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Santa Maria Maggiore: Filippo Rusuti e il mosaico della facciata

Il grande mosaico realizzato da Filippo Rusuti sul finire del XIII secolo per la facciata di Santa Maria Maggiore suscita la curiosità del visitatore nascosto com’è al di sotto della loggia realizzata in occasione dell’Anno Santo 1750 dall’architetto Ferdinando Fuga.

Purtroppo si tratta di una curiosità difficile da appagare proprio a causa della loggia che ha inghiottito parte della porzione superiore del mosaico e, in generale, per la difficoltà di poter dedicare alla grande opera tutto il tempo necessario costretti come si è dai tempi contingentati delle visite guidate alla Basilica.

Gli elementi storici

In realtà, come vedremo, nel caso del mosaico di Filippo Rusuti a Santa Maria Maggiore i dubbi superano le certezze. A commissionare l’opera fu Niccolò IV il cui pontificato durò però solo quattro anni (1288-1292). A lui successe Celestino V il quale, com’è noto, rimase papa per appena 161 giorni. Dopo di lui sali al soglio pontificio Bonifacio VIII Caetani (1294-1303) ed è in questo passaggio che alcune nubi potrebbero essersi addensate sul nostro mosaico.

filippo rusuti mosaico facciata santa maria maggiore
Filippo Rusuti – Mosaico Basilica di Santa Maria Maggiore

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Infatti, Niccolò IV era assai legato a questa potente famiglia romana. Durante il suo pontificato a rappresentare i Colonna in seno alla chiesa erano i cardinali Iacopo (Roma 1250 – Avignone 1318) e Pietro Colonna (Roma 1260 – Avignone 1326) i quali, alla morte del pontefice, gli subentrarono come committenti del mosaico. Del resto Iacopo portava anche il titolo di Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Il forte conflitto che però caratterizzava i rapporti tra le famiglie Colonna e Caetani portò, tra le altre conseguenze, anche alla privazione dei loro titoli cardinalizi da parte del pontefice nel 1297. I Colonna si rifugiarono in questo frangente presso il re di Francia Filippo il Bello. Presso quest’ultimo, guarda caso, si recò a lavorare in quegli anni e oltre anche Filippo Rusuti.

Filippo Rusuti Mosaico di Santa Maria Maggiore: le due fasi

Se guardiamo il mosaico appare lampante come esso sia diviso stilisticamente in due parte assolutamente diverse tra loro.

Il registro superiore, dalle caratteristiche iconografiche assai più tradizionali e legate al modello bizantino si articola (a causa della loggia del Fontana) in tre gruppi di figure laddove, originariamente, si trattava di un unicum.

Al centro si trova Cristo in trono iscritto nella mandorla circondato da quattro angeli. Ai suoi piedi la firma del maestro. Si legge infatti Philippo Rusuti fecit hoc opus.  A destra di Cristo, la Vergine e i Santi Paolo, Giacomo, Gerolamo. A sinistra, i Santi Giovanni Battista e Pietro. In alto i Simboli degli Evangelisti (incompleti).

Il registro superiore

Il grande mosaico di Filippo Rusuti nella facciata di Santa Maggiore affronta due temi indipendenti tra loro. Se infatti il registro superiore è, sostanzialmente, di natura cristologica quello inferiore narra la leggenda della fondazione della Basilica di Santa Maria Maggiore ed il famoso miracolo della neve.

Si tratta di un mosaico particolare, almeno sulla scena romana. Infatti, alla base di ogni riquadro corre una didascalia con un’annotazione musicale: con questo ausilio i fedeli potevano intonare un canto relativo alla scena descritta.

In termini pratici, da sinistra a destra (guardando) troviamo le seguenti scene:

    • il sogno di papa Liberio
    • la Vergine appare al patrizio Giovanni
    • il patrizio Giovanni racconta a papa Liberio l’apparizione della Vergine
    • Papa Liberio disegna sulla neve il perimetro della basilica

Le scene sono divise due a due dal rosone della controfacciata della basilica ai cui lati troviamo lo stemma di casa Colonna a riprova della committenza.

