Tuttomondo, realizzato a Pisa nel 1989, è l’ultimo murales di Keith Haring che morirà l’anno dopo a New York all’età di 32 anni. Forse, è anche il suo capolavoro.
Keith Hering Tuttomondo
I temi dell’opera, la pace e l’armonia, ed il titolo (scelto dallo stesso Keith Haring) rendono questo murales una rappresentazione ideale degli obiettivi a cui il nostro pianeta dovrebbe tendere e lo rendono certamente il concetto ideale da essere rappresentato sul muro di una chiesa.
Infatti, l’opera è posta su una parete esterna della chiesa di Sant’Antonio Abate. Ciò avvenne con il consenso del parroco il quale, evidentemente, non si fermò di fronte né all’omosessualità di Haring né alle particolari caratteristiche e rappresentazioni di molte sue opere.
Si trattò, probabilmente, di un momento del tutto particolare del percorso di Keith Haring. Infatti, a proposito di Tuttomondo l’artista ebbe a dire: “In questo murale ho disegnato tutto quello che riguarda l’umanità. Questo murale è fatto da simboli delle differenti attività umane, è una sintesi delle problematiche della vita di oggi. E non mi sono dedicato solo alla vita degli uomini ma anche alla vita degli animali, ecco perché vedete delfini, scimmie e altro. E’ un affresco della vita in generale”.
Forse, Tuttomondo vuole anche avere un significato di condivisione, di compenetrazione tra l’artista, l’opera, il suo pubblico. Lo stesso Keith Haring disse: “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi: l’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”.
30 figure “assolutamente Haring”
Il murales, di dimensioni ragguardevoli (10×18 metri), si compone di 30 figure assolutamente Haring. L’opera si dipana intorno alla Croce di Pisa realizzata attraverso
l’unione di quattro figure umane. A destra, in alto, il serpente (il male) ha già mangiato il braccio di un uomo. Però, un paio di forbici antropomorfe (il bene) tagliano, e quindi vincono, il male. Le tre figure umane una dentro l’altra di colori diversi visualizzano le razze umane; la loro compenetrazione ne testimonia l’uguaglianza e la sconfitta del razzismo (guardate il cuore che una delle tre figure alza verso l’alto).
Poi ci sono gli animali che hanno un loro significato specifico. Ricordano gli elementi, come il delfino l’acqua o l’uccello l’aria, oppure caratteristiche positive, come il cane la fedeltà. L’uomo che sorregge il delfino potrebbe, voler alludere ad un rapporto di integrazione (non di disintegrazione) tra uomo e natura. In alto a sinistra vedete una figura umana la cui gamba sinistra è tutt’uno con il braccio sinistro. Se ci pensate un attimo, è il simbolo dell’infinito, l’eterno fluire della vita.
Tuttomondo: i tanti messaggi di Hering
Alcune figure sono di più facile interpretazione: la donna con il bambino in grembo è la maternità, la nascita, la creazione.
L’immagine ha però anche un’immagine di forte connotazione religiosa (la Madonna con il Bambino). Del resto, il parroco di Sant’Antonio ricorda di come Keith Haring una sera chiese che gli venisse illuminato il Crocefisso e si raccolse a lungo di fronte ad esso. Più difficili da interpretare le due coppie di gemelli siamesi (due, viola, sono tenuti insieme per la vita, gli altri, marroni, per le spalle). Potrebbe trattarsi di una condanna degli orrori della guerra nucleare.
Anche l’uomo che ha al posto della testa una televisione, si presta a ragionamenti diversi. La tecnologia che rende schiavi dei mezzi di comunicazione di massa? O, all’opposto, l’informazione che ci permette di conoscere il mondo?
La figura umana fatta a scala (a dente di sega, per capirci) vuol testimoniare la nostra ambizione. La mano rosa al centro in basso rappresenta il lavoro: ogni dito un uomo.
Infine la figura gialla a destra della mano che sembra voler andar via: sarà l’autore che finita l’opera vuol lasciare la scena? Sarà il turista che riprende la sua visita di Pisa dopo essersi fermato di fronte a Tuttomondo?
Keith Haring Murales Pisa
Tuttomondo si trova a Pisa in Piazza Vittorio Emanuele II, sul lato sinistro della Chiesa di Sant’Antonio Abate (guardando la facciata). La stazione ferroviaria è a pochi passi.
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