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Storia dell'arte

Costanza Colonna: biografia dell’angelo custode di Caravaggio

Costanza Colonna, figlia secondogenita di Marcantonio Colonna, il vincitore di Lepanto, e di Felice Orsini, nacque tra fine febbraio ed inizio marzo del 1556 nel ducato paterno di Tagliacozzo in Abruzzo.

A tali conclusioni giunge Giacomo Berra in un recente studio. Ella prese il nome della nonna di Felice, Costanza Farnese.

Fabrizio, Ascanio e Giovanna: fratelli e sorella importanti

Marcantonio e Felice ebbero sette figli. Tra questi almeno tre di loro ebbero una particolare importanza per la vita di Costanza. Il fratello Fabrizio (1557-1580) il quale nel 1565 sposò Anna Borromeo, sorella di San Carlo Borromeo, rafforzando quindi i rapporti tra le due famiglie. Questi ultimi in quei decenni poterono contare su ben due Arcivescovi di Milano: San Carlo (1538-1584) ed il cugino Federico (1564-1631).

Poi il fratello Ascanio (1560-1608), cardinale, viceré d’Aragona e duca di Marino: potente a Roma, in Spagna ed a Malta avendo ricoperto incarichi rilevanti nell’Ordine Gerosolimitano. Infine la sorella Giovanna che aveva sposato Antonio Carafa della Stadera, discendente di uno dei più importanti casati napoletani che quindi le consentiva di essere a suo agio in questa città. Infatti, passò a Napoli un periodo significativo della sua giovinezza. Qui si trovava nel 1567 ma, secondo il Berra “molto probabilmente anche negli anni precedenti, cioè quando era in attesa di lasciare la famiglia per recarsi a Caravaggio al fine di sposare il marchese Francesco Sforza (a Milano Costanza arriverà il 9 novembre 1568)”.

Il matrimonio con Francesco Sforza

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Costanza Colonna

Infatti il 13 giugno 1567 una promessa di matrimonio, la lega a Francesco Sforza (1550-1583), marchese di Caravaggio con la clausola che le nozze si sarebbero però tenute dopo che ella avesse compiuto dodici anni.

Così, il 21 aprile 1568, Fran­cesco Sforza scrive al suocero Marcantonio Colonna: “Grandissima al­legrezza ho sentito nel sposalitio esseguito dell’Il­lustrissima Signora Donna Costanza, et della lettera che Vostra Eccellenza mi ha mandata, nella qual quella mi promette mandarmi la detta Signora con la prima Comodita delle gallere”. Poiché le gallere o galere sono un tipo di nave, l’idea è che Costanza avrebbe raggiunto per mare Genova e poi da lì a Milano.

In realtà Marcantonio non fu sulle prime particolarmente favorevole a questo matrimonio. Come detto, la sua prima figlia Giovanna era andata in moglie ad Antonio Carafa della Stadera, duca di Mondragone e principe di Stigliano, esponente di uno dei più importanti casati del Regno di Napoli. Rafforzare adesso i suoi rapporti con il Ducato di Milano gli era certamente utile ma la tenera età di Costanza lo lasciava perplesso.

A caldeggiare le nozze tra Francesco Sforza e Costanza si impegnò però in prima persona l’Arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo. Dopo che nel 1565 i Borromeo si erano imparentati con i Colonna, adesso Carlo Borromeo cercava di rafforzare questo asse tra Roma e Milano collegando i Colonna agli Sforza. Così, alla fine, Marcantonio approvò il matrimonio stabilendo però la clausola relativa all’età della figlia già menzionata.

La vita coniugale

Una volta che, per procura, lo sposalitio fu esseguito Costanza non tardò a raggiungere il marito ma il rapporto coniugale non si avviò sotto una buona stella. Infatti, probabilmente per la difficoltà a concepire un

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Sustermans – Ritratto del Principe Marcantonio II Colonna

erede, si arrivò ad un passo dall’annullamento delle nozze, iter nel quale fu coinvolto in prima persona San Carlo.

Il concepimento di un primo figlio fece però tornare gli sposi sui loro passi. Infatti Costanza il 14 Novembre 1569 partorì un figlio maschio presso il monastero delle suore di San Paolo Converso in Milano. Questi nacque però già morto e l’indagine condotta in prima persona dall’Arcivescovo di Milano giunse alla sorprendete conclusione che Costanza ed il marito fossero convinti che la puerpera fosse in realtà ancora vergine e che il suo gonfiore fosse l’esito di una idropisia (anasarca). Le cure a cui i medici l’avevano sottoposta avevano condotto ad un aborto spontaneo.

