Cola dell'Amatrice Palazzo Vitelli
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Città di Castello: gli affreschi di Cola dell’Amatrice

Palazzo Vitelli alla Cannoniera a Città di Castello custodisce decorazioni importanti a partire dalla facciata a graffito per arrivare agli affreschi dello scalone monumentale attribuiti a Cola dell’Amatrice ovvero Nicola di Filotesio (Amatrice 1489-1555).

Palazzo Vitelli: gli affreschi dello scalone monumentale

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Palazzo Vitelli – Affreschi dello Scalone Monumentale

Alessandro Vitelli (1500-1544), signore di Città di Castello e condottiero agli ordini del papa, fu impegnato nel 1540 nella cosiddetta Guerra del Sale al termine della quale Perugia, sconfitta, venne sottomessa al papato.

A sua volta, Cola dell’Amatrice – architetto oltre che pittore – nell’intorno di quell’anno venne coinvolto a Perugia per la costruzione della Rocca Paolina che doveva appunto testimoniare in modo inequivocabile la sottomissione della città al soglio pontificio.

Due anni prima, nel 1538 Alessandro aveva ricevuto da Carlo V il feudo di Amatrice. Fu probabilmente in queste circostanze che, come ricorda Giorgio Vasari ne Le Vite, Cola fa il suo ingresso a Città di Castello: “Non molto dopo, essendo il signor Alessandro Vitelli fatto signore della Matrice, condusse maestro Cola già vecchio a Città di Castello, dove in un suo palazzo gli fece dipignere molte cose a fresco e molti altri lavori”.

Vasari doveva conoscere bene la vicenda. Infatti, Nicola Filotesio e la sua bottega si occuparono di riprendere la decorazione del Palazzo Vitelli alla Cannoniera lasciata interrotta da Cristofano Gherardi detto il Doceno (Sansepolcro 1508-1556) stretto collaboratore del Vasari.

Scrive in relazione agli interventi di Cola dell’Amatrice lo storico dell’arte Daniele Simonelli:

In consonanza con il clima appena respirato a Perugia, Cola dimostra la sua adesione a un linguaggio spiccatamente romano nelle volte e nelle lunette dello scalone, in passato attribuite a Battista da Città di Castello, collaboratore del Doceno, nel fregio del salone di rappresentanza, nelle decorazioni dello studiolo e di altri ambienti del piano nobile. Proprio il contatto con la cultura farnesiana di quella fase perugina dovette costituire uno stimolo essenziale per risvegliare i ricordi dei soggiorni romani di Cola, che negli affreschi dello scalone tornerà a meditare sul Pinturicchio e sul Peruzzi del primo quindicennio del XVI secolo, assimilati in prima persona a Roma intorno al 1512-1513”.

Cola dell’Amatrice a Città di Castello

Le decorazioni ad affresco dello scalone monumentale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera a Città di Castello si sviluppano nelle volte di tre rampe e quattro

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Cola dell’Amatrice – Leda e il cigno

pianerottoli. Se da un lato la qualità è variabile probabilmente in misura dell’abilità dei collaboratori, il risultato è nel suo complesso importante.

Il pezzo forte è la volta della prima rampa. Al centro Apollo con le nove Muse ed ai lati le storie di Apollo.

A metà rampa lo stemma che trovate nella volta pone insieme le armi di Alessandro Vitelli (il vitello, appunto) e il leone rampante della moglie Angela Rossi di San Secondo Parmense (1506-1573). I due si erano sposati nel 1530 dopo la morte del cugino di Alessandro Vitello nel 1528 con cui Angela era stata sposata dal 1522. Proprio per celebrare queste nozze, all’inizio dunque del terzo decennio del XVI secolo, Alessandro fece erigere il palazzo alla Cannoniera.

Nei due tondi, una Leda col cigno (che potrebbe ritrarre Angela di San Secondo) ed Apollo, dio protettore delle muse stesse. Le muse hanno un qualcosa di raffaelliano. Le grottesche sono di qualità. La coloritura dello sfondo intrigante.

In cima alla prima rampa la volta del pianerottolo è affrescata anche qui a grottesche. Un drago, un leopardo alato, una sfinge e un grifo popolano le quattro vele in cui è divisa la volta.

Il trionfo dell’amore o la sottomissione dell’uomo

La volta del terzo pianerottolo è certamente la più intrigante. La volta, pregevole, è ornata con motivi fitomorfi, unicorni e mascheroni ma sono le lunette il pezzo forte.

Esse rappresentano infatti tre scene: Solomone indotto da Edomite ad adorare Nettuno; Ercole indotto da Ontale a filare; Aristotele cavalcato dalla cortigiana Fillide. Dunque una rappresentazione della forza dell’amore capace di far si che un uomo sia sottomesso alla sua donna.

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Cola dell’Amatrice – Aristotele cavalcato dalla cortigiana Fillide

La volta della scalinata che segue è ornata con medaglioni di coppie famose. Anche qui, probabilmente, un richiamo alla coppia che viveva in quel palazzo.

La volta del pianerottolo posto in cima a questa rampa è particolarmente elegante. Le quattro vele sono ornata ciascuna con una coppia di animali e putti. Si tratta di due coppie di leoni e di due coppie di vitelli, secondo le armi delle due famiglie unite dal matrimonio di Alessandro ed Angela.

Palazzo Vitelli: la rampa dei pianeti e dello zodiaco

L’ultima rampa è dedicata alla rappresentazione delle sette divinità planetarie con i relativi simboli zodiacali. Ovvero Saturno, Giove, Marte, Apollo, Mercurio, Venere, Diana-Luna.  Ciascuna divinità è inclusa in un esagono e rappresentata insieme ai suoi simboli zodiacali. Ad esempio, Mercurio è rappresentato con i simboli dei gemelli e della vergine.

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Se dobbiamo guardare alla pittura romana, allora, probabilmente, qui Cola dell’Amatrice cita il famoso oroscopo di Agostino Chigi dipinto da Baldassarre Peruzzi nella Loggia di Galatea della Farnesina. Del resto questi affreschi erano stati realizzati proprio negli anni nei quali Cola si trovava a Roma e dunque, con buona probabilità, li conosceva bene.

Palazzo Vitelli custodisce anche una splendida tavola del Signorelli. Leggi in proposito Luca Signorelli tra Città di Castello e Umbertide

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Cola dell’Amatrice – Ercole indotto da Ontale a filare

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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