San Giovanni Battista adolescente, ritiratosi in eremitaggio nel deserto per prepararsi alla missione che l’attende, è abbandonato nella meditazione al di sotto di una vegetazione ombrosa, prostrato dal digiuno e dalle rinunce. Così lo coglie Caravaggio unendo, ancora una volta, il sacro ed il profano attraverso la scelta di un modello certamente non idealizzato, proveniente dalla vita di tutti i giorni.
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Caravaggio: il San Giovanni Battista della Galleria Corsini
San Giovanni Battista è un’immagine ricorrente nella pittura di Caravaggio. In due casi, il pittore ne dipinge la morte con le tele Salomè con la testa del Battista oggi alla National Gallery di Londra e l’altra al Palazzo Reale di Madrid. In ben altre sei tele, invece, Michelangelo Merisi rappresenta il San Giovanni giovane nel periodo vissuto nel deserto. E’ questo il caso del San Giovanni Battista della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma.
Caravaggio: la Salomè con la testa del Battista di Londra
Salomè con la testa del Battista è un tema ricorrente nella pittura sacra ma Caravaggio lo affronta da par suo nulla risparmiando della atroce crudezza della scena. Così, come spesso capita nella storia del Merisi, la sua impostazione fa scuola e si ripete poi da Battistello Caracciolo al Corenzio al Sellito.
Caravaggio: la Flagellazione di Rouen
La Flagellazione del Musée des Beaux-Arts di Rouen va annoverata di diritto tra i grandi capolavori di Caravaggio al pari delle sue opere più alte. La tela ipnotizza chi la guardi per la drammaticità della scena, per il grande dinamismo, per il corpo statuario del Cristo, per l’immensa distanza che intercorre tra la sua sacralità e la bieca efferatezza dei suoi carnefici.
Caravaggio a Napoli in mostra a Capodimonte
Caravaggio rappresenta una straordinaria forza innovativa nella pittura europea a cavallo tra ‘500 e ‘600. A Napoli questo fatto è particolarmente evidente: il Merisi influenza in modo indelebile gli artisti che incontra e, in sovrappiù, genera una produzione di copie delle sue opere tale da amplificarne ulteriormente la capacità di porsi come modello. Proprio questo racconta la mostra Caravaggio a Napoli al Museo di Capodimonte.
Caravaggio: il più bel canestro di frutta di sempre?
Sempre difficile fare classifiche: ma certamente si tratta di uno dei più bei canestri di frutta della storia dell’arte. A dipingerlo Michelangelo Merisi, ovvero Caravaggio, nel Fanciullo con Canestro di Frutta oggi alla Galleria Borghese.
Caravaggio: un Cavadenti tra dubbi e citazioni
Il Cavadenti di Caravaggio – oggi a Palazzo Pitti – rappresenta una delle rarissime opere di genere dell’artista giunte fino a noi. Ad essa si possono affiancare, infatti, solo I Bari e Buona Ventura.
Si tratta anche di una delle opere la cui attribuzione a Michelangelo Merisi è più discussa. Certamente, sia in termini di argomento che realizzativi, l’opera genera in chi l’osservi un primo momento di dubbio che richiede un approccio razionale alla valutazione della stessa.
Caravaggio: l’Amorino Dormiente e l’arco turco
L’Amorino Dormiente è una delle opere del Caravaggio la cui storia ed attribuzione risulta, come vedremo, particolarmente chiara. E’ anche però, ancora una volta, una dimostrazione della capacità del Merisi di definire una sua interpretazione originale di un tema probabilmente noto.
Caravaggio a Malta: il ritratto di Antonio Martelli
Le opere di Caravaggio giunte sino a noi includono alcuni ritratti. Cinque in tutto. Tra di essi, l’ultimo ad essere dipinto è quello che ritrae, secondo i più recenti studi, Antonio Martelli, uomo d’arme e cavaliere di Malta.
Giuditta e Oloferne: la forza del Caravaggio
Giuditta e Oloferne di Caravaggio è una tela ragguardevole da diversi punti di vista. Per l’evoluzione dell’arte di Michelangelo Merisi, certamente. Ma anche perché il tema è caro alla pittura dal Rinascimento in poi e, dunque, ricco di possibili paragoni. Di certo, Caravaggio detta un modello che farà storia.