Il Trionfo dell’Ordine Francescano, il grande affresco dipinto del Baciccio (Giovan Battista Gaulli 1639-1709) nella volta della Basilica dei Santi Apostoli, merita di essere annoverato tra i grani affreschi sacri della Roma barocca.
Come il Trionfo della Divina Provvidenza dipinto da Pietro da Cortona a Palazzo Barberini o il formidabile Trionfo dell’Ordine Gesuita di Andrea Pozzo a Sant’Ignazio o, sempre per il pennello dl Baciccia, il Trionfo del nome di Gesù nella chiesa del Gesù.
Importanti ovviamente le dimensioni (18 metri di lunghezza per 10 di larghezza) ed in generale l’ampia articolazione dell’opera per numerosità di figure. Bello poi il controcanto stilistico tra la volta dai colori sfumati ed i contorni eterei e le figure più forti dei quattro Evangelisti posti ai lati dell’immagine principale. Più netti questi ultimi in termini di disegno ma altrettanto preziosi per i minuti particolari.
E’ proprio la particolare gestione del colore a caratterizzare il Bacciccia. Colori luminosi che sembrano come essere stati stesi in uno strato sottilissimo che sfondano verso l’infinito. Così i contorni delle figure sfumano e si confondano tanto che figure inaspettate emergono in trasparenza tra quelle principali.
Fa da corona all’affresco di Giovan Battista Gaulli quello del suo allievo Giovanni Odazzi, posto al limite della cupola dell’abside, la Caduta degli Angeli Ribelli. Un riuscito approccio illusionista dove gli angeli ribelli travolgono la cornice della cupola per cadere nel vuoto dell’abside sfiorando l’altare.
Basilica dei Santi Apostoli, l’affresco della volta: breve storia
Giovan Battista Gaulli, diciottenne e già avviato alla carriera artistica, arriva a Roma nel 1657. Qui l’incontro con Gian Lorenzo Bernini rappresenta l’evento che cambierà la sua vita sia in termini materiali che artistici. Il grande architetto e scultore gli è maestro ed anche mentore introducendolo tra i committenti che contano nella Città Eterna.
Così, nel 1685 il Bacciccia realizza il suo capolavoro: l’affresco della volta della Chiesa del Gesù. Ormai affermatissimo, già in età avanzata, riceve nel 1707 dal cardinale Giorgio Cornaro, titolare dei Santissimi Apostoli, l’incarico di realizzare l’opera della quale trattiamo.
La storia vuole che la volta venga affrescata in un tempo record: due soli mesi. Forse anche con effetti pesanti sulla salute del maestro che morirà nel 1709. Certamente con il supporto della sua bottega.
Il Trionfo dell’Ordine Francescano

Se trionfo deve essere, che sia. Nella parte alta dell’affresco, Cristo nella luce abbagliante della Resurrezione (con alla sua sinistra la croce sorretta da tre angeli) domina la scena.
Ai suoi piedi, disposti su due livelli troviamo i santi più famosi dell’Ordine Francescano. Nel primo registro, i due Apostoli le cui reliquie sono custodite nella basilica – San Giacomo minore e San Filippo – presentato al Cristo rispettivamente (a sinistra) San Francesco e (a destra) Sant’Antonio da Padova.
Qui sono evidenti i riferimenti agli attributi dei santi. Un angelo accanto a San Francesco ha in mano un bastone, riferimento allo strumento per cardare la lana con il quale fu martirizzato San Giacomo. Dall’altro lato, San Filippo ha in mano la croce mentre Sant’Antonio il libro e il giglio bianco.
Nel registro inferiore – con evidenti riferimenti, laddove presenti, ai loro titoli ecclesiastici – sono raffigurati San Ludovico di Tolosa, San Bonaventura, San Giovanni da Capestrano, San Bernardino da Siena, Santa Chiara e Santa Elisabetta d’Ungheria.
Non mancano però le scene di genere affidate come al solito agli angioletti che giocano con cappelli cardinalizi tiare come i loro colleghi accanto ai quattro Evangelisti. Scene felici dal punto di vista realizzativo e nel contempo di gusto raffinatissimo. E’ il caso di portare con voi un binocolo per gustarle appieno.
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