La coppia ebbe successivamente ben dodici o tredici figli. Di questi ne sopravvissero solo sei. Il 5 luglio 1583 muore Francesco Sforza e Costanza resta sola divenendo da allora la reggente del feudo di Caravaggio.

Muzio e Fabrizio Sforza

Dei sei figli dei marchesi di Caravaggio ve ne sono due particolarmente importanti. Il primo è Muzio II Sforza (1576-1622), che subentrò nel titolo di marchese di Caravaggio. Questi sposò Orsina Damasceni Peretti, pronipote di Sisto V (1521-1590), dopo la morte del primo marito di costei Marcantonio III Colonna (1575-1595). Evidentemente, questo matrimonio rinsaldò ulteriormente il ruolo di Costanza nel casato colonnese.

Il secondo è Fabrizio Sforza (1579-1625), amatissimo e protetto dal cardinale Ascanio Colonno che lo fece elevare, ancora adolescente, al rango di co-priore dell’Ordine di Malta a Venezia. Fu paggio di Filippo II di Spagna (1527-1598), consigliere di Filippo III (1578-1621) e generale nell’esercito di quest’ultimo.  Fu poi comandante generale della flotta dell’Ordine dal il 22 agosto 1606 fino al 29 Aprile 1608. Un incarico biennale che gli viene però rinnovato il 13 ottobre 1608. Infine, dal 1610 al 1625 fu Gran Piore di Venezia dell’Ordine di Malta.

La familiarità con i Merisi

Il padre di Michelangelo Merisi, ovvero del Caravaggio, Fermo (1539-1577) fu maestro di casa dei Marchesi di Caravaggio. La sorella della madre Lucia Aratori, Margherita, fu la nutrice dei figli di Costanza Colonna e Francesco Sforza fu presente alle nozze di Fermo e di Lucia. Infine, Carlo Borromeo in una lettera del 18 gennaio 1570, afferma come la marchesa nei giorni festivi impartisse lezioni di catechismo nel suo feudo di Caravaggio

Questi elementi rendono assai probabile che Costanza Colonna dovesse aver conosciuto Michelangelo già da bambino e forniscono una più che plausibile ragione per la protezione premurosa che gli offrì per tutta la sua vita.

Gli anni milanesi e il trasferimento a Roma

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Ascanio Colonna

Gli anni successivi alla morte del marito non dovettero essere particolarmente graditi a Costanza. Evidentemente, l’ambiente tra Milano e Caravaggio doveva starle stretto e la sorveglianza dell’Arcivescovo Borromeo pressante.

Sappiamo che inizialmente Costanza avesse pensato di prendere i voti, scelta però non perseguibile data la presenza di un’ampia prole ancora di giovane età. Poi aveva rinunciato a questo proposito ma evidentemente conduceva una vita più adatta a Roma che a Milano.

Infatti, nel 1587, monsignor Carlo Bascapè, stretto collaboratore di San Carlo Borromeo e padre spirituale di Costanza, le indirizzò una lettera di diciassette pagine in cui le rimprovera un po’ di tutto. Dall’indulgere nella lettura delle rime del Petrarca, al vestire lascivamente, all’imbellettarsi, al ricevere visite di uomini.

Possiamo affermare che dopo la morte di Francesco Sforza la marchesa si mosse tra Milano, Caravaggio e Galliate (di cui era contessa). Dal settembre 1592 è però a Roma. E’ il medesimo anno nel quale, probabilmente, vi giunge anche il Caravaggio. Esiste poi la certezza documentata della sua permanenza a Roma fino al maggio 1605.

Costanza sarà così per lunghi anni lontana da Milano e dai suoi feudi vivendo tra Roma e Napoli.

Costanza e il Cardinal Ascanio Colonna

In quegli anni a cavallo tra ‘500 e ‘600 il fratello di Costanza, il cardinale Ascanio, continua nella sua carriera. Elevato al rango cardinalizio già da Sisto V nel 1586, dal 1594 diviene Gran Priore di Venezia dell’Ordine di Malta di cui sarà co-priore insieme a lui già da giovanissimo il nipote Fabrizio figlio di Costanza. A fine settembre del 1600 si trasferisce in Spagna e nel 1602 è nominato vicerè d’Aragona, titolo che mantenne fino al maggio del 1605 per rientrare a Roma durante l’estate di quell’anno.

