Georges de La Tour: l’Europa della luce, a Palazzo Reale a Milano è la prima mostra in Italia dedicata al più celebre pittore francese del Seicento e ai suoi rapporti con i grandi maestri del suo tempo.
La mostra a Palazzo Reale e gli studi del catalogo riflettono sulla pittura di Georges de la Tour, caratterizzata da un profondo contrasto tra i temi “diurni”, crudamente realistici, che ci mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile trascorrere del tempo e i temi “notturni” con splendide figure illuminate dalla luce di una candela: modelli assorti, silenziosi, commoventi.
Un potente contrasto tra il mondo senza pietà dei “diurni” e la compassionevole rappresentazione delle scene “notturne” che colpisce ancora oggi. Dipinti che conservano il segreto della loro origine e della loro destinazione. Come rimane un mistero la formazione del pittore, compresa la possibilità o meno di un suo viaggio italiano.
Un’esposizione importante considerato che in Italia non vi è conservata nessuna opera di La Tour (sono circa 40 le opere attribuite al Maestro), di cui in mostra ne sono esposte 15 più una attribuita.
de La Tour e Caravaggio
Nonostante l’alone di mistero che avvolge l’artista lorenese e la sua opera, da decenni ormai Georges de La Tour è uno dei pittori prediletti dai francesi e non solo. Inevitabile il paragone con il gigante del Seicento: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.
Se sono evidenti i punti di contatto, più difficile è stabilire come e dove de la Tour abbia avuto modo di vedere le opere del Merisi.
Certamente de la Tour è contemporaneo di Simon Vouet e Nicolas Poussin, due francesi vissuti a lungo a Roma e che l’opera di Caravaggio la conoscevano bene. Come la conoscevano bene tutti quei pittori “a lume di candela” che popolano il caravaggismo (e che troviamo in mostra). Va poi detto che nel 1609 Caravaggio aveva dipinto per il Duca di Lorena un’Annunciazione oggi nel Museo di Nancy. Infine, le copie da Caravaggio erano numerose: dunque le occasioni non mancavano.
Georges de la Tour: uomo del mistero
Georges de la Tour (Vic‐sur‐Seille 1593– Lunéville 1652) fu un pittore molto stimato ai suoi tempi. Originale per la mistura di
spiritualità e di realismo, sempre in bilico fra delicatezza e brutalità. Guardato spesso con una certa diffidenza: padre di 11 figli, dal carattere difficile e con un gran numero di cani randagi. Eppure ebbe successo prima nel Ducato di Lorena dove nacque, e poi a Parigi dove fu nominato, nel 1639, pittore del re Luigi XIII.
Si tratta di un artista enigmatico, che ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, e che predilige soggetti presi dalla strada, come i mendicanti, dipingendo in generale gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati. I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni e, soprattutto nella presunta ultima fase artistica, quasi dei monocromi dall’impianto geometrico, semplice ma modernissimo per l’epoca.
Le sue tracce, e quelle della sua opera, si persero però durante tutto il XVIII e XIX secolo anche a causa delle guerre per l’indipendenza che sconvolsero la sua terra natale. I quadri che risultano datati sono infatti solo tre: Il denaro versato di Leopoli, dove però le cifre 1625‐1627 sono di incerta lettura; La negazione di Pietro di Nantes (1650) e il San Pietro e il gallo di Cleveland (1645). Per il resto la totale assenza di pagamenti e documenti di commissione rende problematica la cronologia.
Georges de la Tour: alcune opere
La Maddalena penitente
1635‐1640 circa, spicca per la commovente intensità emotiva. Se ne conoscono almeno quattro versioni attribuite a de la Tour, conservate rispettivamente alla National Gallery of Art di Washington D.C., al Metropolitan Museum di New York, al Los Angeles County Museum of Art e al Louvre.
Il pittore lorenese, diversamente dai suoi contemporanei che ne esaltavano i lati voluttuosi e popolani, colloca Maddalena in un interno austero, facendo risaltare i capelli scuri e lisci e i nitidi contorni della figura nella penombra creata dal lume della candela. Anziché volgere gli occhi al cielo, la Maddalena ha lo sguardo assorto di chi è profondamente immerso nella meditazione.
La fiamma esile e tremolante della candela e il piccolo specchio ribadiscono la natura effimera della vita fisica e terrena. Maddalena è una giovane donna in lotta con il suo passato, che porta su di sé tutto il peso della caducità umana.
La rissa tra musici mendicanti
(Getty Museum, 1625‐1630 circa), registrata nel Settecento con riferimento a Caravaggio, esprime con crudo realismo uno dei temi più cari al pittore francese, le scene di gruppo raffiguranti frammenti della vita popolare. Il dipinto raffigura con immediatezza espressiva e in un quasi cinematografico close‐up una rissa fra poveri musicanti, probabilmente originata dal desiderio di accaparrarsi un lucroso angolo di strada.
Lo stile del dipinto, tutto giocato su un naturalismo epidermico, rivela un’esplicita componente caravaggesca, evidente fin nella scelta del formato orizzontale a mezze figure. Nonostante la drammaticità della scena, il registro espressivo dell’opera sembra collocarla più sul versante comico e caricaturale che su quello tragico, anticipando capolavori successivi di La Tour.
