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de Chirico e Savinio: divergenze parallele alla Magnani Rocca

La mostra che la Fondazione Magnani Rocca dedica a Giorgio de Chirico e Alberto Savinio – i Dioscuri del ‘900 – è un’occasione da non perdere. Per la prima volta (e chissà quando ce ne sarà una seconda) l’opera dei due fratelli viene esposta in un confronto vis a vis che permette di apprezzare come ciascuno abbia percorso autonomamente tematiche ad entrambi comuni.

Come sempre, anche in quest’occasione, la Fondazione Magnani Rocca è riuscita nell’intento di raccogliere nella quiete e nella bellezza della sua villa di Mamiano di Traversetolo un selezionato insieme di opere. de chirico savinio mostra parma fondazione magnani rocca mamiano traversetoloTele veramente rappresentative dell’attività dei fratelli de Chirico. Le date in cui le stesse sono state dipinte stanno lì a dimostrarlo. E se è più facile incontrare capolavori di Giorgio De Chirico in giro per il mondo, ben più difficile è godere di una così ampia esposizione di Alberto Savinio.

Il merito va ai curatori Alice Ensabella, Università di Grenoble, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca.

de Chirico e Savinio: divergenze parallele

de chirico savinio mostra parma fondazione magnani rocca mamiano traversetoloI due fratelli de Chirico, Giorgio (1888-1978) e Andrea (che portava anche il nome Alberto, 1981-1952), cresciuti in un comune milieu culturale, intrapresero poi percorsi artistici autonomi sebbene con momenti di significativo contatto.

Giorgio dedicò la sua vita fin da subito alla pittura. Alberto vi arrivò solo più tardi, nella seconda parte degli anni 20 del ‘900. Ma ad Alberto sembra doversi la base teorica della pittura metafisica sviluppata da Giorgio negli anni precedenti la Grande Guerra.

La mostra De Chirico e Savinio. Una mitologia moderna, questi percorsi a volte paralleli, a volte divergenti li spiega benissimo attraverso le sue sezioni tematiche.

Il Mito

L’amore per il mondo mitologico della Grecia antica è comune ad ambedue i fratelli. Che però lo interpretano in modi diversi. Certamente nel solco dei grandi movimenti artistici del XX secolo ma con sensibilitàde chirico savinio mostra parma fondazione magnani rocca mamiano traversetolo diverse e, nel caso di Savinio, con una vena evidentemente surrealista.

In questa sezione, un’attenzione speciale meritano i Prometeo. Quello di Giorgio del 1909 (ancora figurativo) e quello di esattamente venti anni dopo di Savinio. A fronte delle loro tele, si pone quella del maestro svizzero Arnold Bocklin che fu, nello specifico, modello per ambedue ma con esiti evidentemente diversi.

E’ evidente come qui convergano diversi aspetti del background culturale dei due fratelli: il mito e la sua interpretazione attraverso gli occhi del romanticismo.

Clicca qui di seguito per la Videointervista con Stefano Roffi, curatore della mostra

La Città… e i suoi abitanti

de chirico savinio mostra parma fondazione magnani rocca mamiano traversetoloLa città, il luogo della mitologia moderna, mostra anche in questo caso le diverse strade intraprese da Giorgio de Chirico e Alberto Savinio. Le iconiche Piazze d’Italia di Giorgio, le rovine di Alberto.

Preziosissima – e parte della collezione della Fondazione Magnani Rocca – l’Enigma della Partenza datata dallo stesso de Chirico 1914. A fronte, personalmente, porrei Gomorrhe di Savinio del 1929 di vibrante intensità.

Gli abitanti della città sono per Giorgio de Chirico i famosi manichini. Per Alberto Savinio originali creature zoomorfe.

Punto di fuoco è, in questo caso, la grande tela Le consolateur di Giorgio de Chirico (190×130), prestito della Collezione Barilla. I due manichini – nell’ottica dei famosi Archeologi – rivelano al loro interno memorie antiche del loro passato.

La madre pellicano (che nutre i piccoli della sua stessa carne) è forse l’opera più rappresentativa di Alberto Savinio in questo ambito.

Cavalli, centauri e gladiatori

La sala più grande del piano che la Fondazione Magnani Rocca riserva alle mostre temporanee accoglie alcuni tra i soggetti più amati ed ammirati di de Chirico e Savino.

Gli inconfondibili cavalli di Giorgio, dominati da una superba grande tela del periodo barocco. I giocattoli immaginari di Savinio posti sulle rive e sulle spiagge della Grecia della sua fanciullezza.

Nature morte, ritratti e teatro

Giorgio de Chirico e Alberto Savinio dipinsero anche soggetti parte, per così dire, della pittura figurativa più ortodossa quali nature morte e ritratti.de chirico savinio mostra parma fondazione magnani rocca mamiano traversetolo

E anche qui diedero grande prova di se. Le nature morte lasciano il segno. Partirei da Grenades avec buste ancien (1923) dove Giorgio de Chirico accosta a dei materici melograni un sognante busto classico ed un accenno di paesaggio che ammicca a opere di maestri più antichi. Non da meno Savinio con uva e frutta di grande fascino.

La sezione che la mostra dedica ai ritratti mostra anch’essa le doti dei due fratelli e consente una carrellata di foto di famiglia. Celeberrimo, uno per tutti, l’Autoritratto nello studio di Parigi, nella collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

La mostra si chiude con 71 bozzetti di costumi realizzati dai due fratelli per il Teatro alla Scala di Milano.

de Chirico e Savinio. Una mitologia moderna

Fondazione Magnani Rocca

16 marzo – 30 giugno 2019

via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)

Orari:

Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua). Aperto tutti i festivi.  Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno.

Info e telefono:

0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it

www.magnanirocca.it

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.