Negli anni della sua assenza da Roma delegò alla sorella Costanza, che abitava negli appartamenti del fratello a Palazzo Colonna, la gestione di tutti i suoi interessi.

Costanza Colonna e la fuga di Caravaggio a Napoli

michelangelo merisi caravaggio
Etienne Baudet – Ritratto di Caravaggio con la Croce di Malta

Costanza è dunque a Roma e con un ruolo significativo in seno ai Colonna quando Caravaggio uccide Ranuccio Tommassoni (28 maggio 1606). Così facilmente possiamo immaginare la sua regia dietro la fuga da Roma del Merisi. Potrebbe averlo nascosto a palazzo in quella drammatica notte e poi scortato a Palestrina.

Infatti abbiamo ancora qualche incertezza sul percorso di avvicinamento di Caravaggio al Regno di Napoli. Maurizio Marini ritenne che in prima battuta si sia recato a Palestrina e poi a Paliano. Così attesta anche in una lettera Fabio Masetti al duca di Modena del quale è ambasciatore a Roma.

Costanza Colonna era affezionata a Paliano. Lo dimostra una lettera scritta da Giovan Paolo Marincola, vescovo di Teano, ad Ascanio Colonna il 9 ottobre 1601: La signora Marchesa è rimasta nella terra di paliano, dove da quel popolo è ho­norata, et servita con ogni affetto. Se vi ritrovasse qualche pezzo di territorio da poter fondarci un fratoio alla usanza di Lombardia, vi si fermerebbe volentieri, per la sodisfattione di quel luogo; che di là potrebbe facilmente proveder alle cose di Marini, et del’Abbatia (Subiaco), standone in mezo.

Comunque sia, Caravaggio è per certo a Napoli (qualche giorno) prima del 6 ottobre 1606. Infatti in quella data riscuote un acconto per una tela che in realtà non sappiamo se fu mai dipinta.

Costanza, non essendo più la rappresentate a Roma di Ascanio e avendo messo al sicuro il Merisi, torna a Milano. Qui giunse il 17 ottobre 1606. Era partita quattordici giorni prima, viaggiando via terra. Dunque intorno al 3 ottobre quando il Merisi era già sulle pendici del Vesuvio.

Costanza Colonna arriva a Napoli

Frans Pourbus Luigi Carafa Principe di Stigliano
Frans Pourbus – Luigi Carafa Principe di Stigliano

Come ci racconta Giacomo Berra, Costanza non aveva però particolare intenzione di trattenersi nella città lombarda. Infatti:

“… La marchesa – che Alessandro Tassoni, scrittore e segretario del cardinale Ascanio, aveva defini­to “donna di spiriti più che virili né men pronta nel conoscere il meglio che veloce nell’essequirlo” – aveva programmato questo soggiorno partenopeo proprio perché riteneva necessario poter seguire e favorire direttamente i complessi tentativi burocratici che il figlio primogenito Muzio II Sforza stava intrapren­dendo in quegli anni.

Muzio, infatti, aveva intenzione di ‘scambiare’ il proprio marchesato di Caravaggio (compresa la contea di Galliate) con un territo­rio equivalente nel regno napoletano dove i Colonna avevano, per tradizio­ne, una più vasta ramificazione di interessi. Si trattava di una “permutatione” che il nonno materno Marco Antonio Colonna aveva strategicamente escogi­tato già qualche decennio prima (dopo la morte del marito di Costanza): uno ‘scambio’ che avrebbe permesso a Muzio di acquisire anche il “titulo de Prin­cipe”.

Per raggiungere Napoli Costanza Colonna si imbarca a Genova sulle galere maltesi comandate da suo figlio Fabrizio (comandante generale della flotta dell’Ordine dal 22 agosto 1606). Questi infatti, dopo essere andato da Malta a Barcellona per prendere possesso di una nuova nave ha intrapreso il viaggio di ritorno a La Valletta.

Madre e figlio lasciarono Genova il 31 maggio 1607 per giungere via mare a Napoli il 17 giugno 1607.

