Mostre

A Reggio Emilia la 29° Edizione di Fotografia Europea

Fotografia Europea 2024 tiene a Reggio Emilia fino al 9 giugno la sua XIX edizione osservando i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti.

Fotografia Europea a Reggio Emilia: la Natura ama nascondersi

Il tema scelto per l’edizione 2024 è La natura ama nascondersi. Il titolo vuole inglobare la potenza di una natura che molte volte cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere inteso come un’oscillazione tra l’essere e il divenire.

Fotografia Europea 2024 si propone di esplorare, attraverso le tante mostre personali e collettive di questa edizione, le connessioni fra occultamento e scoperta che dominano il nostro rapporto con la Natura, immaginando nuove narrazioni, al di fuori di quell’atteggiamento di controllo dominante che la nostra specie esercita sul pianeta, per comprendere le dinamiche e le nuove direzioni da intraprendere.

Fotografia europa reggio emilia
Luigi Ghirri – Zone di passaggio

A Palazzo Magnani Susan Meiselas

La mostra storica di questa edizione torna nelle sale di Palazzo Magnani con la prima retrospettiva mai presentata in Italia di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale (1978-1983) e in particolare per i suoi potenti scatti della rivoluzione nicaraguense. La mostra, intitolata Mediations, raccoglie una selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi.

Dieci esposizioni a Chiostri di San Pietro

Le sale dei cinquecenteschi Chiostri di San Pietro ospitano dieci esposizioni. Al piano terra, una mostra che cattura l’infinita mutevolezza delle nuvole in una collettiva, intitolata Sky Album. 150 years of capturing clouds. Oltre centocinquanta opere raccontano questa passione a partire dagli albori della fotografia, dal francese Gustave Le Gray all’italiano Mario Giacomelli, passando dai lavori dell’americano Edward Steichen fino ai due artisti contemporanei chiamati a creare due installazioni, la finlandese Anna Ninskanen e il britannico Kalev Erickson.

Natalya Saprunova Permafrost
Natalya Saprunova – Permafrost

Helen Sear: Within Sight

Al primo piano, il progetto espositivo di Helen Sear, dal titolo Within Sight, presenta una serie di opere multiple e composite che esplorano la dissoluzione della prospettiva a lente singola associata all’obiettivo della macchina fotografica.

Yvonne Venegas: Sea of Cortez

Yvonne Venegas con Sea of Cortez traccia una storia intergenerazionale in equilibrio tra l’esperienza della sua famiglia – che ha abitato le miniere di rame di Santa Rosalia, nella Bassa California, all’inizio del Novecento- e quella di un’intera generazione che ha sfruttato i territori intorno al Mar di Cortez.

Arko Datto e la catastrofe climatica

Il fotografo indiano Arko Datto porta all’attenzione dei visitatori la questione incombente della catastrofe climatica e dei rifugiati che questa genera. Le opere qui presentate sono dedicate al territorio del Delta del Bengala, considerato uno degli epicentri del cambiamento.

arko datto delta bengale
Arko Datto – Delta del Bengale

Matteo de Mayda: There’s no calm after the storm

A seguire Matteo de Mayda, fotografo veneziano, espone ai Chiostri un’installazione composta da foto d’archivio e di reportage, immagini satellitari e al microscopio, testimonianze individuali e teorie scientifiche che fanno parte del progetto There’s no calm after the storm, in cui indaga gli impatti a lungo termine e meno visibili della tempesta Vaia, che ha colpito il Nord-est dell’Italia alla fine del 2018.

Jo Ractliffe: Landscaping

Questa mostra è dedicata al paesaggio sudafricano ripreso durante i suoi viaggi in auto lungo la costa sud-occidentale. Negli scatti in bianco e nero, Ractliffe riflette sul concetto stesso di paesaggio. Infatti, con il termine landscaping, l’artista cerca di trasmettere l’idea di paesaggio come qualcosa di attivo, capace anche di conservare la memoria del passato.

Natalya Saprunova: Permafrost

Nel grande corridoio centrale, Natalya Saprunova espone il progetto Permafrost che racconta la vita delle popolazioni dell’estremo nord del continente asiatico. Qui la fotografa russo-francese scopre luoghi come la Yakutia e le sue popolazioni indigene, tra cui i pastori di renne Evenki e gli Yakuti, allevatori stanziali di mucche e cavalli.

Fotografia Europea 2024 reggio emilia
Natalya Saprunova Permafrost

Terri Weifenbach: Cloud Physics

La fotografa americana Terri Weifenbach in Cloud Physics esplora l’interconnessione tra le nuvole del nostro pianeta e le intime forme della sua vita biologica. La spina dorsale di questo lavoro è una serie di fotografie realizzate in un istituto di ricerca americano per lo studio e la misurazione delle nuvole, la loro origine, struttura, particelle e reazioni.

Lisa Barnard: An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble

Lisa Barnard con la mostra An Act of Faith: Bitcoin and the Speculative Bubble conduce alla riflessione sull’essenzialità della natura nella creazione di bitcoin, beni digitali che seppur immateriali richiedono un enorme sforzo ambientale. La fotografa britannica documenta lo sfruttamento dell’energia geotermica in Islanda, necessario per sostenere il processo di estrazione mineraria: le fredde temperature islandesi, infatti, fanno sì che le masse di calore generate dall’hardware coinvolto, siano notevolmente ridotte, contribuendo a mantenere un microclima obbediente.

