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Mario Sironi al Vittoriano ripercorrendo le sue stagioni

Mario Sironi. 1885-1961 al Vittoriano di Roma è un’occasione per approfondire, grazie ad una grande retrospettiva, il percorso artistico del maestro.


L’esposizione vuole essere una ricognizione complessiva della figura di Mario Sironi (1885-1961), nella ricorrenza dei centotrent’anni dalla nascita.  Pittore ma anche illustratore, grafico, architetto, scultore e decoratore. Attraverso le sue opere più significative si intende ricostruire la complessa attività del Maestro, ripercorrendo tutte le stagioni della sua pittura. Dagli esordi simbolisti al momento divisionista (è in mostra, a testimoniare quella fase La madre che cuce), dal periodo futurista a quello metafisico, dal Novecento Italiano alla pittura murale fino alle opere secondo Dopoguerra.

Mario Sironi: il percorso artistico

Attraverso novanta opere, ma anche attraverso bozzetti, riviste, e un importante carteggio con il mondo della cultura del Novecento italiano, la mostra vuole posizionare il pittore nella sua cornice umana e artistica, fornendo una lettura integrata di Sironi attraverso la variegata complessità del corpus dell’artista.

La sua pittura viene così documentata attraverso le sue opere più significative. Si parte dalla stagione simbolista con opere provenienti dalla collezione di Cristina Sironi, sorella maggiore di Mario, che testimoniano di esiti sironiani vicini al simbolismo italiano e inglese e si continua con l’epoca futurista e metafisica.

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Mario Sironi – La Lampada, 1919, Pinacoteca Brera

Una metafisica umanissima

Del Sironi metafisico la mostra offre al visitatore quello che è considerato il capolavoro di questa stagione, La Lampada. Una rappresentazione di drammatica intensità: la stanza spoglia di una casa ammobiliata con un manichino quasi umano. E’ una metafisica particolare, infatti, quella di Mario Sironi che non si distacca completamente dalla realtà, come quella di Giorgio de Chirico, ma resta comunque vicino al mondo del quotidiano.

La sua metafisica è umanissima – spiega Elena Pontiggia, curatrice della mostra –  il suo è un manichino vero, un manichino che soffre, un manichino drammatico“. In questo contesto, immediatamente dopo la fine della prima guerra mondiale, Sironi si trova a Milano e lì nascono i suoi paesaggi urbani. Anch’essi duri, drammatici, tesi a rappresentare la durezza della vita.

mario sironi architetto
Mario Sironi – L’Architetto, 1922

Dagli anni ’20 al dopoguerra

Segue il periodo degli anni Venti. Sironi è tra i fondatori del Novecento Italiano e dà avvio a una stagione novecentista e classica, che comprende tra l’altro L’Architetto (1922-1923), uno dei suoi capolavori, esposto alla Biennale di Venezia del 1924.

Vengono poi documentati il momento della sua “crisi espressionista”, a cavallo tra anni Venti e anni Trenta, e la successiva avventura della pittura murale sempre degli anni Trenta. La stagione neometafisica e il ritorno al quadro degli anni Quaranta. Infine le opere decostruttive del dopoguerra, fino all’Apocalissi finale, che è quasi il testamento spirituale dell’artista.

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Mario Sironi – Apocalisse, 1960

Il percorso della mostra, il dispiegarsi delle opere, mette in evidenza puntualmente questi passaggi, richiamati in modo puntuale dalla curatrice della mostra, Elena Pontiggia, massima studiosa dell’opera di Mario Sironi:

Sironi è un pittore architetto, un pittore che costruisce – ha spiegato Elena Pontiggia – un pittore che ha in mente un compito non solo stilistico ma è anche filosofico. Nel 1931 scrive: ‘costruire perché è necessario’: è la sua visione della vita. siamo al mondo non per soccombere alle asprezze della vita ma per costruire“.

Splendida la sala che raccoglie i cartoni degli affreschi con i Lavoratori titanici e drammatici. “Li c’è il senso della fatica, del dolore, dell’asprezza delle cose ma insieme anche della forza dell’energia, un invito a non arrendersi. Ecco è questo l’insegnamento di Sironi“. Si tratta degli undici cartoni preparatori del mosaico L’Italia Corporativa per la VI Triennale di Milano del 1936. Oggi l’opera (otto metri per dodici), ritrovata nel dopoguerra, è stata riallestita al quarto piano del Palazzo dell’Informazione a Milano.

Mario Sironi Il Lavoratore, 1936

Per approfondire la figura di Mario Sironi, clicca e guarda la VIDEOINTERVISTA Elena Pontiggia – Mario Sironi 

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Mario Sironi. 1885-1961

dal 4 ottobre 2014 all’8 febbraio 2015
Complesso del Vittoriano – Roma

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.