Caravaggio a Napoli ha lasciato tre opere. Custodite in tre luoghi diversi, possono divenire un piccolo tour della città per visitarne il centro storico. Andiamo a vederle insieme.
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Caravaggio: le Sette Opere della Misericordia
Le Sette Opere della Misericordia di Caravaggio, o Nostra Signora della Misericordia, è un dipinto che trova proprio nella sua complessità la sua grandezza. Infatti, nell’immensa tela (390×260 cm) la magia del Merisi racconta le sette opere articolandole in scene indipendenti ma nel contempo coordinate nell’armonia di una rappresentazione complessiva.
L’ultimo Caravaggio: il Martirio di Sant’Orsola
Il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, ultima opera dell’immenso artista, è ancora una volta prova della sua originalità di pensiero. Sant’Orsola guarda la ferita del suo martirio con sguardo quasi assente, come se da sempre sapesse che il momento sarebbe arrivato.
Caravaggio: la Flagellazione di Capodimonte
Caravaggio dipinse la Flagellazione di Cristo oggi al Museo di Capodimonte in un momento molto particolare. Infatti, verso la fine del 1606 Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi (1571-1610), giunge a Napoli da fuggitivo essendosi a Roma macchiato di omicidio e procurato, così, la condanna alla decapitazione. Qui rimane per circa un anno in un momento artisticamente assai fecondo.
Da Caravaggio a Bernini alle Scuderie del Quirinale
La mostra Da Caravaggio a Bernini alle Scuderie del Quirinale racconta l’evolversi dell’arte italiana nel ‘600 attraverso le opere delle Collezioni Reali di Spagna. Ricostruisce così anche il percorso che portò al formarsi delle collezioni stesse e i reciproci influssi tra arte italiana e spagnola.
Artemisia Gentileschi al Museo di Roma
Clicca per il VIDEO: Artemisia Gentileschi – Intervista con Francesca Baldassarri
Artemisia Gentileschi e il Suo Tempo al Museo di Roma a Palazzo Braschi è una mostra che merita senz’altro la visita. E’ una passeggiata nei primi cinquant’anni del ‘600 a Roma, Firenze e Napoli seguendo i passi di Artemisia Gentileschi (1593-1653) e nell’arte italiana di quel periodo.
Così, ai grandi capolavori di Artemisia Gentileschi fanno da corteo d’onore le opere degli artisti dai quali apprese la sua arte, il padre Orazio Gentileschi in primis, ed i molti con i quali collaborò o comunque si configurarono vicendevoli influenze. A tal proposito, leggi Orazio Gentileschi: la Giuditta e Oloferne di Oslo
Una passeggiata, dunque, in una componente importante del ‘600 italiano, secolo profondamente influenzato da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) e di per se non all’altezza dei secoli che lo avevano preceduto.
Per approfondire la pittura di Caravaggio, cliccate di seguito per vedere tutti gli articoli pubblicati da ArtePiù Caravaggio: tutte le opere
Ma l’arte di Artemisia – che probabilmente aveva conosciuto personalmente Caravaggio che era in rapporti con il padre Orazio (del quale non perdete il bellissimo Davide e Golia) – sebbene un’arte di maniera e di committenza, ha una sua forza formidabile. Eroina femminista ante litteram per lo stupro subito (1611) dal pittore ed amico del padre Agostino Tassi ed il famoso processo che ne seguì, porta nei suoi quadri la forza della rivalsa contro la violenza subita.
Artemisia Gentileschi in mostra al Museo di Roma
Sono così opere splendide Susanna e i Vecchioni (1610) e la Giuditta e Oloferne (degli Uffizi di Firenze). In quest’ultima opera, ma non solo, è evidente la ricerca di lasciarsi alle spalle attraverso la rappresentazione della violenza quanto subito: a riprova, basti il Giaele e Sisara o la Medea con il vibrante braccio destro che impugna l’arma pronta a colpire.
Le opere di Artemisia Gentileschi si susseguono così nelle sale di Palazzo Braschi di capolavoro in capolavoro. Il suo autoritratto come suonatrice di liuto, la Danae, gli importanti ritratti quali la Dama con il Ventaglio. La mostra ripercorre anche i cambiamenti nella pittura di Artemisia: dal caravaggismo in chiaro all’arricchimento della sua tavolozza, il gusto per i costumi, la raffinatezza appresa durante il periodo fiorentino, i grandi ritratti.
Le opere dei suoi contemporanei, spesso, oltre a raccontare il mondo artistico nel quale si muoveva, danno ancor maggior conto della ben diversa forza della sua arte.
La mostra nasce da un’idea di Nicola Spinosa ed è curata dal medesimo Spinosa per la sezione napoletana, da Francesca Baldassari per la sezione fiorentina e da Judith Mann per la sezione romana.
Sempre su Artemisia Gentileschi, puoi leggere:
- Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta a Palazzo Barberini
- Da Artemisia a Hackert: una collezione degna di una reggia
Artemisia Gentileschi e il Suo Tempo
Museo di Roma – Palazzo Braschi
fino al 7 Maggio 2017
ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
Info T. 06 0608
www.museodiroma.it
Gherardo delle Notti in mostra a Firenze
La Galleria degli Uffizi apre la stagione espositiva di Firenze 2015. Un anno ad arte con la prima mostra monografica dedicata al pittore caravaggesco di origine olandese Gerrit van Honthorst, più noto come Gherardo delle Notti per la particolarità di ritrarre scene a lume di notte, con suggestivi effetti luministici, generati dall’intenso chiarore della luce di candela, contrapposti alle ombre.