Boldini. Lo spettacolo della Modernità è il titolo della mostra che i Musei San Domenico di Forlì dedicano al ferrarese Giovanni Boldini. Un protagonista mai sufficientemente riconosciuto e celebrato di quel passaggio epocale nella pittura che ebbe luogo tra i XIX ed il XX secolo.
Giovanni Boldini: C’est un classique!
C’est un classique!. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione Filippo de Pisis.
Dopo la rassegna dedicata nel 2012 a Wildt e le due successive sul Novecento ed il Liberty, i Musei San Domenico di Forlì proseguono nella esplorazione, attraverso nuovi studi e la riscoperta di opere poco note, della cultura figurativa tra Otto e Novecento.. Nasce così questa mostra su Giovanni Boldini certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi.
Giovanni Boldini e i suoi contemporanei

Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della prima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico.
Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata. Quella dei fratelli Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette.
Boldini. Lo spettacolo della Modernità offre una visione articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa. Ciò valorizzando non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni.
Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere, sia sul versante pittorico che, in particolare, su quello della grafica.
La mostra Boldini Lo spettacolo della modernità

Uno dei punti di maggior forza della mostra è la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli.
Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, è vista in una nuova luce grazie alla possibilità di presentare parte del ciclo di dipinti murali realizzati tra il 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo.
Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate alla immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività.
Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola.
Il trasferimento a Parigi
Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil.
Avranno subito dopo rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni. Qui Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale della cultura e della mondanità.
Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica. Giovanni Boldini diventa il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna. A questo proposito costituisce una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale.
BOLDINI Lo spettacolo della modernità
Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12
1 febbraio – 14 giugno 2015
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