L’affresco dell’Assunzione del Correggio, al secolo Antonio Allegri (1489-1534), che orna la cupola del duomo di Parma vi lascerà stupiti soprattutto se vi concentrerete sul fatto che fu dipinto intorno al 1530.
Duomo di Parma: la cupola del Correggio
Si perché se ad affrescare la cupola fossero stati circa un secolo dopo Giovanni Lanfranco o il Baciccio, se cioè ci trovassimo con il naso in su ad ammirare una cugina delle cupole di Sant’Andrea della Valle o della Chiesa del Gesù, diremmo “ecco un’altra bellissima cupola barocca”. Ma qui siamo più di un secolo prima e proprio in questo sta il fatto straordinario.
Perché il Correggio, maestro ancora del tempo del Rinascimento, è in realtà un precursore. La Vergine a Parma viene infatti assunta in cielo attraverso un carosello di cerchi che si fondono l’uno nell’altro e che si vanno stringendo verso il cielo dove Gesù attende la Madre.
Attraverso il cosiddetto sfondato, il vertice della cupola diventa per lo spettatore il cielo. Se in cima ci fosse stata una lucerna, il gioco barocco sarebbe completo.
Correggio nelle Vite del Vasari
E Giorgio Vasari, il profeta della maniera moderna, nelle Vite gli da atto della sua capacità d’innovare e dice: “Et egli fu il primo, che in Lombardia cominciasse cose della maniera moderna, per che si giudica, che se l’ingegno di Antonio fosse uscito di Lombardia e stato a Roma, avrebbe fatto miracoli e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furono tenuti grandi”.
Sempre Vasari parla del nostro affresco: “il bellissimo scorto d’una Madonna che saglie in cielo circondata da una multitudine d’angeli, gl’apostoli che stanno a vederla salire, e quattro santi protettori di quella città che sono nelle nicchie: san Giovanni Battista che ha un agnello in mano, san Ioseffo sposo della Nostra Donna, san Bernardo degl’Uberti fiorentino, cardinale e vescovo di quella città, et un altro vescovo”.
Una barocca abbondanza
C’è poco altro da dire se non guardare ammirati la fluida moltitudine che si arrampica verso il cielo in una barocca abbondanza. In primis la Vergine dove Correggio non risparmia certo il suo impegno. Maria con le braccia aperte è trasportata verso l’alto da uno stuolo di angeli (anche) musicanti ed un altro stuolo la segue poco più in basso.
La scena è incorniciata dalla balaustra (anch’essa affrescata) che corre in basso lungo tutto il perimetro della cupola. Ma se la balaustra è dipinta, il cornicione su cui le figure degli Apostoli, che guardano stupiti la scena appoggiati alla balaustra, è vero. Si, è un cornicione di stucco con il suo bravo aggetto.
Insomma, che dire, a Parma il Correggio vive nei decenni dei grandi del Rinascimento ma guarda già molto lontano.
Sempre riguardo al Duomo di Parma, potete leggere: la Deposizione di Benedetto Antelami
Se volete approfondire le volte barocche, leggete: A passeggio per volte barocche
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