Arte

Intervista al Professor Reinhold Wurth

Reinhold Wurth è certamente noto a tutti per essere il fondatore del grande gruppo multinazionale che porta il suo nome ed opera nel settore dei prodotti per il fissaggio e il montaggio.

Reinhold Wurth collezionista d’arte

Anche nel mondo dell’arte, però, il Professor Reinhold Wurth è una personalità conosciutissima: la sua formidabile collezione lo pone Reinhold Wurthinfatti tra i più grandi collezionisti viventi. Ma non è tutto. Ciò che probabilmente rende la sua esperienza particolarmente originale è il legame inscindibile che ha saputo creare tra la sua passione per l’arte e la sua azienda. La Wurth è infatti un vero e proprio veicolo per la diffusione di quell’insieme di valori che l’arte racchiude in se. ArtePiù lo ha incontrato per approfondire proprio questo particolare aspetto.

Professor Würth come e quando è nata la Sua passione per l’arte?

Ebbene, provengo da una famiglia molto sensibile nei confronti dell’arte. Ad esempio ricordo con piacere i primi viaggi con la mia famiglia a Vienna, dove visitavamo la Hofburg o il castello di Schönbrunn. Anche la cultura musicale veniva da noi coltivata sotto forma di “musica della casa”.

E quando ha iniziato invece la Sua Collezione? Si ricorda quale è stata la prima opera?

Si certamente, era un acquerello di Emil Nolde dal titolo “ Riflessi di nuvole nella palude”. È stato realizzato nel 1935, lo stesso anno in cui sono nato, una bella coincidenza. L’ho acquistato negli anni ’60 e da allora la passione per il collezionismo non mi ha più abbandonato. Nel frattempo la Collezione annovera circa 16.000 opere, che vengono mostrate nei nostri 15 spazi espositivi in tutta Europa.

Rapporto tra collezionismo e mecenatismo

Oggi lei è uno dei maggiori collezionisti internazionali. Immagino abbia avuto modo di riflettere sulle similitudini o sulle differenze tra i grandi collezionisti moderni e dei secoli passati, ad esempio del Rinascimento. Quali sono i punti di contatto e le diversità? Ed in termini di capacità di influenzare le tendenze della produzione artistica, le direzioni che essa prende?

Kunsthalle WurthSono una persona curiosa e mi interessa molto ciò che succede intorno a me, cos’è accaduto in passato e cosa avverrà in futuro, non soltanto in ambito artistico. Non mi vorrei però paragonare ai mecenati del Rinascimento italiano, non considero il mio impegno come proprio di un mecenate. Contemplando la questione da un punto di vista pragmatico ed obiettivo, la promozione culturale è molto sensata.

Nel mio caso, il nome Würth è stato trasmesso enormemente attraverso la promozione culturale e le attività artistiche della mia azienda. Tramite le attività artistiche, Würth ha fatto comprendere che anche noi ci occupiamo considerevolmente del lato piacevole della vita. I dipendenti si sentono molto a loro agio in questo scenario. Come collezionista influenzo solo marginalmente la ricerca di un artista, ad esempio se commissiono un lavoro. Altrimenti capita più spesso che mi lasci impressionare da un’opera, che compro, se mi affascina.

Reinhold Wurth: il rapporto tra Arte e Impresa

Mi faccia passare al rapporto tra arte ed impresa. Lei lo ha coniugato ai massimi livelli. Ci racconta come è nata l’idea?

Anche l’idea di presentare l’arte sul posto di lavoro, è stata da noi coltivata e approfondita. Non mostriamo soltanto musei Würth e gallerie Würth integrati nei rispettivi contesti aziendali dove esponiamo opere provenienti dalla Collezione Würth, ma offriamo ad esempio anche visite guidate gratuite per i dipendenti, i cui posti disponibili esauriscono in fretta. Attribuiamo anche grande valore ad un’architettura riuscita. Quando i dipendenti tornano in azienda nel fine settimana con la propria famiglia o ospiti, per vedere l’edificio o le mostre attuali e ottengono come reazione “Come, lavori qui? In un’azienda del genere?, ciò contribuisce a rafforzare il prestigio sociale dei miei dipendenti.

E per il futuro, quali sono gli obiettivi?

Dunque, l’anno prossimo compirò 80 anni, il che vuol dire che la “nave della vita” rientra lentamente in porto. Sto lavorando a due obiettivi: vorrei lasciare la mia azienda in condizioni di ottima salute e aver risolto gli aspetti più importanti.

Le partnership

Professor Würth, la Sua azienda ha sedi in tutta Europa e gli Art Forum svolgono una funzione di attiva proposizione culturale. Avete fin qui sviluppato iniziative comuni con le istituzioni culturali pubbliche o private locali?

Naturalmente. Le cito un esempio attuale nell’ambito delle arti figurative in Germania. Collaboriamo strettamente con gli Staatlichen wurth art forum capena Museen zu Berlin Preuischer Kulturbesitz (i Musei statali di Berlino). Mostriamo le nostre opere d’arte applicata nel Bode-Museum e riceviamo ora il progetto espositivo “Moderne Zeiten” (Tempi moderni) dalla Nationalgalerie di Berlino per mostrarlo nella Kunsthalle di Schwäbisch Hall.

D’altronde la Neue Nationalgalerie è una tappa obbligata per ogni appassionato d’arte, una presentazione del superlativo e che viene considerata a livello mondiale un museo che custodisce un tesoro di opere che sono ormai dei classici della contemporaneità. Mostriamo opere di Munch, Picasso, Hodler, Kirchner, Dix e Grosz, solo per citare alcuni nomi.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.