La nobildonna è ospite dei Carafa sia a Torre del Greco che nel loro palazzo di Chiaja. Come sappiamo infatti la sorella di Costanza, Giovanna, aveva sposato Antonio Carafa della Stadera (1542-1578), duca di Mondragone e principe di Stigliano. In quegli anni a reggere le sorti della famiglia era il figlio di costoro, Luigi (1567-1630), nipote di Costanza.

La partenza di Caravaggio per Malta

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Caravaggio – Ritratto di Alof de Wignacourt (part.)

E’ probabile che le galere maltesi ripresero il largo il 25 giugno per arrivare a Malta il 12 luglio dopo aver attraccato a Messina ed a Siracusa.

In quei concitati giorni tra il 17 ed il 25 sappiamo che Costanza fu molto impegnata in discussioni con fra’ Giovanni Andrea Capece, ricevitore a Napoli dell’Ordine di Malta. Quest’ultimo era, per così dire, l’uomo

che gestiva gli interessi economici ma anche tutta una serie di aspetti organizzativi relativi all’Ordine. Tra questi anche la decisione di chi imbarcare sulle navi dell’Ordine….

Secondo diversi studiosi che si sono cimentati nel ricostruire il trasferimento di Caravaggio Malta è probabile che questa soluzione fosse stata ipotizzata già al momento della fuga da Roma richiedendo però poi un’articolata trattativa ed un momento propizio.

Infatti sul Merisi pendeva una condanna capitale da parte di quello stesso pontefice dal quale dipendeva l’Ordine di Malta e nella cui curia operava il cardinal Ascanio. In sovrappiù Caravaggio fu condotto a Malta sulle navi dell’Ordine, non in modo nascosto. Dunque vi era probabilmente un accordo trasversale dietro questo viaggio. Non a caso, quando il Gran Maestro Alof de Wignacourt chiese a papa Paolo V Borghese l’autorizzazione a far entrare Caravaggio nell’Ordine ebbe risposta positiva. Ambedue, peraltro, disponevano di un loro ritratto eseguito dal Merisi. Clicca qui di seguito per il ritratto del pontefice.

Per visualizzare l’opera completa in HD cliccare Caravaggio Ritratto di Alof de Wignacourt

Gli anni partenopei

Sebbene non sia possa in alcun modo escludere che Costanza Colonna non abbia lasciato Napoli per alcuni periodi, esiste ampia documentazione che attesta qui la sua residenza.

Il 29 luglio 1610, nell’immediatezza della morte del Caravaggio, il Nunzio Apostolico nel Regno di Napoli Deodato Gentile scrive al cardinale Scipione Borghese ansioso di entrare in possesso delle tele che il Merisi aveva portato con se nell’ultimo fatale viaggio:

la felluca ritornata (da Porto Ercole a Napoli) riportò le robbe restateli in casa della S.ra Marchese di Caravaggio, che habi­ta a Chiaia (nel palazzo dei Carafa), e di dove si era partito il Caravaggio: ho fatto subito vedere se vi sono li quadri, e ritrovo che non ne sono più in essere, eccetto, che tre, li doi S. Gio(v)anni, e la Madalena, e sono in sud.ta casa della S.ra Marchese..

Soprattutto grazie alle lettere arrivate fino a noi, possiamo affermare che Costanza Colonna rimase a Napoli fino al 1618.

Costanza Colonna: il ritorno a Caravaggio

Proprio nel 1618 Costanza raggiunge Genova, probabilmente per fare rientro a Milano. Megli anni seguenti la troviamo nel capoluogo lombardo ma anche nei suoi feudi di Galliate e Caravaggio. Proprio qui, dove probabilmente fin da bambino aveva conosciuto Michelangelo, si spense il 4 aprile 1626 avendo da poche settimane compiuto i settant’anni. La sorte non le risparmiò il dolore di veder morire i suoi due figli maggiori. Nel 1622 era venuto a mancare Muzio e nel 1625 Fabrizio: il suo tempo era drammaticamente giunto.

Approfondimenti

Se volete approfondire la figura di Costanza Colonna potete leggere (35MB) G. Berra – Costanza Colonna lettere inedite

Per la biografia di Michelangelo Merisi, cliccate Caravaggio biografia sintetica: Vita e Opere

Per approfondire la vita di colui che fu il maggior sponsor di Caravaggio, leggete Francesco Maria Bourbon Del Monte 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.