Preso atto dell’esistenza di due registri ben distinti, uno superiore ed uno inferiore, in relazione ala mosaico di Filippo Rusuti per la facciata di Santa Maria Maggiore, il problema è comprendere il rapporto che esista tra di essi.

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Giovanni narra la visione della Madonna a papa Liberio

Filippo Rusuti Mosaico di Santa Maria Maggiore: i restauri

Purtroppo esiste un problema complesso legato agli interventi di restauro che hanno interessato i mosaici. Anzi, bisognerebbe iniziare con il dire che il registro superiore è stato significativamente danneggiato dalla costruzione della loggia tant’è che oggi ci appare menomato di alcune sue parti e comunque frammentato.

Per quanto riguarda il registro inferiore, qui si sono succeduti molteplici restauri. Alcuni probabilmente già in epoca antica, poi tra il 1824 ed il 1830 con un importante cantiere diretto da Vincenzo Camuccini. Infine, ma con interventi limitati, intorno agli anni ’50 del XX secolo.

L’esame dei documenti d’archivio (Archivio di Stato di Roma, Camerlengato, busta 187)  ha consentito a Serena Romano (nel suo articolo Wonderful Rusuti. Nemo propheta in patria) di affermare: “The lower register was so heavily restored as to be almost completely remade”.

E’ sufficiente osservare i visi della Vergine nelle due rappresentazioni del Sogno di Papa Liberio e dell’Apparizione della Vergine al Patrizio Giovanni per trovarsi di fronte a due visi più rinascimentali che trecenteschi.

La rappresentazione ieratica e la narrazione

I due registri del mosaico di Filippo Rusuti in Santa Maria Maggiore sono poi agli opposti in termini stilistici. Il registro superiore è una rappresentazione in linea con gli esempi di mosaico sacro presenti in diverse basiliche e chiese romane antiche. Il registro inferiore è narrativo: racconta una storia episodio per episodio. E’ pensato per spiegare al popolo raccolto nella piazza sottostante la basilica la storia di quest’ultima.

Due approcci completamente diversi come lo sono gli stili e le tecniche musive. In particolar modo, occorre osservare come nel registro inferiore compaia la terza dimensione con le sue architetture in prospettiva. Vorrei però anche osservare che queste due espressioni opposte dell’arte musiva, la rappresentazione ieratica e la narrazione, in quei secoli convivevano. Basti pensare alle Storie della Vergine di Pietro Cavallini a Santa Maria in Trastevere.

Apparizione della Vergine al patrizio Giovanni

Un’ipotesi è che il mosaico sia stato realizzato in momenti diversi. Il registro superiore alle fine del XIII secolo con i Colonna al potere prima dell’insediamento di Bonifacio VIII. Il registro inferiore dopo la morte di quest’ultimo ed il ritorno in auge dei Colonna. Cioè nella seconda metà del primo decennio del XIV secolo.

Quale fosse il ruolo di Filippo Rusuti nella realizzazione del registro inferiore del mosaico della facciata di Santa Maria Maggiore è tutto da scoprire. Sappiamo infetti che tra il 1304 ed il 1316 Rusuti operò in Francia ma non è affatto detto che non potesse aver trascorso periodi in Italia.

Insomma, un piccolo affascinante mistero. Per approfondire questi aspetti, vi consiglio la lettura del già citato articolo di Serena Romano cliccando Wonderful Rusuti. Nemo propheta in patria

Basilica di Santa Maria Maggiore – Approfondimenti

Per la visita della basilica, cliccate Santa Maria Maggiore: la visita

Ai mosaici di Santa Maria Maggiore ArtePiù dedica oltra a questo quattro articoli, uno di carattere generale e tre specifici, ovvero:

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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