Il San Girolamo Scrivente di Caravaggio a Malta, nella Concattedrale di San Giovanni, è certamente un San Girolamo diverso dall’iconografia usuale, anche da quella del Merisi.
Caravaggio San Girolamo Scrivente di Malta: un santo cavaliere
Infatti di Caravaggio conosciamo tre tele dedicate a questo dottore della Chiesa: il San Girolamo Scrivente della Galleria Borghese, il San Gerolamo in meditazione di Montserrat e questa versione maltese. Nelle prime due e, per dirla tutta, anche nell’iconografia più usuale, San Girolamo è contraddistinto dai tratti dell’eremita. Ma non in questo caso.
San Girolamo (Stridone 345 – Betlemme 419) fu battezzato da papa Liberio e fu segretario di papa Damaso. Fu un biblista e un commentatore delle scritture: su indicazione di papa Damaso, curò l’edizione latina definitiva della Bibbia, la cosiddetta vulgata. Attratto dalla vita monastica e dall’ascetismo ma anche famoso per il suo carattere irruento e per i suoi interventi severi e aspri in materia di morale e di costumi. Dunque un santo che potrebbe essere rappresentato in modi diversi. Classicamente viene messa in luce la sua qualità di dottore della chiesa ritraendolo intento a leggere o scrivere. Oppure, può essere ritratto come penitente ed in questo caso il sasso è lo strumento della sua penitenza. Il teschio si riferisce allo scorrere del tempo.
Il committente e il modello
Il fatto è che Caravaggio dipinge il San Girolamo Scrivente a Malta dove è giunto fuggiasco dopo la condanna capitale per l’uccisione di Ranuccio Tommasoni e dove l’Ordine Gerosolimitano gli consente un rifugio. Un ordine nel contempo militare ma fedele ad una stretta osservanza religiosa. Cavalieri in prima fila nel difendere l’Europa cristiana dal loro avamposto maltese nel mezzo del Mediterraneo.
Dunque, una situazione nella quale occorre ben considerare le modalità di rappresentazione dei personaggi…

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Il San Girolamo Scrivente di Caravaggio fu di proprietà del marchese genovese Ippolito Malaspina (1540-1625) che, con tutta probabilità, ne fu anche il committente. Questi fu un esponente di spicco dell’Ordine: Priore d’Ungheria, Balì di Napoli, comandante della flotta dell’Ordine, comandante della flotta del papale con Clemente VIII. Figlio di Aloisia Doria, poteva contare su un parentado di prim’ordine che includeva anche i Costa, a loro volta committenti di Caravaggio, ma anche Fabrizio Sforza Colonna (1579-1625), figlio di Costanza Colonna marchesa di Caravaggio, la grande protettrice del Merisi, e colui che materialmente condusse quest’ultimo a Malta.
Dunque, sebbene le modalità esatte con cui Ippolito Malaspina commissionò l’opera a Caravaggio non ci sono note, le opportunità per farlo certo non gli mancarono.
Fra’ Alof de Wignacourt
L’elemento più sorprendente deve però ancora arrivare. Dal 1601 al 1622 fu Gran Maestro dell’Ordine di Malta Fra’ Alof de Wignacourt (1547-1622). Questi fu colui che concesse a Caravaggio ospitalità a Malta e che sancì la sua nomina a Cavaliere. Fu anche colui che Caravaggio ritrasse in armatura ed insieme al suo paggio Alessandro Costa che ne tiene l’elmo in una storica tela oggi al Louvre. Inoltre Palazzo Pitti custodisce, sempre di Caravaggio, il noto ritratto di un cavaliere di Malta che potrebbe raffigurare fra’ Antonio Martelli o forse invece il Gran Maestro.
Il punto è che proprio Fra’ Alof de Wignacourt è il modello ritratto da Caravaggio nel San Girolamo Scrivente. Su questo punto vi è una generale concordanza degli storici dell’arte e, comunque, c’è il suo ritratto a far fede…
Fra’ Ippolito Malaspina e Fra’ Alof de Wignacourt erano assai vicini. Nulla vieta di ipotizzare che il Malaspina abbia voluto fare un cavalleresco omaggio all’amico chiedendo a Caravaggio di ritrarlo nelle vesti di un santo.
Caravaggio il San Girolamo di Malta: l’opera
La rappresentazione di San Girolamo è assolutamente sintetica. I simboli strettamente necessari, il teschio e il crocifisso. Il galero, ovvero il cappello cardinalizio, è raffigurato per il suo ruolo accanto al pontefice.
Caravaggio non rinuncia al bianco ed al rosso: l’ampio drappo rosso che ricopre il santo fino alla vita dove appare una fascia bianca. Il cranio è anch’esso investito in pieno dalla luce e diviene quasi esso stesso una fonte di luce.
L’esecuzione è mirabile: il santo siede sul giaciglio, intento a scrivere. La luce lo investe in pieno, arriva da sinistra e illumina per metà il suo viso che è il centro dell’immagine.
Il viso è straordinario. La resa delle rughe e dei capelli memorabile. L’orecchio è formidabile: un vero orecchio di Caravaggio come anche le unghie della mano sinistra strette intorno al calamaio.
Se volete approfondire l’opera di Caravaggio, qui di seguito trovate l’elenco completo dei suoi dipinti ed i link ai relativi articoli di ArtePiù Caravaggio: tutte le opere
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