Suonatore di Ghironda col cane
(Musée du Mont‐de‐Piété di Bergues, 1622‐1625) Si tratta della più grande opera di de La Tour che ci sia pervenuta. Austera e tragica, la composizione colpisce per il suo aspetto monumentale, per la rigorosa impostazione spaziale e per l’asprezza della luce laterale che avvolge il vecchio signore.
Georges de La Tour: il denaro versato
Il denaro versato (Lviv –Ucraina, Galleria Nazionale di pittura, 1625‐1627), è un dipinto considerato un punto fermo nella prima attività di La Tour e tra i più interessanti del suo percorso pittorico. Ma sia per chi voglia vedere nel protagonista un vecchio e sordido usuraio o piuttosto un avido esattore delle tasse, è indubbio che in questa immagine La Tour sicuramente mette in campo tutta la sue esperienza per creare una scena con un livello di tensione altissimo.
Per descrivere il rapporto tra gli uomini e il denaro La Tour utilizza in maniera geniale la luce della candela che in questo caso ha la capacità di illuminare una quantità notevole di spazio. In questa tela l’impatto caravaggista è decisivo, sia nella costruzione della composizione dell’opera ma soprattutto nella scelta del modo di rappresentare i personaggi.
I giocatori di dadi
(Stockton‐on‐Tees, Preston Park Museum & Grounds, 1650‐1651). Altro capolavoro che ha per tema il denaro. I personaggi sono impegnati in un gioco d’azzardo. Quattro di essi sono chiaramente dei soldati, mentre si è ipotizzato che la figura all’estrema destra sia quella di una donna. Un altro particolare interessante è la figura a sinistra: sta cercando di rubare dalla tasca del soldato che ha davanti, tutto concentrato sul gioco, oppure è in atto un imbroglio? Bari, giocatori d’azzardo e indovini sono temi comuni nell’opera di La Tour e di altri artisti in Italia, Francia e nei Paesi Bassi, specialmente seguaci del Caravaggio. Vedi, ad esempio Caravaggio La Buona Ventura
Giovane che soffia su un tizzone
(Digione, Musée des Beaux‐Arts, 1640 circa). Dipinto di piccole dimensioni, raffigura una scena di vita quotidiana. E’ uno dei pochi esempi di opere eseguite dall’artista per committenti privati.
Il soggetto si presta facilmente agli intensi effetti chiaroscurali che caratterizzano i notturni di La Tour. Dall’oscurità emerge una figura che gonfia le gote per soffiare, parzialmente illuminata dal bagliore rossastro di un tizzone, la mano e gli abiti semplificati in una resa quasi geometrica.
Qui il tema, sobrio e intenso, è espresso con un linguaggio molto personale, in cui il volto del fanciullo è delineato con rigoroso realismo.
de La Tour: i temi religiosi
La Negazione di Pietro
(Nantes, Musée des Beaux‐Arts, 1650). La Tour fonde l’episodio religioso della negazione di san Pietro con la scena profana di una partita a dadi tra le guardie citata dai testi evangelici. Si sommano così gli effetti di luce dei notturni e il carattere drammatico del tradimento dell’apostolo. Il pittore si ispira qui a iconografie simili di artisti nordici, soprattutto Gerard Seghers e Gerrit Van Honthorst.
L’originalità della composizione risiede nell’insolita opposizione tra il gruppo di san Pietro con la serva, respinti nell’angolo superiore sinistro della tela e appena rivelati dalla fiamma della candela, e i soldati in primo piano, colti nella foga della loro partita a dadi.
Giobbe deriso dalla moglie
(Epinal, Musée départemental d’Art ancien e contemporain, 1650 circa). La Tour raffigura qui una donna maestosa ed elegante che occupa la maggior parte dello spazio, illuminata dalla luce della candela che tiene nella mano destra.
Con il gesto interrogativo della mano sinistra si rivolge a Giobbe, seduto su uno sgabello, la cui povertà è simboleggiata dall’assenza di vestiti e dalla ciotola sbeccata ai suoi piedi. La nudità fa risaltare la vecchiaia e la malattia di Giobbe, mentre lo sguardo esprime tutta la sua fede in Dio.
Quest’opera è particolarmente rappresentativa del lavoro sulla luce svolto da La Tour. La datazione è stata oggetto di dibattiti, anche perché lo stato di conservazione del dipinto non permette di comprendere facilmente i dettagli della sua elaborazione.
Educazione della Vergine
(New York, Frick Collection, 1650 circa). La piccola Maria si trova in un interno domestico, intenta all’apprendimento delle attività che nell’antichità caratterizzavano la donna di buona educazione, ovvero l’arte della tessitura o la lettura delle Sacre Scritture.
Maria, con una candela in mano come unica fonte di luce della scena, si avvicina discretamente alla madre per attendere alle attività femminili con cura e dedizione in un ambiente frugale e intimo.
Georges de La Tour: l’Europa della luce
Palazzo Reale – Milano
a cura di Francesca Cappelletti e Thomas Clement Salomon
fino al 27 Settembre 2020