allegretto nuzi san michele fabrianoAllegretto Nuzzi - San Michele
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Fabriano e le Cappelle Segrete: il percorso

Fabriano e le sue cappelle segrete. Potrebbe essere il titolo di un libro, invece è uno strano … scherzo dell’arte. Perché a Fabriano ben tre chiese nascondono nelle “intercapedini” rimaste tra gli absidi antichi e quelli nuovi, frutto degli interventi rinascimentali e barocchi, affreschi trecenteschi.

Si tratta di preziose opere della Scuola di Fabriano o, se preferite, della Scuola Giottesca di Fabriano. La Cattedrale di San Venanzio, Sant’Agostino e Santa Lucia Novella (dal precedente titolo di San Domenico) sono le tre chiese in questione. Il Maestro di Sant’Emiliano, Allegretto Nuzi e Francescuccio di Cecco (o Francescuccio Ghissi) sono i maestri trecenteschi a cui si devono gli affreschi.

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Allegretto Nuzi – Sant’Agostino libera il prigioniero dei Malaspina

Cattedrale di San Venanzio: Cappella di San Lorenzo e Cappella della Croce

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Allegretto Nuzi – Madonna col Bambino e San Venanzio

La Cappella di San Lorenzo – a cui si accede un po’ alla Indiana Jones, passando attraverso uno stallo aperto nel coro ligneo dell’abside – custodisce gli affreschi di Allegretto Nuzi (1320-1372) dedicati alla Vita di San Lorenzo secondo il racconto di Jacopo da Varagine.

L’ipotesi è che gli affreschi siano databili al 1365. Oltre alla Vita di San Lorenzo, Allegretto Nuzi dipinse per questa cappella un altro importante affresco che ancora vi figura: la Madonna con Bambino e San Venanzio.

Dalla sacrestia della Cattedrale di San Venanzio, si accede, in modo meno rocambolesco, alla Cappella della Santa Croce, divisa in due stanze.

La prima è ornata dagli affreschi di un pittore folignate, Giovanni di Corraduccio. Si tratta di una Crocefissione e di una Sant’Elena in Preghiera. Il secondo ambiente contiene opere del Maestro di San Verecondo (Martirio di San Giovanni Evangelista ed un San Francesco) ma, soprattutto, nell’ultimo interstizio della saletta, ancora Allegretto Nuzi con una Crocefissione.

Sant’Agostino: le Storie della Maddalena e le Storie di Sant’Agostino

Le due cappelle – ai due lati dell’abside – sono attribuite al Maestro di Sant’Emiliano, l’artista con il quale si fa iniziare, nei primissimi decenni del ‘300, la Scuola di

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Allegretto Nuzi – La Maddalena converte i provenzali

Fabriano. La sua opera più nota – ed alla quale deve il proprio nome – è la Maestà di Sant’Emiliano in Congiuntoli, oggi esposta presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli a Fabriano.

La cappella di sinistra (guardando l’altare) raccoglie le Storie della Maddalena secondo la Legenda Aurea. Spicca l’affresco della Maddalena che converte i Provenzali.

La cappella di destra è invece ornata con le Storie di Sant’Agostino. Domina qui la scena il grande, bellissimo, affresco della Liberazione del Prigioniero dei Malaspina. Si tratta della rappresentazione del miracoloso intervento di Sant’Agostino a favore di un suo devoto prigioniero caduto dei Malaspina e quale del Santo permette la liberazione.

Allegretto Nuzi: Cappella di San Michele e Sant’Orsola

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Allegretto Nuzi – San Michele

Nella chiesa di Santa Lucia Novella – San Domenico, Allegretto Nuzi affresca intorno alla metà del ‘300 sia la Cappella di San Michele e Sant’Orsola che la Sacrestia, probabilmente un tempo sala capitolare del convento.

La Cappella di San Michele e Sant’Orsola è quanto mai scenografica, dominata da un grande San Michele nella sua “capacità” di pesatore di anime. Nella mano sinistra, infatti, stringe tra le dita il cordino della bilancia. Più sotto, nel lato sinistro dell’affresco, l’anima pesata sta timorosa nel piatto della bilancia (piccolissima rispetto alla maestà dell’Arcangelo) e sotto l’anima, nell’angolo, un grottesco diavolo con la lingua di fuori si chiede se quelre peccato prenderà la strada dell’inferno o della salvezza.

Imperdibile. Venire a Fabriano e non vedere questo San Michele vi farà finire nel piatto della bilancia assieme al peccatore ….

Poi c’è la storia di Sant’Orsola. Anche in questo caso Allegretto è ispirato! Il Viaggio di Sant’Orsola”, con la Santa e le sue compagne in nave insieme a Papa Ciriaco merita tutta l’attenzione. Belle le figure sia del Papa che del cardinale.

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Allegretto Nuzi – Madonna con Bambino

La Sacrestia

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Allegretto Nuzi – Viaggio di Sant’Orsola

La sacrestia della chiesa di Santa Lucia Novella – San Domenico è ornata su tutto il perimetro da Allegretto Nuzi e Francescuccio Ghissi, i due maestri della Scuola di Fabriano di metà ‘300. A Francescuccio Ghissi (o Francescuccio di Cecco) è dovuto la Donna di Babilonia, il Transito della Vergine e Sant’Arsenio con i suoi compagni.

Ad Allegretto Nuzi la Crocefissione, la bellissima Vergine con Bambino, dove Gesù è intento a cogliere i frutti di un albero di ciliegie, simbolo della vita e della Resurrezione ed uno ieratico San Domenico.

Senza aver visto le sue “cappelle segrete”, la visita a Fabriano non può dirsi completa!

Per conoscere più a fondo la Scuola Trecentesca di Fabriano, vi consigliamo questa intervista a Giampiero Donnini, il maggiore studioso del ‘300 di quest’area tra Marche ed Umbria:

Visitate poi anche la:

Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli”

Piazza Giovanni Paolo II – Fabriano
mail: pinacoteca.molajoli@comune.fabriano.an.it
tel.: 0732.250658

www.pinacotecafabriano.it

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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