Nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, la cappella del transetto di sinistra è dedicata a Sant’Anna: sotto l’altare troverete la scultura di Giovan Battista Maini Sant’Anna Morente. Un’opera tra le ultimissime, se non l’ultima, di questo maestro tanto che sembra l’abbia eseguita nell’anno della sua morte, il 1752.
Prima di dedicarci alla nostra scultura, per completezza diciamo che la Cappella di Sant’Anna, fu progettata da Luigi Vanvitelli e Giuseppe Valadier. E che la pala d’altare Sant’Anna, San Gioacchino e la Vergine Maria bambina è dovuta al pennello di Giuseppe Bottani (1717-1784) del 1758.

Giovanni Battista Maini: un lombardo a Roma
Giovanni Battista Maini (Cassano Magnago 1690 – Roma 1752) fu allievo di Giuseppe Rusnati, già allievo di Ercole Ferrata (Pellio Intelvi 1610 – Roma 1686). Giunto a Roma nel 1709, il Maini visse in casa di un altro allievo di Ferrata, Camillo Rusconi (Milano, 14 luglio 1658 – Roma, 8 dicembre 1728).
Dunque, Giovanni Battista Maini appartiene al novero di quegli artisti lombardi o anche del Canton Ticino, che si trasferirono a Roma attratti dalle grandi commesse pontificie. La connessione con gli allievi del Ferrata, che fu uno dei più stretti collaboratori di Gian Lorenzo Bernini e importante protagonista lui stesso del barocco, lo pone dunque in corrispondenza diretta con il grande Gian Lorenzo.
Giovanni Battista Maini: la scultura di Sant’Anna Morente a Sant’Andrea delle Fratte
La scultura di Sant’Anna Morente nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte non nasconde affatto la sua discendenza dalle invenzioni del Bernini.
Nello specifico Giovan Battista Maini guarda ad almeno due precedenti berniniani. Il primo è la la Transverberazione di Santa Teresa d’Avila (o, per semplicità, l’Estasi di Santa Teresa d’Avila) nella Cappella Corner nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma. La Santa Teresa del Bernini è una scultura assai più complessa ed articolata ma la discendenza è chiara.
Poi abbiamo l’Estasi della Beata Ludovica Albertoni in San Francesco a Ripa. Siamo nel 1675, quando Bernini ha ormai settantacinque anni ma conserva una forza espressiva ed un‘inventiva intatte.
In quest’ultimo caso, il legame con la scultura di Sant’Andrea delle Fratte è lapalissiano. Infatti Giovan Battista Maini nella sua Sant’Anna Morente riprende per filo e per segno l’Estasi della Beata Ludovica Albertoni di Gian Lorenzo Bernini. La posizione del corpo, i cuscini, le pieghe della voluttuosa veste sono uguali. A cambiare è solo il volto: giovane quello della Beata Ludovica, anziano quello di Sant’Anna.
Sant’Andrea delle Fratte – Approfondimenti
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