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da Giotto a Gentile pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento

da GIOTTO a GENTILE pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento a cura di Vittorio Sgarbi indaga pittura e scultura fra Marche e Umbria nel Due e Trecento all’interno del loro contesto paesaggistico e ambientale di straordinaria bellezza.

Ad ospitare la mostra da Giotto a Gentile Fabriano, un vasto “deposito” di capolavori artistici medievali in gran parte poco noti, che ne accrescono il fascino riservato. Un’occasione, dunque, non solo per approfondire la propria conoscenza di una particolare fase artistica in una specifica area geografica, ma anche di godersi i dolci paesaggi marchigiani ed i tanti, piccoli o grandi, tesori artistici che custodiscono.

da Giotto a Gentile pittura e scultura a Fabriano fra 200 e 300: i perché della mostra

allegretto nuzi da giotto a gentile fabriano
Allegretto Nuzi – Madonna col Bambino e S. Venanzo

L’obiettivo della mostra è quello di ritessere la trama di questo complesso periodo, ricco di testimonianze affascinanti, ma note soprattutto agli studiosi e agli appassionati d’arte, al fine di permettere un’ampia divulgazione di questi temi. E’ l’occasione per vedere vicini Giotto, Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi e gli affreschi e le tavole dipinte dagli artisti locali e valutare le vicende della pittura di quelle aree e di quei periodi.

Una valutazione aiutata dalla pubblicazione di uno studio, con saggi e schede sulle opere e sugli artisti, che ha la duplice funzione di catalogo dell’esposizione e di approfondimento critico di interessanti questioni riguardanti la pittura e la scultura fra Marche e Umbria nel Due e Trecento, intorno alle quali  la ricerca resta ancora aperta.

da Giotto a Gentile: i percorsi della mostra

Sede principale della mostra da Giotto a Gentile sarà la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e tre chiese di Fabriano. Oltre 100 le opere tra dipinti, pale d’altare, tavole, affreschi staccati, anche sculture, oreficerie, miniature, manoscritti, codici.

Una mostra nella mostra, saranno gli itinerari lungo dentro Fabriano e nel territorio circostante tra abbazie, eremi, pievi e monasteri sparsi nelle vallate appenniniche tra Marche ed Umbria, luoghi un tempo frequentati proprio dalle maestranze che diffondevano il nuovo idioma giottesco.

da GIOTTO a GENTILE vede presenti nel Comitato Scientifico Mina Gregori, Antonio Paolucci, Maria Rosaria Valazzi, Angelo Tartuferi, Alessandro Marchi, Elvio Lunghi, Giampiero Donnini, Fabio De Chirico e Vittorio Sgarbi che lo presiede. Il catalogo, di Mandragora, è curato da Vittorio Sgarbi, Giampiero Donnini e Stefano Papetti responsabile dell’allestimento con Liana Lippi, direttore dell’evento.

da GIOTTO a GENTILE: un po’ di storia dell’arte

da giotto a gentile fabriano
Maestro di Campodonico – Annunciazione

L’egemonia culturale dell’Umbria vide la sua affermazione nel corso del Trecento, sia dal punto di vista artistico che sotto il profilo dei valori spirituali. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivace realtà di fede che si avvalse della pittura come di un efficace strumento propagandistico ed educativo.

Sul finire del XIII secolo, quando sui ponteggi della Basilica Superiore di Assisi si affermava un nuovo  eloquio pittorico compiutamente occidentale, l’influsso giottesco si propaga anche attraverso i valichi appenninici fino a Fabriano. Maestri anonimi, assai esperti nella pratica dell’affresco, lasciarono tracce del loro operato nelle più importanti chiese degli Ordini Mendicanti, ma anche nelle sperdute pievi sorte sui monti vicini alla città della carta.

Da Campodonico trae il suo nome un maestro di cui ancora non conosciamo il nome – detto dunque il Maestro di Campodonico – capace di coniugare la spazialità giottesca con una carica umana profonda e modernissima. I suoi affreschi strappati dalle pareti dell’antica pieve ci appaiono oggi come una testimonianza della vivacità delle relazioni artistiche che si sono intrecciate fra Marche ed Umbria grazie alla rete viaria che univa le aree appenniniche, strade percorse da pastori, mercanti, santi ed artisti, consapevoli di essere parte di una stessa civiltà.

Allegretto Nuzi

Un’ampia sezione della mostra è dedicata anche ai raffinati dipinti su tavola realizzati da Allegretto Nuzi dopo il suo rientro dalla Toscana in occasione della peste del 1348. Tavole e polittici caratterizzati da elette figure ispirate ai modelli fiorentini e senesi, rielaborati in chiave cortese, come testimoniano le varie redazioni della “Madonna dell’Umiltà”. E’ questo un soggetto frequentemente trattato sia dal Nuzi che dal suo allievo fabrianese Francescuccio di Cecco Ghissi, la cui produzione appare improntata ad una sontuosità decorativa che soddisfa le esigenze della committenza di provincia.

puccio di simone da giotto a gentile fabriano
Puccio di Simone – Madonna col Bambino e Santi

Alla cifra stilistica del caposcuola Allegretto si collega anche la produzione di sculture in legno intagliato e dipinto,  a grandezza naturale,  destinate all’allestimento di presepi scenografici, attribuite ad un anonimo Maestro dei Magi. Gli esemplari conservati a Fabriano e quelli del Museo di Palazzo di Venezia a Roma compongono un nucleo omogeneo riferibile a questo artista attivo a Fabriano e ben noto anche oltre i confini cittadini.

La mostra si chiude con alcuni capolavori  di Gentile, come la Crocefissione del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, o la raffinata Madonna dell’umiltà del Museo nazionale di San Matteo di Pisa. Lo stile elegante e forbito esibito dal caposcuola del Gotico Internazionale  rivela la consuetudine giovanile con i pregiati ed eleganti apparati presenti nella città di origine.

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guarda anche il video “Terra Gentile, Fiore d’Appennino” 

da Giotto a Gentile pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento

a cura di Vittorio Sgarbi Fabriano

25 luglio – 30 novembre 2014

Pinacotaca Civica “Bruno Molajoli”  Info: 0732/042195

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.