Nella Chiesa di Trinità dei Monti l’affresco dell’Assunzione di Daniele da Volterra domina la parete di fondo della terza cappella a mano destra, nota appunto come Cappella dell’Assunzione ma anche come Cappella della Rovere per il patronato che ne aveva Lucrezia della Rovere.
Cappella dell’Assunzione: storia breve
Lucrezia Franciotti della Rovere (1485-1552), figlia di Giovanni Francesco Franciotti e Luchina della Rovere, nipote di papa Giulio II (Giuliano della Rovere 1443-1513) fu promessa in moglie per volontà dello stesso pontefice a Marcantonio I Colonna (1478-1522) condottiero in quegli anni al servizio dello Stato Pontificio.
Le nozze avvennero il 4 gennaio del 1508 e la moglie visse per ben trent’anni dopo la morte del marito. Il 18 agosto 1548 le venne concesso il patronato della cappella in questione: sedeva sul soglio pontificio Paolo III Farnese, grande mecenate delle arti, ed alla sua corte erano presenti i più bei pennelli di quegli anni.
Daniele Ricciarelli (1509-1566), più noto come Daniele da Volterra, aveva appena terminato di affrescare per Elena Orsini a Trinità dei Monti (nella cappella accanto) la famosa Deposizione (oggi staccata e spostata nella seconda cappella a mano sinistra). Così, forse, venne naturale a Lucrezia pensare di affidare l’opera al Ricciarelli
L’Assunzione di Daniele da Volterra
Chissà se Lucrezia della Rovere si pentì di quella commissione, nonostante i risultati senz’altro significativi. Racconta infatti il Vasari che Daniele da Volterra avrebbe impiegato quattordici anni per compiere l’opera che sarebbe stata terminata solo intorno al 1562.
In realtà, sempre stando al Vasari, sebbene i cartoni siano tutti da attribuire a Daniele, l’effettiva realizzazione sarebbe in buona misura dovuta a suoi collaboratori. Per essere più precisi, era appena venuto a mancare Perino del Vaga (1501-1547) con il quale Daniele da Volterra aveva a lungo lavorato. Così, alcuni artisti vicini a Perino si erano dopo la morte di questi accostati a Daniele.
Trinità dei Monti: le Storie della Vergine della Cappella della Rovere
In pratica, gli affreschi della cappella della Rovere si articolano come segue:
- la parete dell’altare accoglie l’Assunzione di Daniele da Volterra e l’Annunciazione dovuta invece a Giovanni Paolo Rossetti
- la parte di destra accoglie la Presentazione di Maria al Tempio opera di Daniele (guardate il personaggio in primo piano che sale le scale attraverso la balaustra spezzata) e la Nascita della Vergine dello spagnolo Gaspar Becerra
- la parete di sinistra è dominata dalla Strage degli Innocenti di Michele Alberti e qui siamo in una fase successiva (nel pieno sesto decennio del secolo) quando probabilmente l’Annunciazione era già terminata
- sottarco e volta sono invece dovuti a Pellegrino Tibaldi e Marco Pino e illustrano diversi momenti della vita della Madonna.
La danza degli angeli, lo stupore degli Apostoli
Che Daniele da Volterra non solo conoscesse bene l’opera di Michelangelo ma che ne fosse anche devoto amico è noto e sia questa Assunzione che la cappella in generale lo testimoniano. Tanto che il primo Apostolo a sinistra, posto di tre quarti, non è dissimile dal famoso ritratto che Daniele fece di Michelangelo.
L’Assunzione del Ricciarelli si articola nettamente in due registri. In quello inferiore gli Apostoli formano un semicerchio aperto verso di noi. Indicano la Vergine che si sta levando verso il cielo, si interrogano, discutono.
Sopra di loro la Vergine, su una nuvola, ormai distaccatasi da terra, raggiunge il cielo attraverso il tondo di una cupola alla quale manca però la volta.
Intorno, come a sorreggerla, ad aiutarla nel volo, un cerchio, una ghirlanda, di angeli che guarda verso di noi: un po’ al contrario della disposizione degli Apostoli.
Questi ultimi sono una gran pezzo di pittura, come lo sono gli angeli. Un affresco da assaporare su uno dei più bei balconi di Roma pensando al grande Michelangelo.
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