesi Squarzina: “Il linguaggio scarno e assolutamente privo di compiacimenti può trovare una rispondenza nella committenza di Benedetto Giustiniani più attento agli aspetti dottrinali che a quelli formali. Un’analoga asprezza si riscontra nel perduto Cristo nell’orto degli ulivi, che apparteneva al cardinale mentre Christiansen sottolinea l’estrema raffinatezza di rifiniture dei dipinti di Caravaggio destinati a Vincenzo come una precisa richiesta di quest’ultimo”.

Se volete leggere per intero quanto scritto in proposito, cliccate Danesi Squarzina Caravaggio San Girolamo Penitente.

Caravaggio San Girolamo Penitente montserrat
Caravaggio San – Girolamo Penitente (1605), 110x81cm, Montserrat

L’opera

Forse è il santo di Caravaggio più essenziale di sempre. Un tavolo, un teschio, due drappi di stoffa rossa e bianca, un tavolo. Non c’è altro. Caravaggio accenna appena anche i lineamenti del santo il cui volto è in buona misura nell’oscurità.

La luce ne colpisce la parte destra rivelandone la barba bianca. La mano destra, vicina al petto, dovrebbe racchiudere il sasso con cui San Girolamo si percuoteva per penitenza. Le spalle e le braccia del santo sembrano essere dipinte più dalla luce che dal pennello mentre è sulla mano destra, scura e raggrinzita che si concentra il Merisi. Anche le vesti, soprattutto la veste bianca è resa con poche lunghe pennellate.

I San Girolamo e il San Giovanni: le similitudini

Ciò che accomuna le tele citate sono alcune precise scelte iconografiche del Caravaggio: la semplificazione della scena dove l’immagine del santo è l’unica che conta. Ridotti al minimo anche gli oggetti tipicamente rappresentati con San Girolamo e San Giovanni. Se esistono sono semplici, poveri.

In San Girolamo il galero (il cappello proprio del cardinale) è presente solo nella tela di Malta ma qui il modello e Alof de Wignacourt, Gran Maestro dell’Ordine, e questo spiega probabilmente la scelta.

Poi ci sono le figure dei santi. Possono essere vecchio o giovani (come il San Giovanni Corsini). Emaciati o vigorosi, come il San Girolamo di Malta, ma sono tutti uomini veri, rappresentati così come essi sono nella realtà. Le loro mani sono più scure dei loro corpi, perché il sole le ha colpite di più, così come ha fatto con i loro visi.

Poi c’è il buio dei fondali. Un buio da cui a le poche suppellettili fanno fatica ad emergere ma che tiene gli occhi dello spettatore inchiodati sul soggetto. Poi ci sono il bianco ed il rosso a cui Caravaggio non sa mai rinunciare. Sono l’unico riferimento mondano dei queste tele: ne sono la luce ed anche la forza, la forza di Caravaggio.

Il modello antico ed i modelli del 1605

Ciò che vediamo è spesso anche ciò che magari inconsciamente tempo dopo riproduciamo, in tutto o in parte. Non c’è dunque nulla di male nel ricercare un modello antico. Ciò è vero soprattutto avendo a mente che i mentori di Caravaggio (Del monte, Giustiniani, Borghese, e via dicendo) erano tutti collezionisti di antichità.

Così le pose di questi San Girolamo e San Giovanni rimandano alla statuaria classica. Al Galata Morente, ad esempio, che Caravaggio non avrebbe avuto difficoltà a vedere.

Viceversa, è probabile che il modello per il San Girolamo Giustiniani e per quello Borghese siano il medesimo. Lo affermava già Roberto Longhi, quindi possiamo tranquillamente accodarci…

Caravaggio San Girolamo Penitente di Montserrat: la storia

Il San Girolamo Penitente (o in Meditazione) di Caravaggio è presente nell’inventario post mortem del cardinale Benedetto Giustiniani e da questi passa al fratello Vincenzo. Lo ritroviamo nel suo inventario post mortem del 1638. I dubbi arrivano con l’inventario del 1793 dove troviamo una tela di dimensioni diverse e attribuita allo Spagnoletto.

La Collezione Giustiniani viene venduta dai pronipoti di Benedetto e Vincenzo nell’800 arricchendo in modo cospicuo le collezioni del re di Prussia poi entrate nel patrimonio dello stato tedesco. La collezione Giustiniani trova in realtà diverse strade e la nostra tela prende quella della collezione di Giulio Magni (1859-1930) ancora con l’attribuzione allo Spagnoletto. Per la cronaca, Giulio Magni, architetto e critico d’arte, per via materna nipote del Valadier, fu colui che progettò il Palazzo della Marina.

Nel 1915 Magni cedette per 65 lire la tela all’Abbazia di Montserrat che era alla ricerca di un’opera di un maestro spagnolo. Nel frattempo, la tela era stata vista, ancora a casa Magni, da Roberto Longhi che molti anni dopo, nel 1943, la inserì tra le opere autografe del Merisi.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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