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Storia dell'arte

Citerna: gli angeli di Luca Signorelli

Gli angeli di Luca Signorelli appaiono inaspettati nella piccola volta della nicchia affrescata lungo la navata destra della Chiesa di San Francesco a Citerna.

Il prezioso borgo umbro, da cui si gode una veduta spettacolare dell’alta valle del Tevere, era del resto sul percorso che conduceva il maestro dalla sua Cortona a Città di Castello. Qui aveva quali committenti i Vitelli, potenti signori locali. Così quelle strade custodiscono diverse sue testimonianze: da Città di Castello a Umbertide all’Oratorio di San Crescentino a Morra. Poi, più a sud, il capolavoro assoluto del Giudizio Universale della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto.

Citerna: storia brevissima

La particolare posizione del borgo ha fatto si che Citerna sia stata abitata fina dall’epoca antica e conosciuta come Civitas Sobariae ai tempi di Roma. La sua posizione geografica è la determinante della sua storia. Infatti, se oggi si trova nell’area che rappresenta il punto di congiunzione tra Toscana, Umbria e Marche, anche più anticamente era un territorio di confine.

Citerna, come Monte Santa Maria, era nell’area di cerniera tra i territori di comuni importanti quali Arezzo e Città di Castello a cui si sottomise nel 1199. Si trovò così a divenire confine tra la Toscana Medicea e lo Stato della Chiesa di cui diviene parte nel 1463 dopo essere stata feudo dei Tarlati e del Malatesta.

I papi la conferiscono in feudo ai Vitelli, signori di Città di Castello, ed al rapporto tra questi ultimi ed il Signorelli si devono i nostri angeli.

Gli Angeli di Luca Signorelli a Citerna

Sopravvissuto alla trasformazione tardo seicentesca della chiesa di San Francesco che lo ospita, l’affresco rappresenta la Vergine col Bambino tra i santi Michele e Francesco. Al di sopra di loro volteggiano i giàluca signorelli angeli citerna menzionati angeli. Evidentissima la differente qualità di questi ultimi rispetto alle figure sacre sottostanti. I primi almeno in parte di mano del maestro, le seconde di bottega.

Mario Salmi, storico dell’arte toscano, ritenne queste figure opera di Tommaso Barnabei detto il Papacello nato a Cortona alla fine del ‘400 e qui morto nel 1559. Il Papacelli fu allievo del Signorelli nella cui bottega prestò la sua opera.

Nel 1923 Salmi ne traccia la biografia nel Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione e gli attribuisce le figure della Vergine e dei santi:

“Ma io credo che egli…abbia collaborato col Maestro, durante l’ultimo periodo della sua vita, quando l’accreditata bottega ebbe una larga produzione troppo spesso inferiore per qualità alla quantità. La prima traccia di collaborazione la trovo nell’affresco entro una nicchia nella chiesa di S. Francesco a Citerna. Si attribuisce al Signorelli del quale sono senza dubbio i due saldi angeli abbronzati, mentre la Vergine col Bambino e il S. Michele e il S. Francesco che la fiancheggiano sono condotti solo su cartone di lui. Il modellato piatto e le carni rossicce e riarse con ombre nerastre, suggeriscono il nome del Papacello: il Signorelli cominciata l’opera e chiamato altrove per le molte commissioni, dovette incaricare il giovane discepolo di completarla”.

Il Maestro o la bottega?

Guardando gli affreschi la differente qualità delle figure balza agli occhi. I due angeli hanno una qualità totalmente diversa in particolare per quanto riguarda le vesti. Ho viceversa qualche perplessità circa la qualità delle mani e dei piedi: forse anch’esse finite dal Papacello.

Per ciò che attiene le altre figure avrei addirittura dubbi sui cartoni. Il San Francesco e la Vergine sono di qualità tutt’altro che eccelsa mentre il San Michele, sebbene assai migliore, difficilmente potrebbe provenire da un cartone disegnato dal Signorelli a meno che la bottega avesse difficoltà anche nel copiare i disegni del maestro.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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