Bruno Serralongue: Community Gardens of Vertus, Aubervilliers

Bruno Serralongue dedica il suo progetto, dal titolo Community Gardens of Vertus, Aubervilliers, alla lotta – su scala locale, ma legata a una più ampia consapevolezza della necessità di preservare ambienti vivibili di fronte a progetti ecocidi – che alcuni giardinieri hanno iniziato nel 2020 per opporsi all’abbattimento di oltre 4.000 metri quadrati di orti, a favore di nuove costruzioni per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.

reggio emilia mostra fotografia
Yvonne Venegas – Sea of Cortez

Palazzo Da Mosto. Karim El Maktafi: day by day

Nella sede di Palazzo Da Mosto trovano posto le opere di Karim El Maktafi. Il lavoro si intitola day by day, e si focalizza sull’affascinante contesto delle “Aree Interne”. Regioni eterogenee, caratterizzate dalla lontananza da grandi centri di agglomerazione, che, pur occupando circa tre quinti del territorio nazionale, ospitano poco meno di un quarto della popolazione complessiva italiana.

Nello specifico l’indagine del fotografo si è sviluppata in vaste porzioni dell’Appennino Emiliano, in cui El Maktafi ha esaminato il profondo e fragile legame tra l’uomo e la natura, facendo emergere l’eredità culturale attraverso stili di vita profondamente radicati nei cicli lenti dell’ambiente naturale montano.

Villa Zironi. Silvia Infranco: Radici

Riapre, per la XIX edizione di Fotografia Europea, Villa Zironi gioiello dell’architettura liberty che ospita la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci. Silvia Infranco ha sviluppato una ricerca che ha fatto della materia naturale il soggetto e l’oggetto delle sue opere.

Negli ultimi anni si è orientata sullo studio degli erbari, sulla farmacopea e sui processi di cura arcaici e rituali rinvenuti in manoscritti e in testi a stampa antichi. La mostra sviluppa queste sue ultime riflessioni sul rapporto tra uomo e natura nell’ambito dell’approccio fitoterapico con particolare attenzione ai risvolti magici, simbolici ed alchemici intervenuti nel corso dei secoli. Le opere di Silvia Infranco si modulano su svariati media: opere su carta e su tavola, libri d’artista, sculture, polaroid che spesso includono le erbe stesse.

marta bogdanska

Palazzo dei Musei. Luigi Ghirri. Zone di passaggio

A Palazzo dei Musei, Luigi Ghirri. Zone di passaggioa cura di Ilaria Campioli, propone una riflessione sul tema del buio e della notte con l’obiettivo di raccontare l’importante ruolo che entrambi rivestono nell’immaginario collettivo.

Punto di partenza sono le numerose opere di ambientazione notturna che Luigi Ghirri ha realizzato nel corso della propria produzione. Sono i luoghi “illuminati in maniera provvisoria, o gli spazi che vivono una loro discreta semioscurità e che solo temporaneamente diventano luminosi in maniera festosamente provvisoria”, in cui si attiva una lettura alternativa del reale.

Biblioteca Panizzi

markos kay
Markos Kay

La fototeca della Biblioteca Panizzi partecipa all’edizione del 2024 con una mostra che ridona visibilità alla collezione di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea, con sede a Rubiera che dal 1990 al 2023 ha realizzato indagini fotografiche sul territorio regionale e nazionale.

Oggi, gli scatti raccolti sono in deposito presso l’Archivio fotografico della Biblioteca Panizzi per essere conservati, valorizzati e restituiti alla cittadinanza.

In particolare in questa edizione saranno esposte le due interpretazioni che Paola De Pietri nel 1994 e  Walter Niedermayr nel 1997 hanno dato delle Casse d’espansione del fiume Secchia.

Paola De Pietri realizza la sua osservazione sorvolando con una mongolfiera l’area del parco fluviale, in modo da ottenere immagini a metà strada fra quella offerta dalla comune mappa topografica, quella dell’aereo e quella degli occhi del visitatore.

Walter Niedermayr produce invece una serie di dittici, attraverso cui si interroga sul destino delle aree sottoposte ad intenso sfruttamento economico e successivamente attrezzate per gestire sport e attività didattiche, osservando come i parchi rappresentino la nostra pretesa romantica di trovare una nostra immagine di “natura incontaminata”.

Spazio Gerra. New Theaters of the real. Collaborating with AI

Lo Spazio Gerra propone la mostra New Theaters of the Real. Collaborating with AI che, nel quadro del dialogo permanente tra natura e artificio che percorre le arti, presenta cinque differenti posizioni della fotografia contemporanea capaci di aprire il confine della creazione a diverse modalità di collaborazione con l’intelligenza artificiale generativa.

I Lavori di Xavi Bou, Antti Karppinen, Markos Kay, Katie Morris, Pierre Zandrowicz portano a una riflessione in merito all’apporto dell’IA come strumento di conoscenza dei processi della natura e della stessa creatività umana, valutando anche il rischio che si tratti invece di un ulteriore mezzo di alienazione che allontana ancora di più gli umani dall’appartenenza a una natura unitaria.

Collezione Maramotti. Silvia Rossi: Disintegrata

Collegata al festival è la proposta della Collezione Maramotti che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata. Concepita per la Collezione, l’esposizione include venti nuove opere fotografiche, alcune immagini in movimento e un nucleo di fotografie d’archivio raccolte dall’artista in Italia – principalmente in Emilia-Romagna – tra il 2023 e il 2024.

Rosi ha percorso il territorio per raccogliere le centinaia di fotografie ordinarie, scatti di album di famiglia che raccontano la quotidianità di chi, giunto dall’Africa prima del Duemila, ritraeva sé e la propria vita in contesti diversi. La mostra esplora, restituisce e mette in scena, con umorismo, un immaginario dell’idea di “italianità” nel nostro territorio contemporaneo.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2024

“LA NATURA AMA NASCONDERSI”

Reggio Emilia

fino al 9 giugno 2024

Per il sito del Festival cliccare QUI

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