La Tomba del Capo è il sito più rappresentativo della necropoli di Sant’Andrea Priu nei pressi di Bonorva in Sardegna. Si tratta, con i suoi 18 ambienti, dell’esempio di Domus de Janas più ampio ed articolato fino ad oggi rinvenuto in Sardegna.
Di questi vani 15 sono cellette poste intorno ai tre ambienti maggiori di dimensioni, invece, particolarmente rilevanti. Anticamente, alla domus si accedeva attraverso una scala scavata nella pietra poi crollata per eventi naturali.
Clicca per il VIDEO La Tomba del Capo di Sant’Andrea Priu a Bonorva
Tomba del Capo a Bonorva
Scavata nel Neolitico Recente (3.500 a.C), la Tomba del Capo si distingue per il suo continuo riuso. Infatti essa divenne chiesa in epoca paleocristiana, bizantina e medievale quando nel 1313 fu consacrata con il titolo di Sant’Andrea dal Vescovo di Sorres Guantino di Farfara.
La tomba disponeva di tre ambienti particolarmente ampi che ben si prestavano a questa funzione. Il primo, dal quale si accede al sito, fungeva da Narcete (ovvero ospitava i non battezzati), il secondo consentiva ai battezzati di assistere alle funzioni ed il terzo fungeva da presbiterio riservato ai sacerdoti.
Di rilievo gli affreschi che adornano la seconda e la terza sala della tomba. I più antichi risalgono al IV – V sec. d.C.: sono immagini di uccelli ed un ritratto di donna. In essi è evidente l’influsso ancora vivo di modelli classici. Poi abbiamo affreschi di epoca successiva: ritratti di santi di stile bizantino ed una rappresentazione della strage degli innocenti. Il soffitto è invece affrescato con una varietà di figure geometriche. Per leggere in modo immediato queste differenze potete guardale la Parete Palinsesto di Santa Maria Antiqua a Roma.
Formidabile il paesaggio di cui si gode tutto intorno: il pianoro arso nei mesi estivi e tutto intorno la corona di colli e monti. Non lontano dalla Tomba del Capo, nei pressi di Torralba, non perdete Santu Antine: la reggia nuragica – con VIDEO
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