Ivo Pannaggi (Macerata 1901-1981) pittore tra gli iniziatori del Futurismo nelle Marche, fu personaggio poliedrico: pittore ma anche scenografo, architetto, giornalista, fotoreporter.
Ivo Pannaggi Biografia
Pannaggi è un artista precoce: a 16 anni, nel 1917, pubblica sul Corriere dei Piccoli le sue prime vignette satiriche anti austriache. Nel 1919 si trasferisce a Roma dove prima frequenta i corsi di fisica e matematica a La Sapienza e poi nel 1922 si iscrive alla Scuola di Architettura.

Ciò che però cambia la sua vita è l’incontro con il formidabile entourage della Casa d’Arte Bragaglia. Intorno a questa storica galleria, prima a Via Condotti e poi a Via Rasella, ruota tutta l’arte romana di allora. Vi espongono i nomi che contano: Giacomo Balla (1918), Giorgio De Chirico (1919), Evola, Klimt e Schiele (1920). E poi Donghi, Rosai, Campigli, de Pisis. Boccioni nel 1922 e lo stesso Ivo Pannaggi nel 1923.
Nasce così la sua adesione a Futurismo dove si trova in rapporti con i suoi massimi esponenti quali Filippo Tommaso Marinetti e Giacomo Balla. Il 20 Giugno 1922 pubblica con Vinicio Paladini su La Nuova Lacerba il “Manifesto dell’arte meccanica futurista”.
Sempre nel 1922 dipinge Treno in corsa che ben rappresenta i contenuti del Manifesto dell’Arte Meccanica Futurista. Rientrato a Macerata raccoglie in mostra nelle sale del Convitto Nazionale opere di futuristi e più in generale di artisti italiani di primo piano: Balla, Boccioni. Depero, Prampolini, Sironi.
Nel 1926 partecipa alla XV Biennale di Venezia con le opere “Funzione Architettonica E” e “Funzione geometrica”.
Una vita in Nord Europa
Sempre nel 1926 inizia una relazione sentimentale con l’attrice tedesca Alice Wenglor. Pannaggi. Si trasferisce così in Germania frequentando fino al 1933 la Bauhaus. In questi anni si sviluppa la sua attività di giornalista sia nel campo dell’architettura che di quello dei viaggi tanto verso l’Artico quanto in America del Sud e poi, nel 1940, come corrispondente di guerra.
Nel 1935 arriva in Norvegia dove nel 1939 sposa Nicoline Daae Meinich. La Norvegia diviene così la sua seconda patria. Qui rimarrà fino al 1971 sviluppando soprattutto la sua attività di architetto.
Rientrato nella sua Macerata, vi rimane fino alla morte avvenuta nel 1981 continuando nella sua attività artistica. Per ulteriori approfondimenti potete consultare la voce Ivo Pannaggi nel Dizionario Biografico Treccani.
Ivo Pannaggi: le opere
L’esperienza futurista in parallelo alla sua anima di architetto hanno caratterizzato il percorso artistico di Ivo Pannaggi per tutta la sua vita.
Il suo esordio nel 1919 avviene con l’opera Mia madre legge il giornale che suscita l’entusiasmo di Giacomo Balla e Tommaso Marinetti. Con questa tela Pannaggi partecipa nel 1921 alla mostra dedicata ai giovani talenti futuristi dalla Casa d’Arte Bragaglia ottenendo ulteriore apprezzamento. Cipriano Efisio Oppo (1891–1962) commenta infatti così l’opera: “(Pannaggi) non esita a compiere il più efferato parricidio pittorico che si sia mai udito: egli taglia a pezzi il corpo venerando della sua mamma, compiendo due male azioni, una sentimentale e l’altra artistica”.
Attualmente un piccolo (28,3 x 26 cm) olio su tela di Ivo Pannaggi con analogo titolo e soggetto è nella collezione del Museum of Modern Art di New York. E’ datato al 1922 e dunque potrebbe trattarsi di un secondo dipinto tratto dall’originale.
Di quei primi anni va menzionato Treno in corsa (1922) oggi nel museo di Palazzo Ricci a Macerata. Pannaggi lo dipinse poi nuovamente nel 1963 modificandone però il titolo in Vecchio Treno. Anche questa tela è conservata a Palazzo Ricci.

Futurismo, astrattismo, geometria
E’ sempre del 1922 Dinamismo assoluto della mano sinistra studio n°3 che il pittore espose alla citata mostra futurista a Macerata di quello stesso anno.
Nel 1925 dipinge Astrazione Prospettica che apre la strada alle due tele del 1926 con cui Ivo Pannagi partecipa alla XV Biennale di Venezia (“Funzione Architettonica E” e “Funzione geometrica”). Sono opere certamente legate ai suoi studi di matematica e fisica e rappresentano un avvicinamento alla pittura astratta. In questi stessi anni l’artista dipinge però anche nature morte ed opere maggiormente figurative.

Lo splendido Motociclista (1929) rappresenta appunto un’opera di forte ispirazione futurista ma immediatamente riconoscibile nel soggetto. Se volete vedere l’immagine in HD (20 MB) cliccate Ivo Pannaggi Il Motociclista
Palazzo Ricci espone anche un’altra splendida tela di metà anni ’60 proprietà degli eredi del maestro. Si tratta de Il Ratto d’Europa che riprende il dinamismo e la cromia futurista creando un’opera che quaranta anni dopo quella stagione artistica è ancora assolutamente affascinante.
Per approfondire altre opere cliccate Ivo Pannaggi Palazzo Ricci
Sempre relativamente alla pittura del ‘900 nelle Marche, potete leggere:
- Sante Monachesi: il percorso artistico
Osvaldo Licini e Acruto Vitali: riscoperta di una storia perduta
