La tavola della Madonna col Bambino conservata presso il Museo Civico di Viterbo è per dimensioni (155×98.5) e per iconografia una Maestà. Se la guardiamo dal punto di vista dell’iconografia bizantina è una Nikopoia ovvero apportatrice di vittoria.
La Vergine siede in trono frontalmente allo spettatore e reca Gesù in braccio. Nel nostro caso, con la sua mano sinistra regge affettuosamente quella del figlio che invece benedice con la destra. L’immagine è completata da due angeli adoranti negli angoli in alto e dal committente, un prelato, inginocchiato ai piedi della Vergine
La Madonna del Museo Civico di Viterbo: datazione e origini
La Maestà del Museo Civico di Viterbo è datata tra il sesto e settimo secolo del ‘200. E’ ipotizzata come sua collocazione originaria la chiesa conventuale di Santa Maria in Gradi di Viterbo. Questa venne fondata intorno al 1215 dal cardinale Raniero Capocci (circa 1190-1250) e potrebbe essere lui il prelato dipinto ai piedi della Vergine.
Si tratterebbe, in pratica, di un omaggio reso al fondatore dalla comunità conventuale che si rifarebbe ad un’antica leggenda. Ovvero, quella secondo la quale al monaco ed eremita Albo, esattamente nel luogo dove poi sarebbe sorto l’altare maggiore di Santa Maria in Gradi, fosse apparsa la Vergine. Quest’ultima era nell’atto di esortare proprio il cardinale Capocci a costruire la chiesa in questione.
Le influenze
I curatori del Museo Civico hanno commentato come “Osservando il dipinto, si distingue la presenza di due componenti stilistiche interagenti tra loro: la prima, di maggiore spicco, è senz’altro toscana o più precisamente fiorentina, la seconda può considerarsi romano-laziale… In particolare si notano affinità con la pittura fiorentina pre-cimabuesca comprendente… naturalmente Coppo di Marcovaldo, soprattutto nello schematismo grafico presente nella resa del collo del Bambino e degli angeli. Nell’opera si avverte altresì un respiro ampio, solenne, pienamente classico, che lascia indovinare un sostrato visibilmente romano e che conduce a considerare – sulla scorta di una lontana intuizione longhiana – l’origine laziale di alcune importanti maestranze operanti in Toscana”.
Sempre riguardo alle antiche icone mariane, leggi:
- Madonna Advocata: la pittura della Roma medievale
- Icona della Madonna del Conforto: emozione profonda
- Monopoli: la Madonna venuta dal mare
- Da Bisanzio a Grottaferrata: la Madonna Odigitria di San Nilo
- La Madonna romana della Fondazione Magnani Rocca
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