Anche visitando monumenti particolarmente conosciuti – come lo è il Duomo di Lecce – possono venir fuori scoperte inaspettate che magari si è tralasciato di guardare con attenzione in precedenti visite. Questo è il caso della Cappella del Crocifisso.
Posta alla destra dell’abside del Duomo, la Cappella del Crocifisso o del Santissimo Sacramento è fastosamente barocca a partire dal suo altare in marmo policromo realizzato nel 1780 da Pasquale Cartolano.Ad un’epoca simile debbono risalire anche gli affreschi della volta. Sebbene non siano in se un’opera destinata ad essere citata nei sacri testi di storia dell’arte, sono senz’altro godibilissimi.
Il tema, assolutamente drammatico, è reso viceversa attraverso una festosa (e fastosa) allegoria tutta barocca.
Infatti, l’affresco è dedicato agli strumenti della Passione di Cristo. Questi, però sono presentati e sorretti da nugoli di angeli che, nelle posizioni e con le fisionomie più varie, le alzano verso il cielo.
Duomo di Lecce: la Cappella del Crocifisso
Se vi sporgerete leggermente oltre la balaustra che limita la cappella, nella sinistra della cupola vedrete rappresentata la scala servita per collocare Cristo sulla Croce. Più verso il centro della scena, due angeli di maggiori dimensioni piangono e pregano. Un altro mostra il sudario di Cristo.
Al centro dell’affresco la Croce. Anche in questo caso, è sorretta da un nugolo di angeli che la spingono verso l’alto facendo leva sulle due braccia. Quattro angeli più grandi la alzano invece dal basso.
Muovendosi verso sinistra, un angelo tiene in mano un bastone con la spugna imbevuta d’aceto ed un altro la lancia di Longino. L’affresco si conclude verso destra con l’immagine della colonna. Un grande angelo la sospinge verso l’alto con il braccio sinistro mentre un nugolo di angeli di varie dimensioni la innalza.
L’affresco è stato recentemente restaurato e dunque risplende nei suoi colori originali. Purtroppo, gli angeli intorno al braccio destro della croce hanno subito danni che neanche il restauro è riuscito completamente a recuperare ma certamente l’opera si presenta come un godibilissimo momento barocco.